TEATRINO D’ARCO
NON SPARATE SUL POSTINO.Non dalle alchimie dell’umorismo, ma dal repertorio degli equivoci, che ancora ricorrevano nel varietà degli anni Sessanta, una miscela di ingenuità e storditezza, nasce la prima comicità di “Non sparate sul postino!” dell’inglese Derek Benfield.
Sulla soglia del castello degli Elrood, la Lady del luogo riceve Miss Partridge, cui affida il compito di guida che illustra il maniero agli eventuali turisti.
Ma in Ada, la cameriera, sorge l’equivoco chi sia la Partridge, se la sconosciuta si chiama Guida.
A togliere la situazione dallo stallo interviene l’interpretazione di Francesca Campogalliani che si lancia in una parodia della nubile, succube del fascino dell’aristocrazia, e delle voci della Storia, che esterna con versi ed espressioni e mimiche si sincera comicità.
Il meglio del settore prosegue con la presenza di due provinciali, Maggie e suo marito Bert, Serena Zerbetto e Daniele Pizzoli, perfetti nei modi da buzzurro l’uomo, di devozione alla nobiltà la donna, che su ogni incidente di percorso sorvola, filtrandola con i suoi occhi, ammirati, ed entusisti di sorseggiare il té con la Lady. Intanto il coniuge, zotico sempre, si riempie le tasche di sollette di zucchero e la bocca di pasticcini.
Il titolo nasce dalle inclinazioni di Lord Elrood, il tonitruante Adolfo Vaini, che militare in pensione ossessionato dalle spie russe spara a chiunque avvisti in giardino, il postino prima di tutti, come se praticasse la cacia alla volpe (Horn Gallop).
Sua moglie, Gabiella Pezzoli, con ammirevole flemma, non si dà pena, sapendolo incapace di colpire un bersaglio. Il suo problema è invece come raggranellare qualche scellino, ignorando d’avere in casa un Rubens (in vero taroccato, la celebre “Elena Fourment con la pelliccia”, tagliata al busto, e il petto censurato). Lo scopre allorché due truci ladri giungono al castello, per punire suo genero che involontariamente li aveva fotografati all’uscita della banca.
Con la loro presenza, intenzionati come sono a ripagarsi dello scacco con il Rubens, scatta il meccanismo della pièce eminentemente dinamico, secondo l’aureo modello di Georges Feydeau (“L’albergo del libero scambio”).
Il quadro scende e sale alla parete, i ladri si nascondono in una porta segreta e via di corsa in tondo, dentro e fuori, con tutti ora inseguitori ora inseguiti, con la briosa allegra colonna sonora di Nicola Martinelli.
Al gruppo dei personaggi si unisce in extremis, oltre alla figlia in mimica da fumetto, Rossella Avanzi, anche un adulto capo scout, altissimo in pantaloncini corti, Giancarlo Braglia, che completa la galleria di chi fa ridere.
Da notare la bella idea della regia di Grazia Bettini, di rendere Maggie e Bert spettatori divertiti di quella che credono una commedia delle sorprese allestita per loro. Un divertissement giocoso da week-end con pioggia inglese.