Pene d’Amor… Accademiche
Nello scrivere il nuovo, severo statuto del Navarre College, il preside King e lo zelante dottorando Dumain hanno trascurato un particolare: come fa notare lo scapestrato professor Biron, è difficile tenere a distanza le distrazioni femminili quando la delegazione francese in arrivo per un convegno è composta per lo più da signore… Per parte sua l’agguerrita vicepreside francese Mme Valois è decisa a non tollerare le bizzarrie inglesi che la obbligano ad alloggiare nel parco con assistente e dottorande al seguito. A complicare la situazione si aggiungono una pittoresca compagine spagnola, lo svagato custode Costard e ben presto… Cupido! Mentre le rivalità accademiche s’intrecciano alle trame amorose, tra malintesi, travestimenti e dispetti, chi la spunterà nel gioco senza tempo tra ragione, sentimento e potere?
Note di Regia
Originariamente scritto per un pubblico di giuristi, con la sua enfasi comica sullo studio, con le sue parodie poetiche e l’eloquenza spumeggiante, il testo si presta bene a una reinterpretazione in chiave moderna e accademica. La divertita esplorazione dei molteplici usi del linguaggio (strumento di potere, conoscenza, seduzione, inganno, distinzione sociale, comprensione e incomprensione…) si sposta agli anni Sessanta del Novecento, in un immaginario college inglese, utilizzando l’elemento di parodia accademica per sottolineare l’universalità di Shakespeare. A quattro secoli e mezzo di distanza, questa commedia ci consente di giocare con le aspettative sui ruoli maschili e femminili – e sovvertirle in pieno!
Prosegue a ritmo serrato la stagione teatrale 2024-2025 dell’Accademia Campogalliani al Teatrino di Palazzo D’Arco, dove, a partire da stasera alle 20:45, debutterà un altro nuovo spettacolo per la regia di Chiara Prezzavento: “Pene d’amor perdute” di William Shakespeare, che verrà replicato fino al 2 marzo ogni venerdì e sabato sera alle 20:45 e le domeniche alle 16.
È una commedia teatrale, composta probabilmente tra il 1593 ed il 1596, una delle prime commedie shakespeariane di cui si ignora la data precisa della prima. Originariamente scritto per un pubblico di giuristi, con la sua enfasi comica sullo studio, con le sue parodie poetiche e l’eloquenza spumeggiante, il testo si presta bene a una reinterpretazione in chiave moderna e accademica. La divertita esplorazione dei molteplici usi del linguaggio (strumento di potere, conoscenza, seduzione, inganno, distinzione sociale, comprensione e incomprensione) ha stimolato la regista ad ambientare la vicenda negli anni Sessanta del Novecento, in un immaginario college inglese, utilizzando l’elemento di parodia accademica per sottolineare l’universalità di Shakespeare. A quattro secoli e mezzo di distanza, questa commedia ci consente di giocare con le aspettative sui ruoli maschili e femminili - e sovvertirle in pieno.
La trama è accattivante: nello scrivere il nuovo, severo statuto del Navarre College, il preside King e lo zelante dottorando Dumain hanno trascurato un particolare: come fa notare lo scapestrato professor Biron, è difficile tenere a distanza le distrazioni femminili quando la delegazione francese in arrivo per un convegno è composta per lo più da signore. Per parte sua l’agguerrita vicepreside francese Mme Valois è decisa a non tollerare le bizzarrie inglesi che la obbligano ad alloggiare nel parco con assistente e dottorande al seguito. A complicare la situazione si aggiungono una pittoresca compagine spagnola, lo svagato custode Costard e ben presto Cupido. Mentre le rivalità accademiche s’intrecciano alle trame amorose, tra malintesi, travestimenti e dispetti, chi la spunterà nel gioco senza tempo tra ragione, sentimento e potere?
Gli attori in scena sono Giovanni Rodelli, Michele Romualdi, Carlo Alberto di Micco, Chiara Prezzavento, Rossella Avanzi, Francesca Savoia, Giancarlo Santarello, Francesco Cantarelli, Elisabetta Macaione, Lorenzo Pradella, Annalisa Giovannelli e Barbara Pedrazzini. La scenografia è stata ideata da Daniele Pizzoli, i costumi da Francesca Campogalliani e Diego Fusari, la colonna sonora da Nicola Martinelli, le luci da Massimiliano Fiordaliso, la direzione scenica curata da Lorenza Becchi e Diva Polidori. L’ideazione grafica è di Michele Romualdi e Fabio Nardi.
La prevendita per tutti gli spettacoli della stagione si può già fare anche online su www.mailticket.it o dal sito www.teatro-campogalliani.it, oppure dal giovedì al sabato dalle ore 17:30 alle ore 19:00 presso la biglietteria del Teatrino D’Arco tel. 0376 325363 - 375 7384473.
MANTOVA – Quale migliore occasione di San Valentino per portare sul palco la “prima” di una commedia a sfondo amoroso? E non una commedia qualsiasi: “Pene d’amor perdute”, firmata William Shakespeare. Sarà la Campogalliani, con la regia di Chiara Prezzavento, a proporla da questa sera sul palco del Teatrino di Palazzo d’Arco, con repliche previste fino al 2 marzo.
Come recitano le note di regia, “originariamente scritto per un pubblico di giuristi, con la sua enfasi comica sullo studio, con le sue parodie poetiche e l’eloquenza spumeggiante, il testo si presta bene a una reinterpretazione in chiave moderna e accademica. La divertita esplorazione dei molteplici usi del linguaggio (strumento di potere, conoscenza, seduzione, inganno, distinzione sociale, comprensione e incomprensione…) si sposta agli anni Sessanta del Novecento, in un immaginario college inglese, utilizzando l’elemento di parodia accademica per sottolineare l’universalità di Shakespeare. A quattro secoli e mezzo di distanza, questa commedia ci consente di giocare con le aspettative sui ruoli maschili e femminili – e sovvertirle in pieno!”.
Inizio spettacolo ore 20.45, biglietti a partire da 12 euro.
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“ECCELLENTE”
La recente messa in scena di "Pene d’amor perdute" di William Shakespeare si è rivelata un’esperienza teatrale complessa ma sicuramente interessante. Gli attori sono stati semplicemente bravissimi perché hanno dimostrato padronanza dei loro personaggi. Ogni battuta è stata chiara anche se i testi di Shakespeare sono complessi. Probabilmente la scelta della regista di proporre scenografia e costumi del Novecento, è stata quella di rendere meno distanti e più immediatamente riconoscibili i personaggi e le loro vicende.