Via Merulana non è più quella che era: un tempo elegante, il quartiere mostra i segni del tempo e dei cambiamenti sociali – ma il Nº 219, il “Palazzo degli Ori” secondo i pettegoli locali, resta un isola di sbiadito, placido benessere… Fino a quando un crimine non viene a scompigliare tanta tranquilla mediocrità.
Chiamati a investigare sulla rapina in un appartamento, il Commissario Ingravallo e i suoi uomini si trovano di fronte a una rete di reticenze e contraddizioni nel cuore della media borghesia romana. Tra contesse in disarmo, acide insegnanti e portinaie linguacciute, chi ha visto? Chi ha riconosciuto gli estranei? Chi ha sparato ‘è revorverate?
Quello che sembrava un semplice caso di furto si rivela più complicato del previsto – per poi passare in secondo piano quando un’inquilina dello stesso palazzo viene assassinata brutalmente. Presto le indagini rivelano attorno alla vittima un intrico di vicende familiari in cui nessuno è davvero innocente. Qual è la relazione tra i due crimini? Riuscirà la Polizia a individuare l’assassino tra inquilini ostili, eredi inattesi e uomini senza scrupoli?
A cavallo tra il celebre romanzo omonimo di Carlo Emilio Gadda e l’adattamento cinematografico diretto e interpretato da Pietro Germi, Quer Pasticciaccio Brutto combina giallo classico e studio di caratteri in uno spaccato impietoso della Roma dei tardi anni Cinquanta. Le indagini di Ingravallo, del Commissario Capo Fumi e dei loro uomini svelano non solo la trama omicida, ma anche i segreti, gli squallori e le meschinità grandi e piccole dei personaggi che popolano il 219 di Via Merulana e dintorni.
Cercavo un testo che coniugasse i meccanismi del giallo classico – il delitto, la paziente ricerca della verità, le intuizioni, le false piste, la rivelazione finale – con uno studio dei caratteri. Un’indagine che non fosse solo dei fatti, ma delle psicologie coinvolte, dello scontro tra la quotidianità e l’atto violento. Ed ecco Quer Pasticciaccio Brutto de Via Merulana, il capolavoro di Carlo Emilio Gadda – monumentale romanzo che ritrae impietosamente una serie di spaccati della società romana negli anni Venti del Novecento: un vecchio condominio borghese, il sottobosco criminale, gli uffici della Polizia… Testo complesso, divagante, stratificato, mai lineare: come tradurlo nel linguaggio narrativo del palcoscenico? Seguendo in parte la via già tracciata quasi sessant’anni fa da Giannetti e De Concini, gli sceneggiatori che adattarono il romanzo per Pietro Germi. Di quella sceneggiatura, divenuta poi “Un Maledetto Imbroglio”, ho conservato il finale – diverso da quello del romanzo – lo spostamento temporale ai tardi anni Cinquanta e un certo taglio quasi cinematografico nel susseguirsi di quadri e scene, in un omaggio alla malinconia asciutta del Neorealismo. Modifica sostanziale e originale è invece l’ampliamento del ruolo dei due poliziotti, questurini senza nome che, quasi come un coro trasteverino, commentano la vicenda, rivelandone le pieghe nascoste e l’amara ironia. La lunga e articolata rielaborazione del testo ha prodotto un caleidoscopio di modi narrativi, richiami e omaggi, fusi per la scena in una classica storia di crimine e indagine e, insieme, in uno sguardo disincantato su un catalogo di piccole e grandi miserie umane.
TEATRO
Quer pasticciaccio brutto de via Merulana. Più che del Pasticciaccio dovremmo parlare di Un maledetto imbroglio che Germi adattò per lo schermo con De Concini e Giannetti nel 1959. Vi attualizzava la storia di Gadda, quando per lo scrittore la vicenda scorreva nei giorni del ventennio fascista, e per di più ne conservava la sola fabula, e neanche Via Merulana sostituita con Piazza Navona. E neanche pensare di trovarvi il senso, la passione, il furore, la comicità della parola dell’Autore.
Un buon film peraltro, concentrato sul volto del commissario Ingravallo, di Germi stesso, che guardava a quel mondo di miserie morali con pietoso distacco, se non con la nausea che gli dava una realtà immobile, immodificabile, priva di significato. Su quelle espressioni conveniva Gadda, cui il film era piaciuto.
Nel testo che Mario Zolin propone sul palcoscenico del Teatrino d’Arco, ritroviamo quasi per intero la sceneggiatura del film (via le parti di periferia) con qualche innesto: una maggiore importanza al Commissario capo, più scene al parroco don Lorenzo, e la contessa veneta invece del commendatore, e più voce ai poliziotti.
Si parte in uno stabile romano, abitato da famiglie benestanti, turbate da un duplice misfatto che si verifica in appartamenti sullo stesso pianerottolo. La contessa Zabala subisce un furto di gioielli, e qualche giorno dopo succede il più efferato assassinio della bellissima signora Liliana. Le indagini sono affidate al commissario della Mobile, e a due poliziotti. Non mancano gli indizi, e presto si profilano i sospetti del tenebroso delitto. Ma quando il libro si chiude, nessuno finisce in galera.
La pièce, come il film, presenta invece un inatteso colpo di coda che inchioda il colpevole. E anch’essa introduce, su dialoghi in lingua corrente, battute per lo più in romanesco (non senza imbarazzo). Spartendo gli interrogatori al Commissario capo e le indagini a Ingravallo, assegnando ai poliziotti la funzione di opinione sul caso, la regia tripartisce i punti di vista. E così, rende di ordinaria routine il giudizio del crimine: non tragedia ma scellerata impotenza.
Archiviato Ingravallo, l’intervento critico segnala quanto sia lontana dal costume d’oggi la pietà che si disegnava sul volto tormentato di Germi.
Dei quattordici attori che con vari risultati si sono alternati sul palcoscenico sotto la guida di Zolin, ci piace ricordare le buone prove di Salvatore Luzio, quale commissario, di Diego Fusari, vedovo dell’assassinata, e Rossella Avanzi, che monologa da fantasma. Sobrie e funzionali le scene di Zolin e Fusari, e le musiche di Nicola Martinelli.
Alberto Cattini
STASERA AL TEATRINO D’ARCO
Oggi alle 20.45 al Teatrino di Palazzo D’Arco si inaugura la stagione teatrale 2017-18 del 71º anno di attività dell’Accademia Francesco Campogalliani con il debutto dello spettacolo Quer pasticciaccio brutto de via Merulana di Carlo Emilio Gadda nella riduzione teatrale curata da Chiara Prezzavento per la regia di Mario Zolin. Il romanzo omonimo è uno dei più conosciuti e letti della produzione di Gadda, ideato a partire dal 1945, fu scritto in prima stesura durante il soggiorno fiorentino dell’autore, sotto l’impulso liberatorio e compositivo seguente la fine della guerra, e la caduta del regime.
Via Merulana non è più quella che era: un tempo elegante, il quartiere mostra i segni del tempo e dei cambiamenti sociali – ma il Nº 219, il “Palazzo degli Ori” secondo i pettegoli locali, resta un’isola di sbiadito, placido benessere… Fino a quando un crimine non viene a scompigliare tanta tranquilla mediocrità. Chiamati a investigare sulla rapina in un appartamento, il Commissario Ingravallo e i suoi uomini si trovano di fronte a una rete di reticenze e contraddizioni nel cuore della media borghesia romana. A cavallo tra il celebre romanzo omonimo di Carlo Emilio Gadda e l’adattamento cinematografico diretto e interpretato da Pietro Germi nel 1959 con il titolo di Un maledetto imbroglio, l’opera teatrale combina giallo classico e studio di caratteri in uno spaccato impietoso della Roma dei tardi anni Cinquanta. Della sceneggiatura scritta da Alfredo Giannetti ed Ennio De Concini, la riduzione teatrale di Chiara Prezzavento ha conservato il finale – diverso da quello del romanzo – lo spostamento temporale ai tardi anni Cinquanta e un certo taglio quasi cinematografico nel susseguirsi di quadri e scene, in un omaggio alla malinconia asciutta del Neorealismo.
La commedia porta in scena un nutrito cast di attori: Salvatore Luzio, Giancarlo Braglia, Mauro Missimi, Andrea Frignani, Diego Fusari, Rossella Avanzi, Stefano Bonisoli, Sergio Negri, Alessandra Mattioli, AnnaLaura Melotti, Chiara Benazzi, Valentina Durantini e Nicolas Ghion.
Le prenotazioni per i biglietti dello spettacolo, che sarà replicato fino al 26 novembre con cadenza serale nei giorni di venerdì e sabato (ore 20.45) e pomeridiana la domenica (ore 16), si possono già effettuare alla biglietteria del Teatrino di Palazzo D’Arco dal mercoledì al sabato dalle 17 alle 18,30 (tel. 0376 325363 email: info@teatro-campogalliani.it)
Quer Pasticciaccio Brutto...
Via Merulana non è più quella che era: un tempo elegante, il quartiere mostra i segni del tempo e dei cambiamenti sociali – ma il Nº 219, il “Palazzo degli Ori” secondo i pettegoli locali, resta un isola di sbiadito, placido benessere... Fino a quando un crimine non viene a scompigliare tanta tranquilla mediocrità. Chiamati a investigare sulla rapina in un appartamento, il Commissario Ingravallo e i suoi uomini si trovano di fronte a una rete di reticenze e contraddizioni nel cuore della media borghesia romana. Tra contesse in disarmo, acide insegnanti e portinaie linguacciute, chi ha visto? Chi ha riconosciuto gli estranei? Chi ha sparato ‘è revorverate? Quello che sembrava un semplice caso di furto si rivela più complicato del previsto – per poi passare in secondo piano quando un’inquilina dello stesso palazzo viene assassinata brutalmente. Presto le indagini rivelano attorno alla vittima un intrico di vicende familiari in cui nessuno è davvero innocente. Qual è la relazione tra i due crimini? Riuscirà la Polizia a individuare l’assassino tra inquilini ostili, eredi inattesi e uomini senza scrupoli? A cavallo tra il celebre romanzo omonimo di Carlo Emilio Gadda e l’adattamento cinematografico diretto e interpretato da Pietro Germi, Quer Pasticciaccio Brutto combina giallo classico e studio di caratteri in uno spaccato impietoso della Roma dei tardi anni Cinquanta. Le indagini di Ingravallo, del Commissario Capo Fumi e dei loro uomini svelano non solo la trama omicida, ma anche i segreti, gli squallori e le meschinità grandi e piccole dei personaggi che popolano il 219 di Via Merulana e dintorni. Il Gadda dell’Accademia Campogalliani debutta domani sera al Teatro d’Arco, con un favoloso cast e la raffinata regia di Mario Zolin – e c’è ancora qualche posto. Prenotate oggi e domani, tra le 17 e le 18.30, al numero 0376 325363, o via mail all’indirizzo biglietteria@teatro-campogallian.it, o direttamente in Teatrino. Vi aspettiamo!