VICENZA
Il pungente umorismo di Molière torna a rivivere sul palco del Teatro San Marco di Vicenza, grazie allo spettacolo "La scuola delle mogli" portato in scena dalla storica accademia teatrale mantovana Campogalliani, per la 28esima edizione del festival nazionale Maschera d’Oro. Lo scandalo di cui fu oggetto la commedia nel lontano 1662, soprattutto tra i nobili francesi dell’epoca, lascia oggi spazio alle risate e agli applausi, per uno spettacolo che ha piacevolmente coinvolto il numeroso pubblico vicentino dalla prima fino all’ultima battuta, grazie anche alla sapiente regia di Mario Zolin. Sullo sfondo di una scenografia volutamente spoglia, dovuta ad un allestimento semplice, essenziale, che comprende una panchina, uno sgabello e una porta, risaltano i magnifici costumi indossati dagli interpreti, così realistici e ben confezionati da proiettare lo spettatore nella società parigina di metà Seicento. Mattatore assoluto della serata, il bravissimo Claudio Madoglio, protagonista di un’interpretazione tanto magistrale da far passare quasi in secondo piano quella degli altri (seppur apprezzabili) attori. L’uomo, sbeffeggia i nobili della città etichettandoli come cornuti e sottolinea che un marito, per non rischiare di subire un tradimento dalla propria consorte, debba crescere la propria futura moglie nell’ignoranza più totale. Ma l’ingenuità, a volte, può essere un’arma a doppio taglio. La giovane infatti, sorvegliata dai due servitori di Arnolfo, si innamora di Orazio (Riccardo Fornoni), figlio di Oronte (Sergio Negri), grande amico del cinico borghese. La vicenda prende dunque una piega inaspettata per Arnolfo che, scoprendo di avere un rivale in amore, inizia una spietata "lotta" a distanza con Orazio, nel tentativo di boicottare gli incontri dei due giovani. Lo spettacolo, tra equivoci e sotterfugi, si conclude con un piacevole lieto fine, accolto dallo scroscio incessante degli applausi del pubblico.