Finita la stagione al Teatrino d’Arco con “Il fantasma di Canterville” di Oscar Wilde, non può dirsi conclusa l’attività della Campogalliani che, anzi, sta proseguendo il proprio impegno in altre prestigiose sedi teatrali fuori Mantova. In un contesto originale ed inconsueto di recente la Campogalliani ha proposto con successo “Destinatario sconosciuto”, lo spettacolo realizzato in occasione della Giornata della Memoria tratto dal libro di Katherine Kressman Taylor, a Provaglio d’Iseo (Brescia) nella splendida cornice del Monastero di San Pietro in Lamosa. Diego Fusari, Michele Romualdi e Serena Zerbetto, hanno ricevuto un grande apprezzamento dal numeroso pubblico. A Canneto invece è andata in scena la scorsa settimana “La dodicesima notte"” di Shakespeare per la regia di Maria Grazia Bettini, accolto con successo dal pubblico. In attesa degli appuntamenti estivi che si prevedono numerosi, sabato 27 maggio, la Campogalliani avrà il privilegio di recitare al teatro Olimpico di Vicenza con “Le intellettuali” di Molière . Il tanto atteso evento è il risultato del premio ricevuto a Vicenza come miglior Compagnia al Festival Nazionale “Maschera d’oro 2017” riconosciuto a “Il Trigamo” di Piero Chiara con la regia di Maria Grazia Bettini.La Scuola di Teatro F. Campogalliani ha presentato, questa sera, “Attese”, saggio conclusivo che vede coinvolti i corsisti del suo secondo anno. Lo spettatore siede nel teatrino di Palazzo D’Arco come in un’immensa conchiglia che abbia catturato la voce dell’animo femminile per custodirla ed offrirla al suo orecchio. Con una precisione quasi cinematografica, la regia di Zolin fissa le posture degli attori conferendo ai quadri un’ammirevole simmetria e ridonando potenza ieratica ed evocativa all’intelligente parsimonia di pochi gesti perfettamente calibrati. Convincono gli accostamenti letterari che danno vita all’intarsio poetico del recitato. Le atmosfere oniriche, brumose ed indefinite de’ “Il Marinaio” del Pessoa lasciano il posto al ruvido realismo del lamento ancestrale cantato da Euripide nelle “Troiane”; l’attesa del mistero gioioso della maternità nell’opera della poetessa Elena Miglioli si inabissa nel dolore sordo di Andromaca per Astianatte, di Ecuba per i suoi figli trucidati dagli Achei. Sono ottime le scelte di Martinelli al quale è affidato l’adattamento musicale: l’uso discreto ed elegante di musiche d’atmosfera non sovrasta l’alta poesia dei testi ma li sottolinea, ne valorizza la dizione. L’illuminotecnica dell’esperto Codognola traduce con una colorimetria minimalista lo spirito dell’allestimento registico e pone un’indelebile firma d’autore nello spezzone che conclude il quadro delle “Troiane”. Gli attori sono ben diretti, intensi e concentrati nell’esecuzione del difficile compito. Consiglio la visione di questo saggio, che replicherà sabato ventisette e domenica ventotto maggio.