Il Tempo: 1942.
Il Luogo: la gabbia delle scimmie del Jardin d’Acclimatation al Bois de Boulogne di Parigi.
1942, le ultime donne americane rimaste a Parigi vengono rastrellate dalla Gestapo e rinchiuse nella gabbia delle scimmie del Jardin d’Acclimatation al Bois de Boulogne. Ancor prima delle scimmie, agli inizi del novecento, le gabbie servivano ad ospitare uno zoo umano: bantù, ottentotti, indiani…
E questa è una storia vera, così come sono reali i nomi di alcuni personaggi: Noel Haskins Murphy, Drue Leyton (ex stella di film americani di serie B), Sylvia Beach (proprietaria della Libreria Shakespeare & Co di Parigi, la prima a pubblicare l’Ulisse di Joyce), e Fern Bedaux (una donna introdotta nella migliore società, amica di Wally Simpson e moglie di un collaborazionista).
Ad esse si aggiungono due personaggi di fantasia: un giovane nazista che le donne chiamano Parsifal, tedesco ma cresciuto in America, con una forte vena di sadismo, e Marcelle, una giovane ebrea francese, ma americana per parte di padre, che viene gettata nella gabbia assieme a loro: quanto saranno disposte a rischiare per salvarla da morte certa? E fino a che punto riusciranno a spingersi per salvare se stesse?
L’Autrice
Kate Moira Ryan ha preso il suo diploma post-universitario in Drammaturgia alla Columbia University e ha iniziato la sua carriera al Young Playwright’s Festival. Insegna alla Einhorn School of the Arts/Primary Stages e tiene un corso di Master Class al New York Theatre Workshop. Da poco ha preso anche l’abilitazione per insegnare Teatro nei licei.
Nel 1985 ha vinto il Young Playwrights Festival. Da allora ha ricevuto numerosi riconoscimenti e borse di studio, da parte di varie organizzazioni, quali: la New York Foundation for the Arts, la Sumner Locke Elliott Exchange, la New Dramatists, la Sumner Locke Elliott Fellowship, la Australian National Playwrights Conference, e la Van Lier Fellowship per due anni da parte di The Women’s Project and Productions, Yaddo, MacDowell, Edward Albee e the Helene Wurlitzer Foundations, il Sundance Institute, il Trust for Mutual Understanding (Russia), Il Center for International Theatre (Russia).
Ha ricevuto anche la Brook Atkinson/Max Weitzenhoffer Fellowship del Royal National Theater di Londra. E’ stata finalista al Susan Blackburn Prize, ed ha vinto il Joseph A. Calloway Award.
La Regia
Dopo il successo di “Destinatario sconosciuto”, di K.K.Taylor, messo in scena in molti teatri e scuole dalla Campogalliani, ho scelto di presentare questo testo, mai rappresentato in Italia, per il giorno della Memoria, per raccontare una storia a latere dei campi di concentramento, ma sempre molto significativa della barbarie nazista.
E’ un’opera che mostra quanto cambino facilmente le persone a seconda del contesto in cui si trovano, soprattutto in un clima di violenza e paura, con un finale sorprendente.
23 gennaio 2025
MANTOVA – La Gabbia delle Scimmie, tratto da una storia vera, di Kate Moira Ryan, sarà rappresentata dall’Accademia Teatrale Francesco Campogalliani, domenica 26 gennaio, per il giorno della memoria 2025, Teatrino D’Arco. Regia di Maria Grazia Bettini.
Il Tempo: 1942.
Il Luogo: la gabbia delle scimmie del Jardin d’Acclimatation al Bois de Boulogne di Parigi.
1942, le ultime donne americane rimaste a Parigi vengono rastrellate dalla Gestapo e rinchiuse nella gabbia delle scimmie del Jardin d’Acclimatation al Bois de Boulogne. Ancor prima delle scimmie, agli inizi del novecento, le gabbie servivano ad ospitare uno zoo umano: bantù, ottentotti, indiani…
E questa è una storia vera, così come sono reali i nomi di alcuni personaggi: Noel Haskins Murphy, Drue Leyton (ex stella di film americani di serie B), Sylvia Beach (proprietaria della Libreria Shakespeare & Co di Parigi, la prima a pubblicare l’Ulisse di Joyce), e Fern Bedaux (una donna introdotta nella migliore società, amica di Wally Simpson e moglie di un collaborazionista).
Ad esse si aggiungono due personaggi di fantasia: un giovane nazista che le donne chiamano Parsifal, tedesco ma cresciuto in America, con una forte vena di sadismo, e Marcelle, una giovane ebrea francese, ma americana per parte di padre, che viene gettata nella gabbia assieme a loro: quanto saranno disposte a rischiare per salvarla da morte certa? E fino a che punto riusciranno a spingersi per salvare se stesse?
L’Autrice
Kate Moira Ryan ha preso il suo diploma post-universitario in Drammaturgia alla Columbia University e ha iniziato la sua carriera al Young Playwright’s Festival. Insegna alla Einhorn School of the Arts/Primary Stages e tiene un corso di Master Class al New York Theatre Workshop. Da poco ha preso anche l’abilitazione per insegnare Teatro nei licei.
Nel 1985 ha vinto il Young Playwrights Festival. Da allora ha ricevuto numerosi riconoscimenti e borse di studio, da parte di varie organizzazioni, quali: la New York Foundation for the Arts, la Sumner Locke Elliott Exchange, la New Dramatists, la Sumner Locke Elliott Fellowship, la Australian National Playwrights Conference, e la Van Lier Fellowship per due anni da parte di The Women’s Project and Productions, Yaddo, MacDowell, Edward Albee e the Helene Wurlitzer Foundations, il Sundance Institute, il Trust for Mutual Understanding (Russia), Il Center for International Theatre (Russia).
Ha ricevuto anche la Brook Atkinson/Max Weitzenhoffer Fellowship del Royal National Theater di Londra. E’ stata finalista al Susan Blackburn Prize, ed ha vinto il Joseph A. Calloway Award.
La Regia
Dopo il successo di “Destinatario sconosciuto”, di K.K.Taylor, messo in scena in molti teatri e scuole dalla Campogalliani, ho scelto di presentare questo testo, mai rappresentato in Italia, per il giorno della Memoria, per raccontare una storia a latere dei campi di concentramento, ma sempre molto significativa della barbarie nazista.
E’ un’opera che mostra quanto cambino facilmente le persone a seconda del contesto in cui si trovano, soprattutto in un clima di violenza e paura, con un finale sorprendente.
PERSONAGGI ED INTERPRETI
Noel Haskins Murphy Roberta Vesentini
Drue Leyton Serena Zerbetto
Sylvia Beach Margherita Governi
Fern Bedaux Loredana Sartorello
Marcelle Jennifer Aliprandi
Parsifal Paolo di Mauro
Realizzazione
Colonna sonora Nicola Martinelli
Luci Massimiliano Fiordaliso
Costumi Francesca Campogalliani e Diego Fusari
Scenografia Daniele Pizzoli
Ideazione grafica Michele Romualdi e Fabio Nardi
LUNEDÌ, 13 GENNAIO 2025
Al Teatrino d’Arco, si sta rappresentando, in prima assoluta per l’Italia, un atto unico dell’americana Kate Moira Ryan, tradotto da Antonia Brancati, “La Gabbia delle Scimmie” per la regia di Grazia Bettini, con cinque attrici, quante sono le persone, di nazionalità americana, che nel 1942 i nazisti concentrano in una gabbia del Jardin d’Acclimation, al Bois de Boulogne (Parigi). Inizialmente dono dolo quattro e si chiedono il perché del fermo, a diversi mese dall’ingresso in guerra degli Stati Uniti.
Le ragioni diverranno chiare sul finale dell’atto.
Al momento facciamo la loro conoscenza: un approccio al comportamento delle americane di fronte alla guerra e alla deportazione. Due appartengono all’alta società, le signore Bedaux (Loredana Sartorello), e Noel Murphy (Roberta Vesentini); la prima è sposata a un industriale che dovrebbe costruire un oleodotto in Africa, e appunto per questo ripetutamente avanza pretese dal giovane nazista soprannominato Parsifal (Paolo di Muro), perché avvisi l’ambasciata tedesca del suo arresto. La seconda, vedova assai facoltosa, e altrettanto arrogante, se non sboccata, è a suo modo antisemita. L’apoliticità sbandierata da entrambe palesa tuttavia uno status diverso, nell’uno un’altezzosità che alla lunga può concedersi delle aperture regali verso i ceti subalterni, se non generosità per l’ebrea quand’essa viene aggregata alle quattro, e nell’altra un pragmatismo volgare, che senx mezzi termini pone la sua salvezza davanti alla sorte delle altre.
Un comportamento così sfacciato da far pensare a una commedia all’italiana. Le altre due, subalterne, anche se culturalmente più agguerrite, sono la Beach (Margherita Governi), titolare della celebre libreria internazionale “Shakespeare & Co.”, e in borsetta tiene addirittura la prima edizione dell’“Ulixes” joyciano, e Leyton (Serena Zerbetto) ex attrice che si è ritirata in campagna, e pare la più accesa politicamente. A sorpresa viene introdotta Marcelle (Jennifer Aliprandi), ebrea francese ma figlia di un americano, che ha l’opportunità di raccontare la razzia e la deportazione delle famiglie ebraiche.
Le schermagli, dettate dalle rispettive posizioni sociali, esplodono improvvisamente per una sorta di agnizione che chiude la tragicommedia.
Uno spettacolo decoroso, che si segue con vivo interesse grazie alla concentrazione con mano sicura della Bettini che alterna memoria storica, fragilità di coscienze, parole oltraggiose e risoluzioni inattese ma convincenti, in una parola, offrendo un minimo di comicità in un contesto misteriosamente drammatico, l’enigma viene sciolto con un unico proposito: resistenza.
L’esito è condizionato dalla buona resa della compagnia attoriale, in cui l’esuberanza iniziatica si coniuga con l’esperienza e il talento.
Alberto Cattini
7 gennaio 2025
“LA GABBIA DELLE SCIMMIE”
di Kate Moira Ryan
traduzione di Antonia Brancati e Enrico Luttmann
Dopo lo straordinario successo ottenuto da “Canto di Natale” di Charles Dickens, l’Accademia Campogalliani, a partire da sabato 11 gennaio alle ore 20:45, presenta al Teatrino di Palazzo D’Arco un nuovo debutto in anteprima nazionale: “La gabbia delle scimmie” di Kate Moira Ryan per la traduzione di Antonia Brancati e Enrico Luttmann, con la regia di Maria Grazia Bettini.
>La vicenda si svolge nel 1942, quando le ultime donne americane rimaste a Parigi vengono rastrellate dalla Gestapo e rinchiuse nella gabbia delle scimmie del Jardin d’Acclimatation al Bois de Boulogne. Ancor prima delle scimmie, agli inizi del novecento, le gabbie servivano ad ospitare uno zoo umano: bantù, ottentotti, indiani…
>Si tratta di una storia vera, così come sono reali i nomi di alcuni personaggi: Noel Haskins Murphy, Drue Leyton (ex stella di film americani di serie B), Sylvia Beach (proprietaria della Libreria Shakespeare & Co di Parigi, la prima a pubblicare l’Ulisse di Joyce), e Fern Bedaux (una donna introdotta nella migliore società, amica di Wally Simpson e moglie di un collaborazionista).
Ad esse si aggiungono due personaggi di fantasia: un giovane nazista che le donne chiamano Parsifal, tedesco ma cresciuto in America, con una forte vena di sadismo, e Marcelle, una giovane ebrea francese, ma americana per parte di padre, che viene gettata nella gabbia assieme a loro: quanto saranno disposte a rischiare per salvarla da morte certa? E fino a che punto riusciranno a spingersi per salvare se stesse?
La regista Maria Grazia Bettini ha scelto di presentare questo testo, mai rappresentato prima d’ora in Italia, anche per celebrare il giorno della Memoria, per raccontare una storia a latere dei campi di concentramento, ma sempre molto significativa della barbarie nazista.
E’ un’opera che mostra quanto cambino facilmente le persone a seconda del contesto in cui si trovano, soprattutto in un clima di violenza e paura, con un finale sorprendente.
Il cast è composto da Roberta Vesentini, Serena Zerbetto, Margherita Governi, Loredana Sartorello, Jennifer Aliprandi, Paolo Di Mauro, Carlotta Priori, Alessia Sterpu, Viviana Tebaldi, Giacomo Fincato, Michele Gollini e Gianguido Santi.
La scenografia è stata ideata da Daniele Pizzoli, i costumi da Francesca Campogalliani e Diego Fusari, la colonna sonora da Nicola Martinelli, le luci da Massimiliano Fiordaliso, la direzione scenica curata da Lorenza Becchi.
L’ideazione grafica è di Michele Romualdi e Fabio Nardi.
La prevendita dei biglietti per tutti gli spettacoli della stagione si può già effettuare, da quest’anno, anche online su http://www.mailticket.it o direttamente dal sito www.teatro-campogalliani.it, oppure dal giovedì al sabato dalle ore 17,30 alle ore 19,00 presso la biglietteria del Teatrino D’Arco tel. 0376 325363 – 375 7384473.
MANTOVA, 07 gen. - Dopo lo straordinario successo ottenuto da "Canto di Natale" di Charles Dickens, l’Accademia Campogalliani, a partire da sabato 11 gennaio alle ore 20,45, presenta al Teatrino di Palazzo D’Arco un nuovo debutto in anteprima nazionale: "La gabbia delle scimmie" di Kate Moira Ryan per la traduzione di Antonia Brancati e Enrico Luttmann, con la regia di Maria Grazia Bettini.
La vicenda si svolge nel 1942, quando le ultime donne americane rimaste a Parigi vengono rastrellate dalla Gestapo e rinchiuse nella gabbia delle scimmie del Jardin d’Acclimatation al Bois de Boulogne. Ancor prima delle scimmie, agli inizi del novecento, le gabbie servivano ad ospitare uno zoo umano: bantù, ottentotti, indiani...
Si tratta di una storia vera, così come sono reali i nomi di alcuni personaggi: Noel Haskins Murphy, Drue Leyton (ex stella di film americani di serie B), Sylvia Beach (proprietaria della Libreria Shakespeare & Co di Parigi, la prima a pubblicare l’Ulisse di Joyce), e Fern Bedaux (una donna introdotta nella migliore società, amica di Wally Simpson e moglie di un collaborazionista).
Ad esse si aggiungono due personaggi di fantasia: un giovane nazista che le donne chiamano Parsifal, tedesco ma cresciuto in America, con una forte vena di sadismo, e Marcelle, una giovane ebrea francese, ma americana per parte di padre, che viene gettata nella gabbia assieme a loro: quanto saranno disposte a rischiare per salvarla da morte certa? E fino a che punto riusciranno a spingersi per salvare se stesse?
La regista Maria Grazia Bettini ha scelto di presentare questo testo, mai rappresentato prima d’ora in Italia, anche per celebrare il giorno della Memoria, per raccontare una storia a latere dei campi di concentramento, ma sempre molto significativa della barbarie nazista.
E’ un’opera che mostra quanto cambino facilmente le persone a seconda del contesto in cui si trovano, soprattutto in un clima di violenza e paura, con un finale sorprendente.
Il cast è composto da Roberta Vesentini, Serena Zerbetto, Margherita Governi, Loredana Sartorello, Jennifer Aliprandi, Paolo Di Mauro, Carlotta Priori, Alessia Sterpu, Viviana Tebaldi, Giacomo Fincato, Michele Gollini e Gianguido Santi.
La scenografia è stata ideata da Daniele Pizzoli, i costumi da Francesca Campogalliani e Diego Fusari, la colonna sonora da Nicola Martinelli, le luci da Massimiliano Fiordaliso, la direzione scenica curata da Lorenza Becchi.
L’ideazione grafica è di Michele Romualdi e Fabio Nardi.
La prevendita dei biglietti per tutti gli spettacoli della stagione si può già effettuare, da quest’anno, anche online su www.mailticket.it o direttamente dal sito www.teatro-campogalliani.it, oppure dal giovedì al sabato dalle ore 17,30 alle ore 19,00 presso la biglietteria del Teatrino D’Arco tel. 0376325363 – cell. 3757384473.
MANTOVA – Dopo lo straordinario successo ottenuto da “Canto di Natale” di Charles Dickens, l’Accademia Campogalliani, a partire da sabato 11 gennaio alle ore 20,45, presenta al Teatrino di Palazzo D’Arco un nuovo debutto in anteprima nazionale: “La gabbia delle scimmie” di Kate Moira Ryan per la traduzione di Antonia Brancati e Enrico Luttmann, con la regia di Maria Grazia Bettini.
LA TRAMA
La vicenda si svolge nel 1942, quando le ultime donne americane rimaste a Parigi vengono rastrellate dalla Gestapo e rinchiuse nella gabbia delle scimmie del Jardin d’Acclimatation al Bois de Boulogne. Ancor prima delle scimmie, agli inizi del novecento, le gabbie servivano ad ospitare uno zoo umano: bantù, ottentotti, indiani…
Si tratta di una storia vera, così come sono reali i nomi di alcuni personaggi: Noel Haskins Murphy, Drue Leyton (ex stella di film americani di serie B), Sylvia Beach (proprietaria della Libreria Shakespeare & Co di Parigi, la prima a pubblicare l’Ulisse di Joyce), e Fern Bedaux (una donna introdotta nella migliore società, amica di Wally Simpson e moglie di un collaborazionista).
Ad esse si aggiungono due personaggi di fantasia: un giovane nazista che le donne chiamano Parsifal, tedesco ma cresciuto in America, con una forte vena di sadismo, e Marcelle, una giovane ebrea francese, ma americana per parte di padre, che viene gettata nella gabbia assieme a loro: quanto saranno disposte a rischiare per salvarla da morte certa? E fino a che punto riusciranno a spingersi per salvare se stesse?
LO SPETTACOLO
La regista Maria Grazia Bettini ha scelto di presentare questo testo, mai rappresentato prima d’ora in Italia, anche per celebrare il giorno della Memoria, per raccontare una storia a latere dei campi di concentramento, ma sempre molto significativa della barbarie nazista.
E’ un’opera che mostra quanto cambino facilmente le persone a seconda del contesto in cui si trovano, soprattutto in un clima di violenza e paura, con un finale sorprendente.
Il cast è composto da Roberta Vesentini, Serena Zerbetto, Margherita Governi, Loredana Sartorello, Jennifer Aliprandi, Paolo Di Mauro, Carlotta Priori, Alessia Sterpu, Viviana Tebaldi, Giacomo Fincato, Michele Gollini e Gianguido Santi.
La scenografia è stata ideata da Daniele Pizzoli, i costumi da Francesca Campogalliani e Diego Fusari, la colonna sonora da Nicola Martinelli, le luci da Massimiliano Fiordaliso, la direzione scenica curata da Lorenza Becchi.
L’ideazione grafica è di Michele Romualdi e Fabio Nardi.
I BIGLIETTI
La prevendita dei biglietti per tutti gli spettacoli della stagione si può già effettuare, da quest’anno, anche online su http://www.mailticket.it o direttamente dal sito, oppure dal giovedì al sabato dalle ore 17,30 alle ore 19,00 presso la biglietteria del Teatrino D’Arco tel. 0376 325363 – 375 7384473.
MANTOVA, 02 gen. - Dopo lo straordinario successo ottenuto da "Canto di Natale" di Charles Dickens, l’Accademia Campogalliani, a partire da sabato 11 gennaio alle ore 20,45, presenta al Teatrino di Palazzo D’Arco un nuovo debutto in anteprima nazionale: "La gabbia delle scimmie" di Kate Moira Ryan per la traduzione di Antonia Brancati e Enrico Luttmann, con la regia di Maria Grazia Bettini.
La vicenda si svolge nel 1942, quando le ultime donne americane rimaste a Parigi vengono rastrellate dalla Gestapo e rinchiuse nella gabbia delle scimmie del Jardin d’Acclimatation al Bois de Boulogne. Ancor prima delle scimmie, agli inizi del novecento, le gabbie servivano ad ospitare uno zoo umano: bantù, ottentotti, indiani...
Si tratta di una storia vera, così come sono reali i nomi di alcuni personaggi: Noel Haskins Murphy, Drue Leyton (ex stella di film americani di serie B), Sylvia Beach (proprietaria della Libreria Shakespeare & Co di Parigi, la prima a pubblicare l’Ulisse di Joyce), e Fern Bedaux (una donna introdotta nella migliore società, amica di Wally Simpson e moglie di un collaborazionista).
Ad esse si aggiungono due personaggi di fantasia: un giovane nazista che le donne chiamano Parsifal, tedesco ma cresciuto in America, con una forte vena di sadismo, e Marcelle, una giovane ebrea francese, ma americana per parte di padre, che viene gettata nella gabbia assieme a loro: quanto saranno disposte a rischiare per salvarla da morte certa? E fino a che punto riusciranno a spingersi per salvare se stesse?
La regista Maria Grazia Bettini ha scelto di presentare questo testo, mai rappresentato prima d’ora in Italia, anche per celebrare il giorno della Memoria, per raccontare una storia a latere dei campi di concentramento, ma sempre molto significativa della barbarie nazista.
E’ un’opera che mostra quanto cambino facilmente le persone a seconda del contesto in cui si trovano, soprattutto in un clima di violenza e paura, con un finale sorprendente.
Il cast è composto da Roberta Vesentini, Serena Zerbetto, Margherita Governi, Loredana Sartorello, Jennifer Aliprandi, Paolo Di Mauro, Carlotta Priori, Alessia Sterpu, Viviana Tebaldi, Giacomo Fincato, Michele Gollini e Gianguido Santi.
La scenografia è stata ideata da Daniele Pizzoli, i costumi da Francesca Campogalliani e Diego Fusari, la colonna sonora da Nicola Martinelli, le luci da Massimiliano Fiordaliso, la direzione scenica curata da Lorenza Becchi. L’ideazione grafica è di Michele Romualdi e Fabio Nardi.
La prevendita dei biglietti per tutti gli spettacoli della stagione si può già effettuare, da quest’anno, anche online su www.mailticket.it o direttamente dal sito www.teatro-campogalliani.it, oppure dal giovedì al sabato dalle ore 17,30 alle ore 19,00 presso la biglietteria del Teatrino D’Arco tel. 0376325363 – cell. 3757384473.
MERCOLEDÌ, 1 GENNAIO 2025
Dopo il successo di “Canto di Natale” di Dickens, l’Accademia Campogalliani, a partire da sabato 11 alle 20.45, presenta al Teatrino D’Arco un nuovo debutto in anteprima nazionale: “La gabbia delle scimmie” di Kate Moira Ryan per la traduzione di Antonia Brancati e Enrico Luttmann, con la regia di Maria Grazia Bettini.
La vicenda si svolge nel 1942, quando le ultime donne americane rimaste a Parigi vengono rastrellate dalla Gestapo e rinchiuse nella gabbia delle scimmie del Jardin d’Acclimatation al Bois de Boulogne. Ancor prima delle scimmie, agli inizi del Novecento, le gabbie servivano ad ospitare uno zoo umano: bantù, ottentotti, indiani…
Si tratta di una storia vera, così come sono reali i nomi di alcuni personaggi: Noel Haskins Murphy, Drue Leyton, Sylvia Beach, e Fern Bedaux. Ad esse si aggiungono due personaggi di fantasia: un giovane nazista che le donne chiamano Parsifal, tedesco ma cresciuto in America, con una forte vena di sadismo, e Marcelle, una giovane ebrea francese, ma americana per parte di padre, che viene gettata nella gabbia assieme a loro: quanto saranno disposte a rischiare per salvarla da morte certa? E fino a che punto riusciranno a spingersi per salvare se stesse?
La regista Maria Grazia Bettini ha scelto di presentare questo testo, mai rappresentato prima d’ora in Italia, anche per celebrare il giorno della Memoria. È un’opera che mostra quanto cambino facilmente le persone a seconda del contesto in cui si trovano. Il cast è composto da Roberta Vesentini, Serena Zerbetto, Margherita Governi, Loredana Sartorello, Jennifer Aliprandi, Paolo Di Mauro, Carlotta Priori, Alessia Sterpu, Viviana Tebaldi, Giacomo Fincato, Michele Gollini e Gianguido Santi.
La scenografia è stata ideata da Daniele Pizzoli, i costumi da Francesca Campogalliani e Diego Fusari, la colonna sonora da Nicola Martinelli, le luci da Massimiliano Fiordaliso, la direzione scenica curata da Lorenza Becchi.
L’ideazione grafica è di Michele Romualdi e Fabio Nardi.
La prevendita dei biglietti per tutti gli spettacoli è su www.mailticket.it o direttamente dal sito www.teatro-campogalliani.it, oppure dal giovedì al sabato dalle 17.30 alle 19 nella biglietteria del Teatrino D’Arco tel. 0376 325363 – 375 7384473.
12 dicembre 2024
MANTOVA – La Gabbia delle Scimmie, tratto da una storia vera, di Kate Moira Ryan, è stata rappresentata dall’Accademia Teatrale Francesco Campogalliani di Mantova per il giorno della memoria ’24 ed ora, torna in scena al Teatrino d’Arco di Mantova dall’11 dicembre 2024 al 27 gennaio 2025.
Il Tempo: 1942.
Il Luogo: la gabbia delle scimmie del Jardin d’Acclimatation al Bois de Boulogne di Parigi.
1942, le ultime donne americane rimaste a Parigi vengono rastrellate dalla Gestapo e rinchiuse nella gabbia delle scimmie del Jardin d’Acclimatation al Bois de Boulogne. Ancor prima delle scimmie, agli inizi del novecento, le gabbie servivano ad ospitare uno zoo umano: bantù, ottentotti, indiani…
E questa è una storia vera, così come sono reali i nomi di alcuni personaggi: Noel Haskins Murphy, Drue Leyton (ex stella di film americani di serie B), Sylvia Beach (proprietaria della Libreria Shakespeare & Co di Parigi, la prima a pubblicare l’Ulisse di Joyce), e Fern Bedaux (una donna introdotta nella migliore società, amica di Wally Simpson e moglie di un collaborazionista).
Ad esse si aggiungono due personaggi di fantasia: un giovane nazista che le donne chiamano Parsifal, tedesco ma cresciuto in America, con una forte vena di sadismo, e Marcelle, una giovane ebrea francese, ma americana per parte di padre, che viene gettata nella gabbia assieme a loro: quanto saranno disposte a rischiare per salvarla da morte certa? E fino a che punto riusciranno a spingersi per salvare se stesse?
L’Autrice
Kate Moira Ryan ha preso il suo diploma post-universitario in Drammaturgia alla Columbia University e ha iniziato la sua carriera al Young Playwright’s Festival. Insegna alla Einhorn School of the Arts/Primary Stages e tiene un corso di Master Class al New York Theatre Workshop. Da poco ha preso anche l’abilitazione per insegnare Teatro nei licei.
Nel 1985 ha vinto il Young Playwrights Festival. Da allora ha ricevuto numerosi riconoscimenti e borse di studio, da parte di varie organizzazioni, quali: la New York Foundation for the Arts, la Sumner Locke Elliott Exchange, la New Dramatists, la Sumner Locke Elliott Fellowship, la Australian National Playwrights Conference, e la Van Lier Fellowship per due anni da parte di The Women’s Project and Productions, Yaddo, MacDowell, Edward Albee e the Helene Wurlitzer Foundations, il Sundance Institute, il Trust for Mutual Understanding (Russia), Il Center for International Theatre (Russia).
Ha ricevuto anche la Brook Atkinson/Max Weitzenhoffer Fellowship del Royal National Theater di Londra. E’ stata finalista al Susan Blackburn Prize, ed ha vinto il Joseph A. Calloway Award.
La Regia
Dopo il successo di “Destinatario sconosciuto”, di K.K.Taylor, messo in scena in molti teatri e scuole dalla Campogalliani, ho scelto di presentare questo testo, mai rappresentato in Italia, per il giorno della Memoria, per raccontare una storia a latere dei campi di concentramento, ma sempre molto significativa della barbarie nazista.
E’ un’opera che mostra quanto cambino facilmente le persone a seconda del contesto in cui si trovano, soprattutto in un clima di violenza e paura, con un finale sorprendente.
96%
“ECCELLENTE”
impressioni molto positive- dialettica ottima con lunghi monologhi in lingua francese.
Regia impeccabile, interpretazioni straordinarie, scenografia efficace, costumi che definiscono il carattere dei personaggi e l’ambientazione. Un’esperienza teatrale unica che lascia il segno e che persiste nella mente dello spettatore dopo il calo del sipario. Chapeau!!!!
Un’opera teatrale mai rappresentata che affronta, in maniera insolita, il tema della memoria. È stato un viaggio emozionante e forte attraverso i vissuti dei personaggi. La scenografia ha permesso di immergerci nella situazione reale dei personaggi.. Gli attori, con interpretazioni intense e toccanti, sono riusciti a trasmettere la fragilità, la crudeltà, l’indifferenza che le relazioni umane e le situazioni della vita possono creare di fronte alla paura, alla sete di vendetta, all’ignoto, rendendo ogni scena un momento di pura emozione. In alcuni momenti le battute ci hanno fatto sorridere ma poi questi momenti si sono trasformati in tragicità. In conclusione, la regista de "La gabbia delle scimmie" ha realizzato un capolavoro teatrale che merita di essere visto e apprezzato perchè offre l’opportunità di riflettere sui valori di tolleranza, rispetto e umanità, per una società più giusta e inclusiva. Grazie a tutti dagli studenti del IV e del V anno degli Istituti Santa Paola.