Con “Ridi che ti passa” si torna
a teatro con la Campogalliani
Lo spettacolo, tratto dai testi di Campanini, va in scena il 29 e 30 maggio alle 20.30
La pièce “Alla ricerca dei sogni perduti” invece è prevista il 4 e 5 giugno alle 18
MANTOVA Accademia Teatrale Francesco Campogalliani torna con gli spettacoli in presenza, partendo dai saggi di fine anno degli allievi della scuola di recitazione, presso il Teatrino d’Arco, per poi avviare la stagione estiva nel cortile dell’adiacente Palazzo d’Arco. Il primo appuntamento, come racconta la direttrice artistica della compagnia Maria Grazia Bettini, è quello con “Ridi che ti passa”, il 29 e 30 maggio alle 20.30, tratto dai testi di Achille Campanile. “Alla ricerca dei sogni perduti” esprime proprio i desideri e le aspettative degli alunni più piccoli dei corsi di recitazione, sul palco il 4 e 5 giugno alle 18.
“Donne appassionate” è una commedia satirica, con un cast tutto al femminile, in scena il 12 e 13 giugno alle 20.30. Ultimo dei quattro saggi, “Sognando Alice”, dalla favola di Lewis Carrol, il 19 e 20 giugno, sempre alle 20.30.
Tutte le rappresentazioni sono frutto di rielaborazioni dei testi originali, preparate dagli studenti, con il supporto degli insegnanti e registi dell’Accademia. Le performance sono destinate ad un pubblico ristretto e contingentato, trentacinque posti, ma è possibile prenotare direttamente dal sito on line di Campogalliani. L’ingresso è a offerta libera, a sostegno delle attività di Casa del Sole. Per informazioni biglietteria@teatro-campogalliani.it.
E poi in partenza, da martedì 22 giugno, alle 21.30, la rassegna estiva, nella quale rientrano anche due degli eventi con gli alunni della scuola, nel cortile di Palazzo d’Arco, con la classica pièce “Al gat in cantina”, portata in scena per la prima volta nel 1947, per festeggiare i 75 anni dell’Accademia: gli spettacoli di prosa sono dieci per i quali si è tornati a provare in presenza.
Con esiti singolari, come racconta Maria Grazia Bettini data l’ormai consolidata di procedere con incontri via zoom, che hanno portato a vivere la realtà in modo differente. Mentre il teatro dal vivo è fatto di fisicità, movimento, interazione con gli altri e con la scena. Bisogna, insomma, riabituarsi alla normalità. E per tanti giovani imparare le battute dell’opera in programma è stata occasione per approcciare lo sconosciuto dialetto mantovano.
Durante le prove i passanti si sono fermati presso il Teatrino a chiedere se fosse già possibile prenotare per le serate, segnale che la voglia di tornare al riso collettivo dell’evento teatrale non manca.
Ilaria Perfetti