L’intensa stagione teatrale dell’Accademia Campogalliani proseguirà sabato 18 febbraio alle 20.45 al Teatrino di Palazzo d’Arco con un debutto in anteprima assoluta per l’Italia del testo contemporaneo Assenze di Peter Floyd, tradotto da Antonia Brancati, per la regia di Mario Zolin. Come sempre la storica compagnia mantovana è attenta a proporre, accanto a testi classici o di più immediato condivisione, autori di teatro contemporaneo italiano o straniero e spesso novità assolute, come in questo caso. Peter Floyd, nativo del New Hampshire, laureato in scienze politiche al MIT di Boston, dove vive, si è sempre interessato al teatro e ha cominciato a lavorare come attore e regista con numerosi gruppi teatrali locali. La sua carriera di autore ha avuto inizio nel 2005 con la commedia breve The Little Death e da allora non ha più smesso di scrivere per il teatro. Nel 2010 ha cominciato a studiare drammaturgia alla Boston University, ottenendo il titolo di Master of Fine Arts nel gennaio 2012. Durante il suo corso di studi ha composto Absence che, dopo aver vinto numerosi premi, è andato in scena con successo al Boston Plywrights Theatre nel 2014. Assenze è una storia d’amore, la storia di Helen Bastion, una matura matriarca con una volontà di ferro. Anche se in famiglia i rapporti sono difficili per la sua infaticabile azione di controllo su tutto e tutti, è comunque una storia d’amore. Compaiono i primi vuoti di memoria, all’inizio negati, in seguito mascherati, ma poi inevitabilmente sconvolgenti. Helen non ha alcuna intenzione di lasciarsi scivolare nell’oblio. Il suo mondo però diventa sempre più caotico. Vorrebbe ritrovare un rapporto con la figlia Barb, che ha deluso le sue attese e provocato la sua disapprovazione, ma le parole perdono via via di significato e il dialogo diventa sempre più difficile. La sua corazza d’acciaio comincia a sgretolarsi. Le sue facoltà mnemoniche diventano sempre più confuse, tuttavia conservano memoria affettiva, sensibilità, intelligenza, astuzia, abilità dialettica. Helen si sforza disperatamente di trovare un significato a una esistenza che sta lentamente e inesorabilmente diventando un involucro vuoto… ed ecco apparire il dottor Bright. Con lui Helen arriva a valutare in modo nuovo la sua nuova vita senza tempo né memoria, a scoprire un orizzonte diverso, non privo di poesia e leggerezza: dichiara Helen "Libera. Mi sento libera….". La forza del testo sta nella capacità di proiettare lo spettatore all’interno di una vicenda che per sua natura è cruda, disarmante ma anche affascinante. La sfida della messinscena si è dimostrata subito ardua: ambienti diversi nei quali collocare la storia e i suoi protagonisti, salti temporali da sottolineare durante lo svolgimento delle varie scene. Per dipanare questa matassa il regista Mario Zolin si è affidato all’uso finalizzato delle luci, agli effetti sonori e alle musiche che devono scandire i diversi momenti della storia. La scenografia ricorda lo skyline di una città americana. Si tratta quindi di un esterno, ma può essere anche un interno, un piano su cui far comparire immagini di ricordi, o una barriera tra la protagonista e gli altri personaggi. Gli elementi d’arredo sono al minimo. Gli interpreti: Francesca Campogalliani (nel ruolo di Helen Bastion), Mario Zolin (il marito David), Eleonora Ghisi (la figlia Barb), Margherita Governi (la nipote Samantha), Gabriella Pezzoli (la dottoressa Delane/la signora Moss), Stefano Bonisoli (il dottor Bright) e Cecilia Cantarelli (la voce di Helen da bambina). Le scenografie e i costumi sono stati ideati dallo stesso regista Mario Zolin e da Diego Fusari, gli interventi sonori originali da Nicola Martinelli, le luci da Giorgio Codognola, la direzione scenica è di Marina Alberini, scenografie di Enzo Busoli. Repliche fino al 23 marzo con rappresentazioni al venerdì e sabato alle 20.45 e le domeniche alle 16. Le prenotazioni si possono già effettuare alla biglietteria del Teatrino di Palazzo d’Arco dal mercoledì al sabato dalle 17 alle 18.30 (0376 325363 o via mail: biglietteria@teatro-campogalliani.it)