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Campogalliani, “Processo a Dio” vince il primo premio assoluto a Macerata
Roberta Vesentini migliore attrice protagonista e nomination a Michele Romualdi miglior attore non protagonista e Mario Zolin miglior attore protagonista
Accademia teatrale Campogalliani in festa. Domenica pomeriggio al teatro Lauro Rossi di Macerata la Rassegna nazionale d’arte drammatica Angelo Perugini ha conferito a “Processo a Dio” il primo premio assoluto per gradimento del pubblico del 90,31 per cento, con Roberta Vesentini migliore attrice protagonista e nomination a Michele Romualdi miglior attore non protagonista e Mario Zolin miglior attore protagonista.
«Vincere a una rassegna nazionale premi così importanti, a coronamento di un lavoro di ricerca e di accurata preparazione attoriale, ci riempie di orgoglio e ci rende oltremodo felici. È un onore vincere potendo così arricchire il palmares della compagnia Campogalliani» dice Zolin, regista dello spettacolo e attore. «È stato emozionante - prosegue - poter competere, confrontarsi e vincere con una selezione di compagnie a livello nazionale. Per questo ringrazio tutti gli attori e i tecnici che con me hanno affrontato questa competizione».
Felicissima Roberta Vesentini: «Ricevere un premio importante in una Rassegna così prestigiosa - dice - è sempre elettrizzante. Riceverlo dopo un periodo così triste e buio è una vera e propria botta di gioia e di luce. La notizia è arrivata dritta nei camerini del nostro teatrino d’Arco dove stavamo rappresentando la frizzante commedia “Sinceramente bugiardi”. Risate, lacrime, abbracci per una vittoria che è di tanti: della grande Compagnia-famiglia Campogalliani, dei miei straordinari compagni di “doloroso viaggio teatrale” nel crudele mondo dei lager, del testo efficace e coraggioso di Massini, del nostro impegno anche per un “teatro civile”, che tenga sempre accesa la memoria e infine del teatro-tutto, che continua a essere un faro di bellezza nelle nostre vite».
In “Processo a Dio”, andato in scena a Macerata lo scorso 28 novembre, l’Olocausto è rivissuto da personaggi immaginari. Siamo in Polonia nell’estate 1944: l’ultima notte nel padiglione 41 del lager di Majdanek dopo la liberazione da parte dei russi. Elga Firsch (interpretata da Roberta Vesentini), attrice di Francoforte, deportata, consapevole della disumana violenza subita decide di processare Dio per la sua lontananza dalla devastazione che ha colpito il suo popolo. I due saggi Solomon Borowitz e Mordechai Cohen (Giovanni Rodelli e Giampiero Marra), scampati alla morte, assumono il ruolo di giudici. Il rabbino Nachman Bidermann (Mario Zolin) sente il dovere di sostenere le tesi dei testi sacri per garantire la difesa all’imputato Dio. Il giovane Adek Bidermann (Paolo Di Mauro), figlio del rabbino, desideroso di vendetta verbalizza gli atti del processo.
Il capitano delle SS Rudolf Reinhard (Michele Romualdi) rappresenta con lunghi silenzi il silenzio di Dio. Realizzazione costumi Francesca Campogalliani e Diego Fusari. Scene Zolin. Le luci per questo spettacolo furono realizzate da Giorgio Codognola scomparso nel 2020. Selezione musicale Nicola Martinelli. Realizzazione scene Falegnameria Busoli. Direttrici di scena Diva Polidori e Marina Albertini. Aiuto alla regia Marco Federici. La regia rende omaggio al regista Aldo Signoretti, scomparso nel 2015, che con le sue opere sul tema è stato fonte di ispirazione. g.s.