9 gennaio 2024
di Paolo Biondo
Il testo del saggio dal titolo: “Destinatario sconosciuto” di Kressmann Taylor verrà portato in scena a Guidizzolo il 28 gennaio alle ore 17:00 nella sala principale dell’Oratorio Parrocchiale in occasione della ricorrenza della Giornata della Memoria “…per non dimenticare”.
L’iniziativa è promossa dalla Pro loco di Guidizzolo in collaborazione con la locale parrocchia, la sala delle Comunità “Don Giulio, l’associazione culturale “L’infinito” e la Fondazione Comunità Mantovana dispone anche del patrocinio del Comune.
L’intento dei promotori dell’appuntamento è quello di tenere vivo il ricordo, tra le persone anche e soprattutto di quelle delle nuove generazioni, delle numerose persone che hanno perso la vita nel secolo scorso, durante il secondo conflitto mondiale, a causa dell’appartenenza ad un popolo, quello ebreo.
Sul palco per l’occasione saliranno gli attori dell’Accademia Teatrale “Francesco Campogalliani” e nello specifico Diego Fusari e Michele Romualdi che proporranno una lettura drammatizzata del testo dell’opera in questione; la regia dello spettacolo porterà la firma di Maria Grazia Bettini.
Nel 1932, nella Germania di Hitler, il presagio di ciò che sarà si proietta su una grande amicizia, trasformandola in odio.
Due amici fraterni e soci in affari condividono ricordi e sogni, progetti e speranze.
Uno ha lasciato l’America da poco ed è tornato in Germania; l’altro, dall’America, ama la Germania, la ricorda con nostalgia, rimpiange la grande libertà intellettuale, le discussioni, la musica, lo spensierato cameratismo.
Lontani, i due amici, sentono uno la mancanza dell’altro e per questo si scrivono.
Sono uno parte integrante della vita e della famiglia dell’altro; inoltre a San Francisco hanno una galleria d’arte in comune e Max, da lì, tutela anche gli interessi di Martin.
Martin è tornato in una Germania poverissima, distrutta dalla Prima Guerra Mondiale, che cerca disperatamente di riprendersi.
La vita per Martin in Germania è più agiata di quanto già non la fosse in America; ha acquistato una casa con trenta stanze, e quasi dieci acri di parco, i tedeschi lo considerano un miliardario americano…
Max continua a lavorare nella galleria e tutto va bene, ma anche in America l’inverno non e’ stato dei migliori…
Martin esprime i suoi dubbi su un certo Hitler, un uomo divenuto da poco capo effettivo del governo; un uomo che è come una scossa elettrica, energico come lo può essere solo un grande oratore e fanatico.
La gente in tutta la Germania ha ricominciato a sperare, ci sarà presto una ripresa; ma a volte –pensa Martin – l’eccessiva disperazione può portare alla follia.
Martin, però, scaccia subito i suoi dubbi, le sue perplessità…
Max è ebreo ed ha saputo che ebrei in Germania sono stati frustrati e forzati a bere olio di ricino; Max ha una sorella che è stata in passato molto vicina a Martin; arriverà in Germania con uno spettacolo al quale sta lavorando; Max ha paura per lei, perciò la raccomanda a Martin…
Martin scrive all’amico che debbono porre fine alla loro corrispondenza: crede che gli avvenimenti cha stanno accadendo nella sua Germania siano indispensabili.
La razza ebraica, secondo Martin, è un problema scottante per ogni nazione che la ospiti; l’ebreo è il capro espiatorio universale e, se così è, una ragione ci sarà.
La Germania sta rinascendo, si sta purificando…
Max crede inizialmente che l’amico scriva così perché non può diversamente; crede che sia costretto a mandargli quelle lettere; ma ben presto capirà che non è così…
Altre lettere seguiranno a quelle lettere.
Nessun brandello di quella grande amicizia riuscirà a sopravvivere nelle lettere successive e non solo un istinto di sopravvivenza, ma un odio senza fine prenderà il suo posto in un estenuante gioco che porterà solo alla morte.