Canto di Natale: una straordinaria interpretazione della Campogalliani, una splendida regia e una versione molto efficace
Un altro spettacolo di Natale da non perdere al Teatrino d’Arco: Canto di Natale di Charles Dickens segue il Fantasma di Canterville dell’anno scorso (ne potete leggere una recensione qui). Là una farsa nello stile tutto inglese degli spettacoli delle feste, oggi invece il racconto natalizio per antonomasia, quello che vede Scrooge passare dall’avversione al Natale alla pienezza dello spirito natalizio grazie all’intervento di un fantasma e dei natali passati, presenti e futuri.
Se la versione del Fantasma di Canterville era incantevole, questo Canto di Natale è davvero magico come solo i classici sanno essere e in una versione, interpretazione, allestimento e regia davvero splendidi*. Tutti abbiamo letto la storia di Scrooge e l’abbiamo vista in miriadi di versioni: dal cinema ai cartoni, dai pupazzi ai fumetti**. Tuttavia questa versione teatrale ha davvero qualcosa in più: ti fa entrare davvero nello studio di Scrooge, ti porta nella Londra dell’Ottocento, in uno di quei quadretti natalizi che sembrano presi dalle figurine dei carillon o dalle illustrazioni di Natale.
Ma come quelli rimangono solo belli da vedere, il Canto di Natale dell’Accademia Campogalliani è tutto da vivere.
Quando ho avuto la fortuna di assistere ad una delle rappresentazioni (purtroppo, o per fortuna, lo spettacolo è esaurito fino alla fine delle repliche) ho vissuto davvero la magia del teatro, la sospensione dell’incredulità: i fantasmi del Natale per me erano davvero lì e ti facevano riflettere e pensare che c’è sempre modo di cambiare le cose. Quando i cantori entrano in scena sembra davvero di essere in una via di Londra con l’Esercito della Salvezza a raccogliere fondi per i poveri. Quando suonano i rintocchi della mezzanotte vivi l’attesa di vedere gli spiriti dei Natali: lo sai che arriveranno ma ogni volta è una sorpresa. Perfetta anche la scelta di non prevedere intervalli ma di far crescere l’emozione del pubblico che alla fine si scioglie nella scena finale che vede tutti gli attori sulla scena (e sono ben venti) interpretare concretamente il titolo cantando una carola natalizia. Che altro dire se non che sarebbe un peccato perdersi questo spettacolo che regala momenti di assoluta felicità (l’anno prossimo tornerà in calendario***).
*La regia davvero perfetta è di Maria Grazia Bettini. La riduzione che non perde assolutamente l’incanto della storia originale ma anzi ne fa cogliere tutti gli elementi magici è di Chiara Prezzavento. Bravi tutti gli attori con un Adolfo Vaini che fa uno Scrooge davvero efficace e uno splendido cameo di Francesca Campogalliani nella parte della domestica dell’avaro, Mrs Gamp. Una menzione particolare alle luci di Giorgio Codognola che trasformano il palcoscenico del Teatrino in una serie di quadri luminosi che regalano atmosfera e magia e accompagnano e assecondano le emozioni del pubblico.
**Tra le più recenti versioni cinematografiche ricordiamo “L’uomo che inventò il Natale” (2017) e “A Christmas Carol” di Robert Zemeckis (2009). Per i cartoni dobbiamo far riferimento a Il Canto di Natale di Topolino (1983) con Topolino nella parte dell’impiegato Cratchit, Paperon de’ Paperoni nella parte di Scrooge e Paperino di Fred, il nipote dell’avaro. Molto efficace anche la versione a pupazzi dei Muppet dal titolo The Muppet Christmas Carol (1992) con Michael Caine nei panni di Scrooge. Per i fumetti ricordiamo ancora i personaggi Disney con un volume dal titolo Canto di Natale che presenta varie storie e alcune differenze rispetto a quella a cartoni animati.
***Un’idea potrebbe essere quella di fare almeno una rappresentazione all’anno di Canto di Natale per renderla tradizione come nel caso di Trappola per topi di Agatha Christie.