MANTOVA - Tempo-Libero
“Il giro del mondo in 80 giorni”
prende il volo nella seconda parte
In scena sul palcoscenico del Teatrino d’Arco il classico rivisitato in chiave femminile. E con doppi ruoli che strappano applausi
Per recensire “Il giro del mondo in 80 giorni” conviene partire dalle scenografie che ruotano sul palcoscenico del teatrino d’Arco realizzate in collaborazione con gli studenti del liceo Artistico. Forniscono immediatamente una chiave di lettura delle avventure narrate dal Jules Verne nel celebre “Le Tour du Monde en quatre-vingts Jours”, edito nel 1872, a tre anni dall’apertura di Suez, e dalla diffusione delle ferrovie e dei battelli a vapore. Come sottolinea anche Bettini nel foglietto di sala, non è la mentalità positivista dell’epoca a smuovere il progetto, ma i fatti che vi si narrano trasformati in chiave fumettistica, e per di più marcati dall’orgoglio femminile di poter compiere qualsiasi impresa.
E dunque una messa in scena umoristica, protagoniste due donne (Phyleas diventa Miss Phyllis, e Jean, Jeannette) che si lanciano in un recitazione di pura clownerie, con il contrappunto sonoro dei temi musicali scelti da Nicola Martinelli tra le colonne sonore del cinema. In abiti fluenti d’epoca, ecco Miss Phillys, interpretata da Rossella Avanzi, aristocratica con fede nella matematica cui si richiama di frequente per impugnare la bontà delle tabelle di viaggio, e sfidare le tre dame del suo club (Benazzi, Campogalliani e Sartorello) che trovano impossibile il tour del titolo.
All’annuncio su un quotidiano per una cameriera al seguito, si presenta la francese Jeanette, cioè Martina Ginelli, affannata e ansiosa, che strilla o incorre in stordimenti alcolici, giustapponendosi con i suoi acuti alla compunta rigidità della britannica che usa l’ombrellino come protesi della mano imperiosa, e le commissioni commerciali per smuovere le subite negazioni di capitani, giudizi, o capotreni. In contemporanea all’itinerario delle due donne si svolge quello dell’ispettore Fix, convinto che la Phyllis sia l’autrice di un furto alla Banca d’Inghilterra, e che il tour sia la copertura all’atto criminale.
in collaborazione
con gli studenti
del liceo Artistico
Ed ecco che Adolfo Vaini, fedele alla sua verve comica, ricorre a smorfie e soliloqui coloriti per rappresentare il detective che incorre in beffe a suo danno, e ad errori clamorosi. Sono ventiquattro gli attori utilizzati dalla regia sul pacoscenico, e questo suscita un certo imbarazzo negli spettatori che seguono le tappe del viaggio (anche segnalate su una parete della platea). La prima parte dello spettacolo è un po’ macchinosa, mentre la seconda si segnala per l’ilarità di certe figure, in doppie parti, Giancarlo Santarello (ferroviere e capitano), e Giancarlo Braglia (Batulcar e capotreno). Entusiasmo ed eccitazione pervadono tutti in questo gioco folle inseguito dall’impavida e agguerrita Grazia Bettini, generosamente disponibile a misurarsi con le esperienze più diverse.-
ALBERTO CATTINI