Oggi alle 21 nel giardino del Museo Virgiliano di Pietole l’Accademia teatrale Campogalliani rappresenterà in forma di lettura scenica drammatizzata Il testamento di Virgilio di Chiara Prezzavento, per la regia di Maria Grazia Bettini, su iniziativa dell’associazione culturale Borgocultura e col patrocinio del Comune di Borgo Virgilio. Già Dante identificava con Pietole l’antica Andes che diede i natali a Virgilio e proprio qui sorge il museo virgiliano con il suo incantevole giardino; un altro luogo affascinante per ambientare questo spettacolo che è già stato rappresentato in luoghi quali il teatro Bibiena e la Biblioteca Teresiana, oltre al teatrino di palazzo d’Arco.Tradizione vuole che, in punto di morte, Virgilio abbia chiesto con insistenza la distruzione della sua opera incompiuta, il poema epico che ancora non si chiamava Eneide. Ma il poema era una straordinaria celebrazione di Roma e del suo mito, bella nella sua incompiutezza: Vario Rufo, poeta a sua volta e amico di Virgilio, non obbedì alla richiesta ed ebbe da Augusto l’incarico di curare la pubblicazione dell’Eneide così come Virgilio l’aveva lasciata. È per una disobbedienza alla volontà di un amico defunto che il poema è giunto a noi attraverso venti secoli, con l’occasionale verso imperfetto, con qualche incoerenza, con le sue asimmetrie narrative e con un eroe cui forse l’autore non ha fatto in tempo a instillare, a completamento delle virtù romane, la scintilla vitale. I latinisti si sono interrogati a non finire sul brusco finale del Libro XII, e innumerevoli generazioni di studenti ginnasiali, compresa l’autrice de Il testamento di Virgilio, hanno storto il naso davanti al Pio Enea, più paradigma di obbedienza e abnegazione che essere umano. «Rileggendo il poema con occhi adulti, e con la libertà e il gusto di cui non avevo beneficiato sui banchi di scuola - spiega Prezzavento - mi sono trovata a meditare, più che sulle vicende di Enea e dei suoi, su ciò che Virgilio non ebbe tempo di compiere prima di morire. La tentazione di considerare la gelida caratterizzazione di Enea un difetto da prima stesura era irresistibile - e non ho resistito. . Dove storiografia e filologia non possono giungere, al teatro è consentito tessere una riflessione sul rapporto tra l’autore e la sua opera. ». Gli interpreti dello spettacolo sono Diego Fusari, Andrea Flora, Mario Zolin, Rossella Avanzi, Riccardo Fornoni, Adolfo Vaini, Francesca Campogalliani, Stefano Bonisoli, Valentina Durantini, Anna Bianchi, Chiara Benazzi, Donata Bosco, Alessandra Mattioli, Annalaura Melotti e Serena Zerbetto. I costumi sono stati ideati da Francesca Campogalliani e Diego Fusari, le musiche originali sono state composte dal compianto maestro Stefano Gueresi, le luci curate da Giorgio Codognola, il sonoro da Nicola Martinelli, i movimenti coreografici da Selene Gola e la direzione scenica è di Lorenza Becchi.