Risate a non finire con le paranoie della middle class
La Campogalliani propone «Rumors» di Neil Simon, autore americano scomparso di recente. Un cast affiatato per la regia di Mario Zolin
31/03/2019
di Maria Luisa Abate
Uno dei più grandi commediografi di tutti i tempi, Neil Simon, è in scena al teatrino d’Arco di Mantova con Rumors, una pièce brillante non di meno drammaturgicamente solida.
L’attore newyorkese scomparso lo scorsso anno ha vinto un Pulitzer, tre Tony award (il massimo riconoscimento del teatro) ed è stato candidato quattro volte all’Oscar, senza mai conquistarlo per quelle insensate leggi che privilegiano la lacrima dimenticando che è assai più difficile suscitare risate sagaci. L’ironia di Simon, al di là delle battute folgoranti, si basa sui caratteri dei personaggi, risibili nel modo di pensare, nell’assurdità del normale comportamento. Uno spaccato delle middle class che vive come prioritario il bisogno di ritagliarsi un posto nel mondo vacuo delle convenzioni sociali. Simon mette in luce con divertita leggerezza le debolezze dell’uomo medio, le sue nevrosi e le sue fragilità, le frustrazioni e le manie, le ansie e le aspirazioni. Humus fertile sul quale si sono “spartiti di compiti” la regia e la compagnia attoriale. Mario Zolin ha ulteriormente lubrificato il meccanismo teatrale già di per sé oliato e ben sostenuto il ritmo vorticoso fino a travolgere il pubblico. Gli attori dell’accademia Campogalliani hanno nettamente scandito i rispettivi ruoli con maestria professionale. Il plot narra di un presunto suicida: un protagonista che Simon mai fa apparire in scena. Il maldestro colpo di pistola dell’invisibile padrone di casa sortisce esiti da infortunio domestico e lascia le coppie di invitati in salotto a edificare sconclusionati castelli di bugie per tenere celato l’accaduto. Le frottole hanno vita breve, tutti vengono a conoscenza dei fatti, ma sono le dicerie ad avere il sopravvento. Nulla appare più ponderato della superficialità dei pettegolezzi, dei rumors, sui quali si innesta una serie di incidenti e di fraintendimenti. Strepitosi e perfettamente padroni dei tempi comici Isabella Bertolini e Diego Fusari, l’una maschera l’apprensione nella calma serafica, l’altro cagione delle ansie altrui, esagitato e reso sordo dallo sparo. In calibrato affiatamento Eleonora Ghisi e Salvatore Luzio, di composta mondanità la prima e pragmatico il secondo; Rossella Avanzi e Giampiero Marra, riflessivo lui, non particolarmente sveglia lei; Anna Bianchi e Stefano Bonisoli, moglie gelosa e snob e marito compassato; infine il poliziotto Marco Federici, destinato a premiare la bellezza della sceneggiata inventata dai malcapitati. Ilarità e consensi più che meritati. Repliche fino al 28 aprile.