PARMA Una pagina di storia che viene fissata per sempre e che purla decisamente mantovano. Il conservatorio Arrigo Boito di Parma ieri pomeriggio durante le manifestazioni accademiche di canto del Conservatorio ha scoperto una targa che vede intitolata al maestro Ettore Campogalliani l’aula 12 della struttura.
Si tratta di un’iniziativa promossa dai docenti Lelio Capilupi c dal collega Hario Nicotra per ricordare una figura così importante nella storia del conservatorio in quanto docente di Canto sia a Parma che al Conservatorio di Milano e che cbbe modo di insegnare ad allievi del calibro di Aldo Protti, Luciano Pavarotti, Renata Tebaldi, Flaviano Labò, Mirella Freni, Ferruccio Furlanetto, Ruggero Raimondi, Renata Scotto.
Gianandrea Gavazzeni così lo descrisse: “Personaggio poliedrico, di una finezza di gusto e di un raggio culturale molto largo".
Diplomato in Pianoforte (Conservatorio di Bologna, 1921), Composizione (Conservatorio di Parma, 1933) e ramo didattico del Canto (Conservatorio di Piacenza, 1940).
Dopo un breve periodo di attività come compositore e concertista si è dedicato alla carriera di insegnante: è stato docente di Pianoforte al Licco Musicale di Piacenza, di Canto al Conservatorio di Parma e al Conservatorio di Milano, di Tecnica e interpretazione vocale alla Scuola di perfezionamento della Scala. Nel 1946 fondò l’Accademia Teatrale Francesco Campogalliani, dedicata al padre, che fu burattinaio, drammaturgo e attore. “Ho conosciuto tanti musicisti che, al di fuori del loro “mestiere”, si trovano a disagio nel colloquiare col pubblico, Campogalliani non solo possedeva estrema naturalezza nel comunicare, ma lo faceva con semplicità accattivante, sapientemente punteggiata da arguzia e sempre sottesa da grande signorilità, Se doveva esprimere un giudizio poco gratificante nei confronti di un cantante, di una scelta registica o di uno spettacolo nel suo insieme, lo faceva con tale garbo che nemmeno il diretto interessato si sarebbe risentito; ciò d’altra parte non gli impediva di esprimere chiaramente il suo punto di vista. La singolare comunicativa di Ettore Campogalliani non si apprezzava solamente in occasione di lezioni o conferenze; un semplice scambio d’idee col Maestro rappresentava una ricchezza per i suoi interlocutori. Se poi le conversazioni si svolgevano in quel “salotto musicale” d’altri tempi in casa della contessa Maria Cartoni Marca, si poteva avere la fortuna, a me capitata, di condividere queste emozioni in compagnia di Gianandrea Garazzenti, Guido Agosti o Riccardo Bacchelli: momenti magici si legge online tra i ricordi di Lelio Capilupi.