MANTOVA Nel suo costante impegno per ricordare i tragici eventi della Shoah, la persecuzione e lo spietato sterminio di milioni di innnocenti messo in atto dal regime nazista e dai suoi fiancheggiatori, il Conservatorio di musica “Lucio Campiani” si è focalizzato, quest’anno, sull’operazione “Kindertransport”, promossa dal governo inglese tra il 1938 e il 1940, che permise a migliaia di bimbi ebrei europei di salvarsi grazie al loro trasferimento su treni speciali e all’accoglienza offerta da famiglie del Regno Unito. Per questa quattordicesima edizione della rassegna organizzata dal “Campiani” in stretta collaborazione con il Liceo Musicale ”Isabella d’Este” e la Compagnia Teatrale Campogalliani, è stato deciso di portare in scena “Last train to tomorrow”, opera del compositore americano naturalizzato inglese Carl Davis su libretto di Hiawyn Oram, che rievoca le vicende di quei treni della speranza per i bambini sottratti al furore omicida nazista. Protagonisti della toccante rappresentazione avvenuta sabato mattina per le scuole e domenica sera per la cittadinanza presso l’Auditorium Monteversi, gli studenti dei vari dipartimenti del Conservatorio e del Liceo Musicale, diretti dal Maestro Romano Adami, che si sono cimentati nel canto solistico, corale, nella musica d’insieme e nella recitazione. La regia di Giovanna Maresta ha strutturato lo spettacolo sulla base di una dinamica sequenza di combinazioni tra la musica, qui nella trascrizione cameristica di Igor Bianchini, interpretata con puntuale attenzione dall’ensamble strumentalee, dai due cori e da quattro voci soliste, e i testi recitati da Francesca Campogalliani, Michele Romualdi, Giorgo Marchini e Alice Santoro. Un procedere di forti suggestioni, dal disprezzo e le privazioni imposte agli ebrei dalle leggi razziali al montare dell’avversità e della violenza esplosa nella notte dei cristalli, dall’emarginazione coatta dei bambini su treni e navi per raggiungere la Gran Bretagna alla speranza riposta in un ignoto futuro, evocate con grande aderenza emotiva dall’efficacia della musica. Nella partitura di carl Davis convivono, infatti, mirate citazioni, gusto melodico, aspro cromatismo, effetti funzionali e coinvolgente espressività all’interno di una struttura armonica classica. Davvero apprezzabile l’impegno di tutti i protagonisti di questa rappresentazione di “Last train to tomorrow”: un viaggio segnato dal dramma del distacco dai genitori e dalla paura per far approdare i bambini tra le braccia accoglienti dei benefattori, ad una seconda vita, dalle tenebre al “sole che si leva su un altro mondo”. Meritatissimi gli applausi per gli artefici del successo del racconto-concerto che va nella giusta direzione di ricordare, attraverso singoli episodi l’orrore globale della shoah, comprendere e riconoscere negli eventi che la precedettero i segnali di caduta della civiltà che in ogni tempo dovranno mettere in allerme le coscienze. Come prologo alla rappresentazione, Francesca Campogalliani e Michele Romualdi hanno letto i nomi dei deportati mantovani.