Tornano da stasera alle 21 i Lunedì del d’Arco. L’Accademia Campogalliani, dopo il successo delle scorse edizioni, anche quest’anno, organizza al Teatrino d’Arco il ciclo di letture drammatizzate. Rassegna che, per celebrare i 70 anni di attività teatrale e per omaggio alla città, avrà come titolo 70 anni di teatro nella Capitale italiana della cultura.
Il programma si articolerà in sei appuntamenti, ad ingresso gratuito, «che ripercorrono le tappe della Campogalliani - come spiegano gli organizzatori - nell’ambito delle aree tematiche della programmazione celebrativa della nostra città. Le prime due serate, organizzate in collaborazione con l’Istituto di Storia Contemporanea di Mantova, saranno dedicate ad un’importante pagina di storia che ha visto la nostra città in prima linea: il Risorgimento».
Il calendario proseguirà poi il 10 novembre con Donne del Risorgimento, il 21 novembre con Baracca e Burattini, il 28 novembre Il testamento di Virgilio, il 5 dicembre Pillole di teatro contemporaneo e si concluderà il 12 dicembre con Il teatro dialettale mantovano. Tutte le serate, come si diceva, sono ad ingresso libero sino ad esaurimento posti.
Ma vieniamo all’evento di questa sera. «In forma di lettura drammatizzata - anticipano gli organizzatori - verrà rappresentato il dramma di Roberto Bonati “Enrico Tazzoli e i Martiri del 1852” a cura di Mario Zolin. La commedia fu scritta nel 1872 in occasione delle celebrazioni del ventennale della prima trucidazione dei martiri di Belfiore tra i quali figurava il sacerdote Don Enrico Tazzoli, e fu rappresentata per la prima volta la sera del 7 dicembre 1872 al Teatro Andreani di Mantova, con replica la sera successiva, dalla compagnia drammatica di Luigi Pezzotta e Achille Dondini».
Il testo rievoca la serata in cui Don Enrico Tazzoli fu arrestato in casa propria sotto gli occhi della madre, il 27 gennaio 1852. «Gli vennero sequestrati molti documenti - aggiungono - fra i quali un registro cifrato in cui aveva annotato incassi e spese, con i nomi degli affiliati che avevano versato denaro. Il 24 giugno, in carcere, don Tazzoli seppe che gli austriaci avevano decifrato la chiave di lettura del suo quaderno incentrata sul Pater Noster. Vennero arrestati iscritti di Mantova, Verona, Brescia e Venezia». Accortamente le autorità austriache ottennero un ordine speciale di Pio IX che, sconfessando il vescovo che l’aveva negata, ordinò la sconsacrazione di Enrico Tazzoli che avvenne il 24 novembre. «Monsignor Giovanni Corti fu quindi costretto a procedere alla lettura della formula di condanna, al ritiro dei paramenti sacri tolti di dosso e alla raschiatura con un coltello della pelle delle dita che avevano sorretto l’ostia dell’eucarestia. Non essendoci a quel punto più conflitto con il diritto ecclesiastico, il 4 dicembre gli austriaci diedero ai dieci processati lettura della sentenza del Consiglio di guerra austriaco che già il 13 novembre aveva decretato la condanna a morte». L’emozione suscitata e il susseguente intervento delle autorità religiose lombarde indussero il Governatore generale Josef Radetzky a commutare alcune pene ad anni di carcere, ma lo stesso confermò la pena capitale per Tazzoli, Scarsellini, Poma, Canal e Zambelli. Il 7 dicembre 1852 furono eseguite le condanne a morte per impiccagione a Belfiore.
Gli interpreti della serata sono: Diego Fusari, Stefano Bonisoli, Italo Scaietta, Giulio Zaniboni, Riccardo Fornoni, Michele Romualdi, Mario Zolin, Loredana Sartorello, Gabriella Pezzoli e Annalaura Melotti. Le luci e le immagini sono curate da Giorgio Codognola. Le musiche da Nicola Martinelli e i costumi da Francesca Campogalliani e Mario Zolin.