Mantova
L’avvicinarsi delle feste di Natale porta con sè una delle storie più note legate a questo periodo dell’anno, ovvero “Canto di Natale” di Charles Dickens. Una storia che risulta essere ancora più bella se vista a teatro. Questo fine settimana, da venerdì a domenica, sarà possibile vedere le vicende di Ebenezer Scrooge e dei tre spiriti del Natale, portate in scena al Teatrino d’Arco dagli attori dell’Accademia Campogalliani. Il palco si presenterà come un ufficio spoglio e freddo con una finestra sulle strade di Londra che si prepara al Natale con canti e raccolta fondi per gli indigenti. Le scene si susseguono veloci come pensieri o sogni, nel viaggio tanto interiore quanto esteriore di Scrooge, il quale si risveglia come una persona diversa e capace di rimediare agli errori fatti anche nel solo tempo che rimane. Il Canto è un racconto fantastico ma che racchiude verità profonde: ripercorrere la propria vita, riflettere sugli errori commessi per avidità, egoismo, insensibilità, per poter diventare una persona migliore, con sé stessi e con gli altri. La storia del vecchio avaro Scrooge e dei tre Spiriti in una Londra fuligginosa e affollata, capace delle miserie più meschine come della più calorosa generosità, era destinata a diventare l’opera più celebre di Dickens, ma anche a forgiare una nuova immagine delle celebrazioni natalizie, fatta di legami familiari, di condivisione, di agrifogli e frutta candita, di calore umano, di gentilezza e gioia. Dickens ha creato un Natale del cuore dalla solennità misteriosa, felice e attraente al di là del suo significato strettamente religioso, un appello universale alla fraternità e agli affetti. È questo spirito che la regia vuole restituire sulla scena in Canto di Natale, adattato e tradotto appositamente da Chiara Prezzavento. Ebenezer Scrooge, il mite scrivano Cratchit e una piccola folla di spiriti, cantori, bambini e pessimi soggetti popolano una vivace, magica parabola moderna capace di commuovere e divertire al tempo stesso, nella migliore tradizione dickensiana.