IL GUANTO
Atto unico rappresentato per la prima volta al Parigi al Teatro del Palais Royal nel 1905. Una moglie gelosa tormenta in tutti i modi il marito dopo il rinvenimento di un guanto appartenente a qualcun altro. Il marito avrà ben presto modo di vendicarsi., fra la complicità e il divertimento del pubblico.
Note di regia
Tra moglie e marito non mettere il… Guanto! Ma quando questo compare nelle tasche di Boisjoli ecco che Blanche, da brava moglie gelosa, si appresta a chiedere il divorzio proprio come la sua amica Mathilde. Andato in scena per la prima volta a Parigi nel 1905, “Il Guanto” è uno spaccato della società del tempo, con i suoi fraintendimenti, le sue bugie e i suoi duelli, ma soprattutto è la gelosia (motivata o meno) a tenere in piedi la struttura della pièce.
L’inanellarsi di situazioni surreali, di incomprensioni, di sincere bugie e svenimenti porta lo spettatore a sorridere delle disavventure del povero Boisjoli, la cui giornata è guastata dal futuro duello con Cotanson e quel maledetto guanto trovato nella sua giacca.
La regia vuole appunto mettere in mostra questi rapporti che, all’apparenza molto solidi, reggono su piedistalli alle volte fragili e facili all’incrinamento. Il divano diventa quindi un muro dietro cui si difendono i coniugi e dal quale scagliano gli strali l’uno verso l’altra. La poltrona sorreggerà l’avversario Cotanson quando colpito da svenimenti, proprio come un eroe del Metastasio.
In tutto questo trambusto dove anche la domestica si sente in diritto di ficcare il naso e ascoltare dietro le porte, una domanda sorge spontanea: ma questo guanto, di chi è?
IL POVERO PIERO
Una famiglia viene sconvolta dalla scomparsa del “Povero Piero” e dal conseguente ritrovamento delle sue ultime volontà. Il defunto, nel testamento, dà ordine che si dia notizia della sua morte solamente una volta avvenute le esequie. Teresa (la vedova), la sua amica e le persone che vivevano in casa con Piero dovranno lottare contro parecchi imprevisti per tener celata la cosa ma… .
È possibile ridere della tristezza altrui? Forse, quando le situazioni diventano così paradossali.
Quando viene raccontato dalla penna graffiante e ironica di uno scrittore come Achille Campanile, anche un lutto si può trasformare in una commedia di esilarante comicità.
Una delle più divertenti e geniali commedie del Novecento italiano, espressione a tutto tondo del teatro dell’assurdo che fa di Campanile, con Ionesco, il caposcuola del genere.
Alla morte del "povero Piero" i familiari cercano di rispettarne le ultime volontò: dare la notizia ad esequie avvenute. Ma non è facile nascondere l’accaduto e il salotto di casa diventa sempre più affollato di parenti ed amici che arrivano per unirsi al dolore della vedova. E così mentre il defunto viene sballottato, trafugato, nascosto negli armadi, iniziano i rituali, i gesti convenzionali e le piccole ipocrisie legati ad ogni morte: le frasi di cordoglio, le trattative con l’impresario delle pompe funebri, gli addobbi floreali, i necrologi, i messaggi degli amici.
Più della semplice ma geniale trama, contano gli episodi collaterali, i raccontini, le digressioni: una travolgente sequela di vicende surreali che, in un crescendo di equivoci e sorprese, vede alternarsi il riso e il pianto dei protagonisti fino al colpo di scena finale.
Scritto come romanzo nel 1959 e successivamente tradotto in forma scenica dallo stesso autore - che però non ha mai dato una forma definitiva alla commedia, lasciando anche innumerevoli varianti - Il povero Piero è un graffiante ritratto della società moderna, un’acuta osservazione dei vizi e delle piccole ipocrisie quotidiane in un carosello di personaggi ridicoli e spassosi, patetici e nevrotici, colti in un momento di alta ritualità.
GIOVEDÌ, 10 OTTOBRE 2024
GILBERTO SCUDERI
La stagione teatrale 2024/25 dell’Accademia Campogalliani prosegue stasera alle 20.45 nel Teatrino di Palazzo d’Arco con il debutto di “Non è un abbaglio ma uno sbaglio”, spettacolo in due atti unici: “Il guanto” di Maurice Hannequin con regia di Maarco Federici e “Il povero Piero” tratto da Achille Campanile con regia di Italo Scaietta.
“Il guanto”, rappresentato per la prima volta a Parigi nel 1905, racconta di una moglie gelosa che tormenta il marito dopo il rinvenimento di un guanto: la pièce è uno spaccato della società del tempo, con i suoi fraintendimenti, le bugie e i duelli.
Nel secondo atto unico, Piero ha disposto che la notizia della sua morte sia data a esequie avvenute. La vedova teresa (e non solo lei) dovrà affrontare parecchi imprevisti. il defunto viene sballottato, nascosto negli armadi. Iniziano i rituali, le piccole ipocrisie, le trattative con l’impresario delle pompe funebri, gli addobbi floreali, i necrologi, i messaggi degli amici.
Gli interpreti che si avvicenderanno sul palcoscenico sono: giovanni Rodelli, Giancarlo Santarello, Chiara Benazzi, Valentina Durantini, Roberta Bonfiglio, Daniela Modena, Eleonora Ghisi, Francesca Campogalliani, Cristina Debiasi, Serena Zerbetto, Salvatore Luzio, Rossella Avanzi, Daniele Pizzoli e Marco Federici. Direttori di scena Diva Polidori e Daniela Modena. Scenografie di Daniele Pizzoli e Diego Fusari. Costumi di Loredana Sartorello, Serena Zerbetto, Francesca Campogalliani e Diego Fusari. Luci di Massimiliano Fiordaliso. Colonna sonora di Nicola Martinelli. Progetto grafico di Michele Romualdi e Fabio Nardi.
Lo spettacolo verrà replicato fino al 1º dicembre ogni venerdì e sabato alle 20.45 e la domenica alle 16, per poi cedere il passo agli altri appuntamenti della stagione teatrale, realizzata anche grazie alla Fondazione Comunità Mantovana onlus.
Le prenotazioni per tutti gli spettacoli si possono effettuare dal giovedì al sabato dalle 17.30 alle 19 alla biglietteria del Teatrino d’Arco (tel. 0376 325363, cell. 375 7384473) e anche online sui siti www.teatro-campogalliani.it e www.mailticket.it.
Martedì, 5 novembre 2024
MANTOVA – La stagione teatrale 2024-2025 dell’Accademia Teatrale Campogalliani prosegue senza sosta con il debutto di un altro nuovo spettacolo all’insegna del divertimento con la rappresentazione di due atti unici: “Il guanto” di Maurice Hannequin e “Il Povero Piero” tratto da Achille Campanile. Le due pièce, che portano rispettivamente le firme registiche di Marco Federici e Italo Scaietta, sono riunite sotto l’eloquente titolo “Non è un abbaglio ma uno sbaglio!”, che lascia trapelare la comicità scaturita da una serie di equivoci e fraintendimenti.
“Il guanto” fu rappresentato per la prima volta a Parigi al Teatro del Palais Royal nel 1905 e racconta la vicenda di una moglie gelosa che tormenta in tutti i modi il marito dopo il rinvenimento di un guanto appartenente a qualcun altro. Il marito avrà ben presto modo di vendicarsi, fra la complicità e il divertimento del pubblico. E’ proprio il caso di dire “tra moglie e marito non mettere il… guanto!”. Ma quando questo compare nelle tasche di Boisjoli ecco che Blanche, da brava moglie gelosa, si appresta a chiedere il divorzio proprio come la sua amica Mathilde. “Il Guanto” è uno spaccato della società del tempo, con i suoi fraintendimenti, le sue bugie e i suoi duelli, ma soprattutto è la gelosia (motivata o meno) a tenere in piedi la struttura della pièce.
L’inanellarsi di situazioni surreali, di incomprensioni, di sincere bugie e svenimenti porta lo spettatore a sorridere delle disavventure del povero Boisjoli, la cui giornata è guastata dal futuro duello con Cotanson e quel maledetto guanto trovato nella sua giacca. La regia di Marco Federici vuole mettere in mostra questi rapporti che, all’apparenza molto solidi, reggono su piedistalli alle volte fragili e facili all’incrinamento. Il divano diventa quindi un muro dietro cui si difendono i coniugi e dal quale scagliano gli strali l’uno verso l’altra. La poltrona sorreggerà l’avversario Cotanson quando colpito da svenimenti, proprio come un eroe del Metastasio. In tutto questo trambusto dove anche la domestica si sente in diritto di ficcare il naso e ascoltare dietro le porte, una domanda sorge spontanea: ma questo guanto, di chi è?
“Il Povero Piero” invece racconta di una famiglia che viene sconvolta dalla scomparsa di Piero e dal conseguente ritrovamento delle sue ultime volontà. Il defunto, nel testamento, dà ordine che si dia notizia della sua morte solamente una volta avvenute le esequie. Teresa (la vedova), la sua amica e le persone che vivevano in casa con Piero dovranno lottare contro parecchi imprevisti per tener celata la cosa ma… È possibile ridere della tristezza altrui? Forse, quando le situazioni diventano così paradossali. Quando viene raccontato dalla penna graffiante e ironica di uno scrittore come Achille Campanile, anche un lutto si può trasformare in una commedia di esilarante comicità.
Una delle più divertenti e geniali commedie del Novecento italiano, espressione a tutto tondo del teatro dell’assurdo che fa di Campanile, con Ionesco, il caposcuola del genere.
Più della semplice ma geniale trama contano gli episodi collaterali, i raccontini, le digressioni: una travolgente sequela di vicende surreali che, in un crescendo di equivoci e sorprese, vede alternarsi il riso e il pianto dei protagonisti fino al colpo di scena finale.
Scritto come romanzo nel 1959 e successivamente tradotto in forma scenica dallo stesso autore – che però non ha mai dato una forma definitiva alla commedia, lasciando anche innumerevoli varianti – Il povero Piero è un graffiante ritratto della società moderna, un’acuta osservazione dei vizi e delle piccole ipocrisie quotidiane in un carosello di personaggi ridicoli e spassosi, patetici e nevrotici, colti in un momento di alta ritualità.
Gli interpreti che si avvicenderanno sul palcoscenico sono Giovanni Rodelli, Giancarlo Santarello, Chiara Benazzi, Valentina Durantini, Roberta Bonfiglio, Daniela Modena, Eleonora Ghisi, Francesca Campogalliani, Cristina Debiasi, Serena Zerbetto, Salvatore Luzio, Rossella Avanzi, Daniele Pizzoli e Marco Federici. I direttori di scena sono Diva Polidori e Daniela Modena, le scenografie sono state ideate da Daniele Pizzoli e Diego Fusari, i costumi da Loredana Sartorello, Serena Zerbetto Francesca Campogalliani, Diego Fusari, le luci da Massimiliano Fiordaliso, la colonna sonora da Nicola Martinelli, il progetto grafico da Michele Romualdi e Fabio Nardi.
Il pubblico avrà la possibilità di assistere a un momento teatrale di grande divertimento e spensieratezza che verrà replicato ogni venerdì e sabato sera alle ore 20.45 e la domenica alle ore 16 fino al 3 novembre, per poi cedere il passo ad altri numerosi spettacoli che compongono il ricco e diversificato cartellone della stagione che si è potuta realizzare grazie anche alla sensibilità della Fondazione della Comunità Mantovana onlus.
Le prenotazioni per tutti gli spettacoli della stagione si possono già effettuare, da quest’anno anche online su www.mailticket.it o direttamente dal sito www.teatro-campogalliani.it, oppure dal giovedì al sabato dalle ore 17,30 alle ore 19,00 presso la biglietteria del Teatrino D’Arco tel. 0376 325363 – 375 7384473.
5 novembre 2024
MANTOVA – La stagione teatrale 2024-2025 dell’Accademia Teatrale Campogalliani prosegue senza sosta con il debutto di un altro nuovo spettacolo all’insegna del divertimento con la rappresentazione di due atti unici : “Il guanto” di Maurice Hannequin e “Il Povero Piero” tratto da Achille Campanile.
Le due pièce che portano rispettivamente le firme registiche di Marco Federici e Italo Scaietta sono riunite sotto l’eloquente titolo “Non è un abbaglio ma uno sbaglio!” che lascia trapelare la comicità scaturita da una serie di equivoci e fraintendimenti.
“Il guanto” fu rappresentato per la prima volta al Parigi al Teatro del Palais Royal nel 1905 e racconta la vicenda di una moglie gelosa che tormenta in tutti i modi il marito dopo il rinvenimento di un guanto appartenente a qualcun altro. Il marito avrà ben presto modo di vendicarsi, fra la complicità e il divertimento del pubblico.
E’ proprio il caso di dire “tra moglie e marito non mettere il… guanto!” Ma quando questo compare nelle tasche di Boisjoli ecco che Blanche, da brava moglie gelosa, si appresta a chiedere il divorzio proprio come la sua amica Mathilde. “Il Guanto” è uno spaccato della società del tempo, con i suoi fraintendimenti, le sue bugie e i suoi duelli, ma soprattutto è la gelosia (motivata o meno) a tenere in piedi la struttura della pièce.
L’inanellarsi di situazioni surreali, di incomprensioni, di sincere bugie e svenimenti porta lo spettatore a sorridere delle disavventure del povero Boisjoli, la cui giornata è guastata dal futuro duello con Cotanson e quel maledetto guanto trovato nella sua giacca. La regia di Marco Federici vuole appunto mettere in mostra questi rapporti che, all’apparenza molto solidi, reggono su piedistalli alle volte fragili e facili all’incrinamento. Il divano diventa quindi un muro dietro cui si difendono i coniugi e dal quale scagliano gli strali l’uno verso l’altra. La poltrona sorreggerà l’avversario Cotanson quando colpito da svenimenti, proprio come un eroe del Metastasio.
In tutto questo trambusto dove anche la domestica si sente in diritto di ficcare il naso e ascoltare dietro le porte, una domanda sorge spontanea: ma questo guanto, di chi è?
“I Povero Piero” invece racconta di una famiglia che viene sconvolta dalla scomparsa di Piero e dal conseguente ritrovamento delle sue ultime volontà. Il defunto, nel testamento, dà ordine che si dia notizia della sua morte solamente una volta avvenute le esequie. Teresa (la vedova), la sua amica e le persone che vivevano in casa con Piero dovranno lottare contro parecchi imprevisti per tener celata la cosa ma… .
È possibile ridere della tristezza altrui? Forse, quando le situazioni diventano così paradossali.
Quando viene raccontato dalla penna graffiante e ironica di uno scrittore come Achille Campanile, anche un lutto si può trasformare in una commedia di esilarante comicità.
Una delle più divertenti e geniali commedie del Novecento italiano, espressione a tutto tondo del teatro dell’assurdo che fa di Campanile, con Ionesco, il caposcuola del genere.
Alla morte del “povero Piero” i familiari cercano di rispettarne le ultime volontà: dare la notizia ad esequie avvenute. Ma non è facile nascondere l’accaduto e il salotto di casa diventa sempre più affollato di parenti ed amici che arrivano per unirsi al dolore della vedova. E così mentre il defunto viene sballottato, trafugato, nascosto negli armadi, iniziano i rituali, i gesti convenzionali e le piccole ipocrisie legati ad ogni morte: le frasi di cordoglio, le trattative con l’impresario delle pompe funebri, gli addobbi floreali, i necrologi, i messaggi degli amici.
Più della semplice ma geniale trama, contano gli episodi collaterali, i raccontini, le digressioni: una travolgente sequela di vicende surreali che, in un crescendo di equivoci e sorprese, vede alternarsi il riso e il pianto dei protagonisti fino al colpo di scena finale.
Scritto come romanzo nel 1959 e successivamente tradotto in forma scenica dallo stesso autore – che però non ha mai dato una forma definitiva alla commedia, lasciando anche innumerevoli varianti – Il povero Piero è un graffiante ritratto della società moderna, un’acuta osservazione dei vizi e delle piccole ipocrisie quotidiane in un carosello di personaggi ridicoli e spassosi, patetici e nevrotici, colti in un momento di alta ritualità.
Gli interpreti che si avvicenderanno sul palcoscenico sono: Giovanni Rodelli, Giancarlo Santarello, Chiara Benazzi, Valentina Durantini, Roberta Bonfiglio, Daniela Modena, Eleonora Ghisi, Francesca Campogalliani, Cristina Debiasi, Serena Zerbetto, Salvatore Luzio, Rossella Avanzi, Daniele Pizzoli e Marco Federici.
I direttori di scena Diva Polidori, Daniela Modena, le scenografie sono state ideate da Daniele Pizzoli e Diego Fusari, i costumi da Loredana Sartorello, Serena Zerbetto Francesca Campogalliani, Diego Fusari, le luci da Massimiliano Fiordaliso, la colonna sonora da Nicola Martinelli, il progetto grafico da Michele Romualdi e Fabio Nardi
Il pubblico avrà così la possibilità di assistere ad un momento teatrale di grande divertimento e spensieratezza che verrà replicato ogni venerdì e sabato sera alle ore 20,45 e la domenica alle ore 16 fino al 3 novembre per poi cedere il passo ad altri numerosi spettacoli che compongono il ricco e diversificato cartellone della stagione che si è potuta realizzare grazie anche alla sensibilità della Fondazione della Comunità Mantovana onlus.
Le prenotazioni per tutti gli spettacoli della stagione si possono già effettuare, da quest’anno anche online su http://www.mailticket.it o direttamente dal sito www.teatro-campogalliani.it, oppure dal giovedì al sabato dalle ore 17,30 alle ore 19,00 presso la biglietteria del Teatrino D’Arco tel. 0376 325363 – 375 7384473.
strong>MANTOVA Nuova commedia, anzi due rappresentazioni in una, per l’Accademia teatrale Campogalliani, con “Non è un abbaglio ma uno sbaglo!”. A partire dall’8 novembre. Dopo il successo dell’intrattenimento in versione dialettale, con “Na quaterna al lot”, un nuovo spettacolo arriva sul palco del Teatrino d’Arco. In scena “Il guanto” di Maurice Hennequin, con la regia di Marco Federici e “Il povero Piero”, liberamente tratto dal testo di Achille Campanile, con la regia di Italo Scaietta.
“Il guanto” è un atto unico rappresentato per la prima volta al Parigi al Teatro del Palais Royal nel 1905. Una moglie gelosa tormenta in tutti i modi il marito dopo il rinvenimento di un guanto appartenente a qualcun altro. Il marito avrà ben presto modo di vendicarsi, fra la complicità e il divertimento del pubblico. L’inanellarsi di situazioni surreali, di incomprensioni, di sincere bugie e svenimenti porta lo spettatore a sorridere delle disavventure del povero Boisjoli, la cui giornata è guastata dal futuro duello con Cotanson e quel maledetto guanto trovato nella sua giacca.
La regia vuole appunto mettere in mostra questi rapporti che, all’apparenza molto solidi, reggono su piedistalli alle volte fragili e facili all’incrinamento.
Nella seconda pièce, una famiglia viene sconvolta dalla scomparsa del “Povero Piero” e dal conseguente ritrovamento delle sue ultime volontà. Il defunto, nel testamento, dà ordine che si dia notizia della sua morte solamente una volta avvenute le esequie. Teresa (la vedova), la sua amica e le persone che vivevano in casa con Piero dovranno lottare contro parecchi imprevisti per tener celata la cosa. Ma é possibile ridere della tristezza altrui? Forse, quando le situazioni diventano così paradossali.Quando viene raccontato dalla penna graffiante e ironica di uno scrittore come Achille Campanile, anche un lutto si può trasformare in una commedia di esilarante comicità. Una delle più divertenti e geniali commedie del Novecento italiano, espressione a tutto tondo del teatro dell’assurdo che fa di Campanile, con Ionesco, il caposcuola del genere. Più della semplice ma geniale trama, contano gli episodi collaterali, i raccontini, le digressioni: una travolgente sequela di vicende surreali che, in un crescendo di equivoci e sorprese, vede alternarsi il riso e il pianto dei protagonisti fino al colpo di scena finale. Scritto come romanzo nel 1959 e successivamente tradotto in forma scenica dallo stesso autore – che però non ha mai dato una forma definitiva alla commedia, lasciando anche innumerevoli varianti – “Il povero Piero” è un graffiante ritratto della società moderna, un’acuta osservazione dei vizi e delle piccole ipocrisie quotidiane in un carosello di personaggi ridicoli e spassosi, patetici e nevrotici, colti in un momento di alta ritualità.
Biglietti su Mailticket.
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“ECCELLENTE”
Dialoghi e situazioni esileranti. Due ore di "intenso" divertimento; tant’è, che quando si conclude lo spettacolo, sembra di essere appena entrati a teatro. Complimenti a tutte le attrici ed attori ed ovviamente all’attenta regia.
Ieri sera la sottoscritta insieme ai miei compagni di scuola, 34 in tutto, ha assistito alla prima della rappresentazione. Alcuni dei miei compagni erano a teatro per la prima volta. L’esperienza è stata affascinante e stimolante. I dialoghi, le interpretazioni, le scenografie, i costumi ci hanno permesso di passare una serata fantastica, con tante risate e allo stesso tempo spingendoci a riflettere sulla natura dell’esistenza e della comunicazione umana. La nostra prof.ssa ci prepara sempre per tempo e con entusiasmo ad affrontare le tematiche della rappresentazione, ma la partecipazione di ieri sera ha superato di gran lunga le nostre aspettative. Grazie e alla prossima!