4 e 5 luglio 2020 - ore 21:30
SEPÚLVEDA RACCONTA...
Storia di un gatto e del topo che diventò suo amico
Cortile d’onore di Palazzo d’ArcoLuis Sepúlveda nasce in Cile nel 1949 e cresce insieme a suo nonno, Gerardo Sepúlveda Tapia, un anarchico andaluso che fuggì in America del Sud per evitare una condanna a morte, e a suo zio, anch’egli anarchico, che gli trasmettono la passione per la politica e i libri d’avventura. Fin da giovanissimo emerge il suo talento per la scrittura che gli permette nel 1969 di vincere una borsa di studio per l’Università Lomonosov di Mosca, dalla quale però viene espulso dopo soli pochi mesi a causa, secondo alcuni, di contatti avuti con dei dissidenti, secondo altri, di una relazione amorosa con una sua professoressa.
Luis rientra in Cile e, da sempre impegnato politicamente, si iscrive al Partito Socialista e si unisce alla guardia personale del presidente Salvador Allende. Nel 1973, a seguito del colpo di Stato militare di Pinochet viene imprigionato e subisce anche tortura: viene liberato sette mesi dopo grazie al lavoro di Amnesty International.
Una volta libero riprende la carriera teatrale ispirato dalle sue convinzioni politiche. Questi spettacoli li costano un secondo arresto e una condanna all’ergastolo che viene successivamente commutata in otto anni d’esilio sempre grazie alle pressioni di Amnesty International.
Nel 1977 lascia il Cile e fugge a Buenos Aires ma non trovando l’appoggio che si aspettava – tutti i suoi amici erano morti o erano stati a loro volta arrestati – si reca prima in Paraguay, poi in Ecuador. Qui fonda una compagnia teatrale e parte per una spedizione UNESCO per studiare l’impatto della civiltà sugli Indios Shuar.
Nel 1978 si unisce ai combattimenti in Nicaragua con la brigata internazionale Simón Bolívar. Dopo la vittoria inizia a lavorare come giornalista e nel ’79 si trasferisce in Europa.
Scopre Greenpeace nel 1982 e decide di restare con uno degli equipaggi delle loro navi fino al 1987.
Torna in Cile nel 1989 – il suo primo romanzo risale proprio a quell’anno, Il vecchio che leggeva romanzi d’amore – per poi spostarsi in Spagna nel 1996, dove ha vissuto fino alla morte nel 2020, dopo aver contratto il COVID-19.Storia di un gatto e del topo che diventò suo amico
Costruita intorno ad un gatto nero e gentile, Mix, è la più breve Storia di un gatto e del topo che diventò suo amico. Confinata nell’orizzonte di un appartamento, del suo tetto e degli alberi della via sottostante, questa storia racconta di un gatto che un giorno divenne cieco e che ritrovò i suoi occhi e la gioia dell’avventura grazie all’improbabile amicizia con un topino pauroso e vigliacco. Un’amicizia e una cordialità extra-specie che è lo specchio del rapporto simbiotico, ma rispettoso e premuroso che c’è tra Mix e il suo umano, Max. Una storia di amicizia che sfonda i limiti, grazie alla fiducia e alla stima reciproca.
RACCONTI D’ESTATE
PERCORSI D’ARTE COLLEZIONISMO E TEATRO NELLA DIMORA DEI CONTI D’ARCO
PREZZO: Ingresso nel cortile d’onore di Palazzo d’Arco e spettacolo (fino a capienza di 60 posti) € 5,00
PRENOTAZIONI: È obbligatoria la prenotazione da effettuarsi esclusivamente online, a partire dal 18 giugno 2020, sul sito del museo www.museodarcomantova.it tramite il pulsante giallo “PRENOTA” da cui si potrà accedere all’acquisto in un apposito box dedicato alla rassegna.
Il numero massimo totale di persone che potranno prendere posto nella platea del Cortile d’onore (comprese quelle che hanno preventivamente effettuato la visita guidata) non potrà essere superiore alle 60 unità.
Tutto il pubblico che accede al Palazzo d’Arco dovrà essere munito di mascherina. All’ingresso sarà disponibile un dispenser per la sanificazione delle mani. Ad ogni persona verrà obbligatoriamente provata la temperatura corporea con apposito termoscanner.
dettagli
8 e 9 luglio 2020 - ore 21:30
PILLOLE DI TEATRO COMICO
Cortile d’onore di Palazzo d’Arco
MONOLOGHI
ACQUA E SAPONE
“La saponificatrice”, tratto da un fatto di cronaca vera ricostruito per il teatro. e si coglie l’aspetto grottesco di una cosa vera e non creata dalla fantasia. Il passaggio da un apparente calma e semplicità di questa “donna” alla visione distorta e maniacale del problema “pulizia” che si completa nella pazzia criminale.
L’IMPERDONABILE
Dopo anni di lunga e consolidata amicizia, un rispettabile impiegato di banca si sfoga per aver scoperto le malefatte e i tradimenti compiuti alle sue spalle dal suo migliore amico di infanzia: l’inappuntabile Faustino. A poco a poco viene a galla la torbida e perversa personalità dell’insospettabile amico con finale a sorpresa.
IL CADAVERE
Il testo ha come protagoniste Emanuele Filobello, morto prematuramente durante una cena familiare. Dall’alto dei cieli vede ancora i familiari che dopo il funerale si apprestano a cenare. Tra i ricordi degli affetti e dei momenti appena trascorsi si accorge però di un fatto gravissimo e pericolosissimo.
La pièce è caratterizzata da una critica ironica del modo di vivere contemporaneo, attraverso la descrizione della classe borghese e piccolo-borghese colta nella sua vita quotidiana.
LA DONNA INTUITIVA
Devo dire che non sono mai stata bellissima, ma agli uomini piacevo, anche se la mia forte personalità intimidiva e frenava un poco la loro passionalità. Ma mi trovavano una donna interessante. Capivano che non ero una femminuccia qualsiasi e che sarei sempre stata al loro livello. Parlo di uomini di classe, naturalmente, i soli che abbia mai preso in considerazione… Degli altri, quelli comuni, me ne servivo per un rapido usa e getta.
LA SIGNORA QUASIMODO
Le donne incarnano una saggezza sbrigativa, immediata, senza tante cerimonie, taoista, senza filosofia occidentale, attributo maschile. Un aspetto però da non sottovalutare, l’amore sessuale per il maschio che rende le donnea volte folli e criminali, come nel caso de La signora Quasimodo.
ACQUA MINERALE
di Achille Campanile
Come tanti altri episodi narrati o contenuti nelle commedie di Campanile, anche il dialogo "Acqua minerale" prende spunto dalla realtà ed in particolare da un momento importante della vita dello scrittore. Campanile è diventato padre per la nascita del figlio Gaetano, ma questa nascita è scaturita dall’unione solo religiosa con Giuseppina Bellavita, non avendo ancora, lo scrittore, ottenuto l’annullamento del precedente matrimonio. Quindi una unione, a quei tempi considerata "illegittima" e "naturale". Tutto ciò diventa il pretesto per un esilarante scambio di battute in un serratissimo dialogo con un cameriere a proposito dell’ordinazione delle bevande al ristorante. Giocando sull’equivoco che può nascere dall’uso delle parole "naturale"- "minerale" e “legittimo", Campanile inserisce la sua vicenda personale che lo angoscia, risolvendola in modo ironico. Alla fine non si sa più se è l’acqua ad essere minerale o naturale o legittima o, viceversa, il figlio.
11 luglio 2020 - ore 21:30
L’AMOR MORTO
Cortile d’onore di Palazzo d’Arco
Vincenzo I Gonzaga, Duca di Mantova e del Monferrato, Principe del Sacro Romano Impero, nato il 21 settembre 1562 e morto il 18 febbraio 1612, fu uno dei grandi principi rinascimentali che si distinse per la sua prodigalità, le sue intemperanze, l’amore per il lusso più sfrenato e, non da ultimo, per l’ardente passionalità; figura emblematica di un tardo rinascimento mantovano ormai tendente al barocco, che fu ispirazione di affascinati storie che si misero in moto la fantasia di scrittori, musicisti e registi. Di Vincenzo e della sua straordinaria ed ardente potenza si possono rintracciare i caratteri nel duca rapinatore e libidinoso del “Rigoletto” di Giuseppe Verdi; nelle intricate vicende raccontate nel romanzo “I segreti dei Gonzaga” di Maria Bellonci, fino ad arrivare alla trasposizione cinematografica di Pasquale Festa Campanile che lo vide protagonista della famosa “prova d’amore” nel film “Una vergine per il Principe” del 1965 per l’interpretazione di Vittorio Gassman e Virna Lisi.
Il Duca che a soli 47 anni da felicemente potente diventò drammaticamente “impotente”, organizzò in fretta e furia una missione segreta alla ricerca del “gusano”, il portentoso e sconosciuto afrodisiaco che avrebbe potuto ridargli l’antica potenza. La rocambolesca e divertente vicenda viene raccontata attraverso la riduzione in forma di lettura scenica del sapido romanzo “L’Amor Morto” di Stefano Scansani, edito da Mondadori nel 1991.
15 luglio 2020 - ore 21:30
SHAKESPEARE SONNETS & DREAMS
Cortile d’onore di Palazzo d’Arco
Una serata di fantasie shakespeariane…
Due fantasie di Shakespeare, l’allegro combinaguai Puck del Sogno di una Notte di Mezz’Estate, e il fedele, etereo Ariel della Tempesta, incorniciano una fantasia su Shakespeare, scrittore di sonetti.
Centocinquantaquattro sonetti, i sonetti per eccellenza della letteratura inglese, un centinaio e mezzo di piccole, perfette perle poetiche – e non ne sappiamo quasi nulla.
Per chi furono scritti? Raccontano una storia? C’è qualcosa di autobiografico? Chi sono i personaggi che li popolano...?
Attorno a queste domande, Chiara Prezzavento intreccia una storia d’amore, tradimento e poesia che mostra uno Shakespeare innamorato, geloso, irragionevole – e così umano: l’Uomo dei Sonetti.
18 luglio 2020 - ore 21:30
TEATRO AL TEMPO DEL VIRUS
Cortile d’onore di Palazzo d’Arco
Ai primi di marzo tutto si ferma. Il teatro chiude. Spettacoli, prove, lezioni, saggi – tutto è sospeso per lunghi mesi. Nell’incertezza e nell’attesa, tuttavia, l’Accademia non perde di vista gli allievi della Scuola di Teatro. Il filo del contatto si mantiene vivo attraverso la tecnologia. Gli allievi provano a distanza, leggono, guardano teatro, scrivono, provano e registrano in video piccoli brani…
Una soluzione immediata che non vuole sostituirsi tout court alla precedente attività – ma mira a mantenere un legame costante con gli allievi dei nostri corsi; regalare a tutti noi dei momenti di svago per liberare la fantasia e sfogare la frenesia durante la clausura forzata; divertire e divertirci come tante volte abbiamo fatto durante i nostri spettacoli…
Ed è proprio questo lavoro che si vuole raccogliere ne Il Teatro al Tempo del Virus, in una tessitura di brani di autori diversissimi per epoca, provenienza e intento, proposti dagli allievi – tra pezzi di saggio e scelte personali: teatro, narrativa e poesia s’intrecciano in una piccola celebrazione dell’arte come sollievo e punto di riferimento anche nei tempi più difficili.
22 luglio 2020 - ore 21:30
Le viaggiatrici del passato
AMELIA EARHART
LA PRIMA PILOTA DI AEREI
Cortile d’onore di Palazzo d’Arco
Scomparsa all’età di 40 anni, nel 1937, durante un volo sull’oceano Pacifico, così Amelia Earhart si consegna nelle mani del mito: una fine tragica, misteriosa, ricca di punti oscuri che ancora oggi, a 83 anni di distanza, ci fa parlare di lei.
Pioniera dell’aviazione al femminile, conseguì giovanissima il brevetto di volo. Da quel momento la sua terra divenne il cielo e il sogno di volare divenne realtà. Nel 1928, grazie alla traversata atlantica a bordo del “Friendship”, il mondo intero la conosce e la consacra regina indiscussa dei cieli.
Spirito libero ed avventuroso, incapace di rimanere fermo e, soprattutto, con i piedi a terra. La lettura di stasera, tratta dalla sua biografia del 1932, ci racconterà un lato di Amelia che non tutti conoscono: da come è nata la passione per l’aviazione fino agli interrogativi sul futuro stesso dell’aviazione.
25 luglio 2020 - ore 21:30
Le viaggiatrici del passato
NELLIE BLY
IL GIRO DEL MONDO IN 72 GIORNI
Cortile d’onore di Palazzo d’Arco
Elizabeth Cochran(e) aveva 16 anni quando scrisse il suo primo articolo, contestando appassionatamente l’idea che le ragazze fossero fatte solo per la maternità e la casa – impressionando il direttore del Pittsburgh Dispatch, e guadagnandosi il suo primo lavoro da giornalista, sotto uno pseudonimo ispirato a una canzone in voga: Nellie Bly.
A 21 anni, decisa a fare “qualcosa che nessun’altra ragazza aveva mai fatto”, trascorse sei mesi in Messico, scrivendo corrispondenze sulla vita locale e mettendosi nei guai con la dittatura di Porfirio Dìaz per avere difeso la libertà di stampa. Aveva 23 anni quando trascorse dieci giorni sotto copertura in un manicomio per denunciare le condizioni di vita delle malate di mente, e ne aveva 25 quando intraprese il giro del mondo, nell’intento di seguire l’itinerario di Phileas Fogg, il celebre personaggio di Jules Verne, e batterne il teorico record di ottanta giorni. A chi le diceva che una donna non avrebbe mai potuto compiere da sola un simile viaggio, Nellie rispondeva che niente è impossibile, se si applica la giusta energia nella giusta direzione.
Intrepida, determinata, pratica, piena di curiosità e di buon umore, acuta e ingenua al tempo stesso, Nellie viaggia contro il tempo, per scommessa e per lavoro, per dimostrare che nulla è impossibile a una donna risoluta, e per scoprire il mondo con gli occhi di una ragazza americana del tardo Ottocento.
29 luglio 2020 - ore 21:30
CAPPUCCETTO ROSSO E FIABE MANTOVANE
Cortile d’onore di Palazzo d’Arco
CAPPUCCETTO ROSSO
“A mille ce n’è nel mio cuore di fiabe da narrar…”
“Cappuccetto Rosso”: una fiaba senza tempo. Un grande classico che ha affascinato (e affascina) generazioni di bambini. Una delle fiabe più popolari al mondo, di cui esistono numerose varianti. Le versioni più note sono quelle di Charles Perrault del 1697 e quella dei fratelli Grimm del 1857. Nel… 2020, a Palazzo d’Arco, la Campogalliani ne rappresenta una versione comica, grottesca, un po’ irriverente, a tratti…dissacrante. La lettura animata farà rivivere Cappuccetto attraverso molteplici variazioni stilistiche, in un carosello di sfumature farsesche e giocose.
A tutti……in bocca al lupo!!!!
FIABE MANTOVANE
Le fiabe mantovane raccolte a fine Ottocento da un giovane professore di liceo, Isaia Visentini, sono gustose storie che costituiscono un carosello pirotecnico di oggetti magici, animali parlanti, contadini dalla forza erculea, principi e cenerentole. La fantasia popolare ha sempre avuto solide radici nella realtà, parte dall’osservazione concreta del malessere quotidiano per cercare di realizzare quel sogno di giustizia e di uguaglianza che almeno nella favola può trionfare. In quasi tutte queste fiabe si ripete sempre uno stesso schema di racconto: la condizione di partenza è la miseria o, se si tratta di re, principesse e cavalieri, la prigionia o la sofferenza e attraverso la prova di bravura o di forza o di costanza, si arriva al “lieto fine”.
E vissero tutti felici e contenti.
1 agosto 2020 - ore 21:30
Le viaggiatrici del passato
ANNIE COHEN KOPCHOVSKY
LA PRIMA DONNA CHE GIRÒ IL MONDO IN BICICLETTA
Cortile d’onore di Palazzo d’Arco
Annie Cohen è una giovane donna “free thinking” che si reinventò come la coraggiosa “Annie Londonderry” intraprendente, atleta e globetrotter.
Nasce in Lettonia nel 1870. A 5 anni emigra con i genitori a Boston. Nel 1888 sposa Max Kopchovsky, un venditore ambulante. Nei successivi 4 anni la coppia ha 3 figli. Annie ha 23 anni quando decide di tentare un’impresa che la terrà lontana da Boston e dalla famiglia per 15 mesi: fare il giro del mondo in bicicletta. Tutto nasce dalla scommessa fra due ricchi bostoniani sul fatto che una donna riesca a completare il giro del mondo su una bici, come fece 10 anni prima Thomas Stevens. L’avventura è ritenuta proibitiva per una ragazza, e se inforchiamo gli
occhiali di fine ottocento, ci rendiamo conto del perché. Le strade non sono certo come quelle odierne, ma attraversano fiumi e deserti, praterie incolte e sentieri polverosi, contorti e faticosissimi da percorrere. Le donne in bici sono più uniche che rare: l’abbigliamento è già un ostacolo, poi il ciclismo è sconsigliato come attività dannosa per la salute e gravosa per la corporatura fragile. Addirittura ci sono associazioni che lo proibiscono denunciando l’eccitazione sessuale che deriverebbe dalla posizione sul sellino combinata col movimento della pedalata.
Con queste premesse, Annie accetta la sfida: dovrà essere di ritorno entro 15 mesi. Un imprenditore locale sponsorizza con 100 dollari il viaggio in cambio del marchio Londonderry Spring Water sulla bici. Da quel giorno Annie Cohen Kopchovsky sarà ricordata come Annie Londonderry. Il 25 giugno del 1894 parte da Boston. A salutarla c’è mezza città. Mancano il marito e il fratello.
Annie parte con un solo cambio di vestiti e un revolver dal manico di madreperla, in sella a una pesantissima Columbia, adatta ai suoi abiti. A Chicago la cambierà con una Sterling, più leggera e col telaio da uomo, che le richiede un cambio di abbigliamento: di lì in poi indosserà dei calzoncini, una cosa mai vista, una rivoluzione.
Pedala pedala ecco Parigi, Istanbul, Bombay, la Cina, il Giappone, quindi San Francisco e un durissimo coast-to-coast. Certo, non va sempre in bici, sale anche su treni e navi. Ma diventa un mito, nelle città che attraversa i ciclisti le corrono al fianco, la gente applaude e lancia fiori, riceve 400 proposte di matrimonio.
Per pagarsi le spese vende le sue foto autografate e si improvvisa reporter. Sulla strada incontra banditi, cade più volte, rischia di andare sotto un treno, prende la polmonite, investe un gruppo di maiali e si rompe un polso, finisce all’ospedale dopo lo scontro con un cavallo imbizzarrito. Ma non molla: arriva a Boston prima che siano scaduti i 15 mesi. Il contachilometri della sua Sterling segna 15.455 km. In tutto afferma di averne percorsi 41.841. Riscuote il premio, di cui non si conosce l’ammontare, e si trasferisce a New York con la famiglia. Qui pubblica i reportage per il New York World firmandosi “La nuova donna”. Morirà dimenticata da tutti nel 1947.
5 agosto 2020 - ore 21:30
LE RELAZIONI PERICOLOSE
Cortile d’onore di Palazzo d’Arco
Romanzo epistolare lucido e amaro, altamente drammatico, implacabile atto d’accusa contro i costumi della nobiltà cortigiana, il libro suscitò grande scandalo nella Francia del XVIII secolo. Laclos presenta il quadro realistico di una società moralmente dissoluta e crudele attraverso gli intrighi intessuti da due libertini senza scrupoli - un visconte e una marchesa - per giungere, attraverso il raggiro e senza la minima cura per l’altrui rovina, all’autentico possesso, fisico e morale, di altri esseri gravitanti attorno al loro mondo.
Il visconte di Valmont, cinico seduttore, ha deciso di conquistare la castissima Madame de Tourvel. Confida il suo progetto alla marchesa de Merteuil, sua ex amante e sfrenata libertina. Sarà lei a guidare a distanza le avventure di Valmont, imponendogli di rispettare il codice libertino. Gli consiglia innanzitutto di conquistare la timida Cécile de Volanges, appena uscita di convento e promessa a un uomo di cui la marchesa si vuole vendicare.
Cécile si innamora del giovane Danceny, e Valmont riesce a sedurla ponendosi come intermediario tra lei ed il giovane.
Grazie ad alcuni stratagemmi il visconte vince anche le resistenze di M.me de Tourvel riuscendo a possederla anche carnalmente; ciò nonostante la marchesa lo obbliga a rompere quest’ultima relazione. Valmont scrive una lettera di rottura a M.me de Tourvel nella speranza, che risulterà vana, di riottenere i favori della sua ex amante. La lotta fra i due libertini è ormai inevitabile e la marchesa rivela a Danceny la relazione fra Valmont e Cécile. I due si battono in duello e Valmont muore, ma non prima di aver consegnato al giovane le lettere che smascherano le trame della marchesa di Merteuil. La marchesa, sfigurata dal vaiolo e conosciuta finalmente nella sua reale natura, si isola dalla società, mentre M.me de Tourvel e Cécile si ritirano in convento dove la prima morirà poco dopo.