Charles Dickens nasce a Landport, Portsea, nel 1812 e muore a Gadshill Rochester nel 1870.
Sin dall’infanzia, povera e dolorosa, fu a contatto con la vita del popolo londinese, che gli diede un’esperienza feconda. Dopo aver lavorato in una fabbrica di lucido da scarpe, divenne stenografo parlamentare (1828). Nel 1833 uscirono sul Monthly Magazine i primi Sketches by Boz, che contengono già tutti gli elementi caratteristici della sua ispirazione. The posthumous papers of the Pickwich Club (1837) - Il Circolo Pickwich, pubblicato a dispense mensili, come poi la maggior parte delle sue opere, gli procurò fama e fortuna immediata; i personaggi incarnavano in modo spontaneo i lati più tipici e costanti del temperamento inglese, e la tecnica era quella cara all’autore: l’improvvisazione di episodi e scene intorno a un gruppo di personaggi. Divenuto il romanziere più popolare dell’Inghilterra, fece seguire: Oliver Twist (1838); Nicholas Nickleby (1839); The old curiosity shop (1841); Barnaby Rudge (1841); A Christmas carol (1843); The Chimes (1845); The cricket on the hearth (1846); Dombey and son (1848); David Copperfield (1850); Bleak House (1853); Hard times (1854); Little Dorrit (1857); A tale of two cities (1859); Great expectations (1861); Our mutual friend (1865). Si servì della sua popolarità per svolgere una polemica umanitaria e sociale, prendendo di mira molte istituzioni, di cui diede una rappre- sentazione quasi sempre caricaturale. La sua vena umoristica è genuina; ma nonostante l’ottimismo che fa dei suoi romanzi il monumento più tipico dell’età vittoriana, egli fu il primo romanziere che sentì la poesia di certi aspetti e ambienti torbidi e sinistri di una grande metropoli moderna.
“Se potessi fare a modo mio, ogni idiota che se ne va attorno con cotesto “allegro Natale” in bocca, avrebbe a esser bollito nella propria pentola e sotterrato con uno stecco di agrifoglio nel cuore. Sì, proprio!” (Prima strofa)
Basta questo per far nascere lo spettacolo: un ufficio spoglio e freddo con una finestra sulle strade di Londra che si prepara al Natale con canti e raccolta fondi per gli indigenti. Un avido e meschino personaggio che respinge ogni gesto di generosità o amore o amicizia anche in un giorno così speciale. Ma forse nel suo cuore si accende una scintilla alimentata dalle parole del vecchio socio morto con il cuore incatenato dall’avidità e da quelle dei Fantasmi del Passato, Presente e Futuro.
Le scene si susseguono veloci come pensieri o sogni, fino a farlo risvegliare una persona diversa e capace di rimediare agli errori fatti anche nel solo tempo che rimane.
Il Canto è un racconto fantastico ma che racchiude verità profonde: ripercorrere la propria vita, riflettere sugli errori commessi per avidità, egoismo, insensibilità, per poter diventare una persona migliore, con sé stessi e con gli altri.
“Risero alcuni di quel mutamento, ma egli li lasciava ridere e non vi badava; perché sapeva bene che molte cose buone, su questo mondo, cominciano sempre col muovere il riso in certa gente” (ultima strofa)
Ho sentito la necessità di mettere in scena una favola di rinascita morale dell’individuo, in una società come la nostra dove stiamo seppellendo l’amore verso il prossimo e mostrando i peggiori lati della nostra umanità. ll Natale era una celebrazione religiosa piuttosto severa nell’Inghilterra del 1843, quando Charles Dickens, celebre scrittore in difficoltà finanziarie e creative, scrisse il romanzo breve A Christmas Carol.
La storia del vecchio avaro Scrooge e dei tre Spiriti in una Londra fuligginosa e affollata, capace delle miserie più meschine come della più calorosa generosità, era destinata a diventare l’opera più celebre di Dickens – ma anche a forgiare una nuova immagine delle celebrazioni natalizie, fatta di legami familiari, di condivisione, di agrifogli e frutta candita, di calore umano, di gentilezza e gioia.
Dickens ha creato un Natale del cuore dalla solennità misteriosa, felice e attraente al di là del suo significato strettamente religioso, un appello universale alla fraternità e agli affetti. È questo spirito che la regia vuole restituire sulla scena in Canto di Natale, adattato e tradotto appositamente da Chiara Prezzavento.
Ebenezer Scrooge, il mite scrivano Cratchit e una piccola folla di spiriti, cantori, bambini e pessimi soggetti popolano una vivace, magica parabola moderna capace di commuovere e divertire al tempo stesso – nella migliore tradizione dickensiana.
VENERDÌ, 20 DICEMBRE 2024
Oggi e domani alle 20.45 e domenica alle 16 a1 Teatrino di Palazzo d’Arco viene replicato lo spettacolo "Canto di Natale" dello scrittore inglese Charles Dickens, nella traduzione e riduzione teatrale, dall’originale "A Christmas Carol", curata da Chiara Prezzavento, regia di Maria Grazia Bettini, con un cast di moltissimi attori dell’Accademia CampogaUìani, alcuni dei quali interpretano più ruoli: Adolfo Vaìnì, Giancarlo Santarello, Diego Fusari, Chiara Benazzì, Francesco Cantarelli, Michele Romualdì, Loredana Sartorello, Michele Gollini, Carlotta Priori, Gìacomo Fincato, Alessia Sterpu, Arianna Cantarelli, Annalaura Melotti, Sergio Negri, Francesca Campogalliani, Donata Bosco, Alessandra Mattìoli, Serena Zerbetto, Daniela Modena, Martina Ginelli, Francesca Savoia, Marco Federcii e Chiara Prezzavento.
"Canto di Natale", pubblicato nel 1843, è quasi una favola di rinascita morale di un vecchio avaro, Scrooge, in una società, allora come oggi, in cui l’amore verso ìl prossimo era ed è spesso dimenticato in un cassetto chiuso a chiave.
Dickens ha creato un Natale dalla solennità misteriosa, felice e attraente al di là del suo significato strettamente religioso, un appello universale alla fraternità e agli affetti. È questo il soffio vitale che la regia vuole restituire sulla scena. I protagonisti sono l’avaro Scrooge e il suo mite scrivano Cratchil, insieme a una piccola folla di spiriti, cantori, bambini e anche pessimi soggetti che popolano una vivace e magica parabola moderna capace di commuovere e divertire.
Tutto inizia in un vecchio ufficio, spoglio e freddo, con una finestra sulle strade di una Londra - nei primi anni di regno della regina Vittoria - che si prepara a celebrare il Natale con canti e raccolta fondi per i poveri.
L’avido e meschino Scrooge respinge ogni gesto di generosità o amore o amicizia anche ìn un giorno cosi speciale.
Ma forse nel suo cuore si accende una scintilla alimentata dalle parole del suo defunto socio.
A scuoterlo sono i fantasmi del Passato, del Presente e del Futuro.
La prevendita deì biglietti sì può già effettuare online su www.mailticket.ìt o direttamente dal silo www.teatro-campogallìani.it, oppure alla biglietteria del Teatrino in piazza Carlo d’Arco n. 2, tel. 0376 325363 e 375 7384473 - oggi e domani dalle 17.30 alle 19 e domenica dalle 19.45 fino all’inizio dello spettacolo.
G. S.
MANTOVA Sotto una nuova luce è l’innovativa illuminazione dai toni caldi che è stata installata in 3 stanze del favoloso Palazzo D’Arco per dare risalto ai suo tesori come quadri, ambienti e saloni. Il progetto, tuttavia, è teso a completare le altre 9 stanze, che saranno così valorizzate.
«Lo scopo è rendere fruibile il palazzo, preservandone l’autenticità», ha esorditoItalo Scaietta, conservatore del Museo di Palazzo d’Arco durante la presentazione di ieri sera, avvenuta nella Sala degli Antenati.
Grazie al progetto illuminotecnico di Lorenzo Sacchi e alle nuove tecnologie, come il led, alcuni ambienti della dimora signorile dei marchesi d’Arco godranno di un’illuminazione più significativa, come la fornitissima cucina dell’800 e il salone dd’onore degli Antenati.
A supporto del progetto è intervenuto anche l’architetto Roberto Soggia. «Lo studio progettuale è volto a rispettare la casa-museo, più luce c’è a disposizione, più l’occhio apprezzaµ, ha osservato l’architetto Sacchi intervenendo alla presentazione.
«Palazzo d’Arco ha visto restauri - ha anche ricordato il conservatore Scaietta -, per questo abbiamo pensato a un mecenatismo adozionale: per l’anno prossimo abbiamo ideato un calendario eventi per il pubblico per celebrare i fiori e la natura: con il biglietto di entrata cercheremo di raccogliere i 100.000 euro necessari per i lavori di cui necessita questa dimora storica. Dovremmo creare una sorta di “Mantova circolare” - ha concluso poi il conservatore - ovvero far uscire il visitatore dall’usuale “Percorso del Principe”, collaborando con il Comuneµ.
Sulla stessa linea di pensiero è Giovanni Buvoli, vicesindaco: «A Mantova il turista mediamente soggiorna 1,7 notti, ma per aumentare lle permanenza è necessario aumentare l’offertaµ. A sostegno di Buvoli, anche il sindaco di Borgo Virgilio, Francesco Aporti: «È opportuno che il turista si fermi di più in città e provincia e che si crei reteµ.
Ad arricchire la serata, l’accensione di un magnifico albero di Natale ad opera di Benedetta Ombroni e l’esecuzione di alcuni brani del “Canto di Natale”, grazie all’Accademia teatrale Campogalliani.
Venerdì, 6 dicembre 2024
MANTOVA – Sotto una nuova luce: è il titolo del nuovo progetto presentato questa sera nella Sala degli Antenati a Palazzo d’Arco, casa-museo nel centro città. Sì perché una nuova illuminazione dai toni caldi è stata installata in 3 stanze del favoloso palazzo per dare risalto ai suoi tesori come quadri, ambienti, saloni. Il progetto, tuttavia, è teso a completare le altre 9 stanze, che saranno così valorizzate nella loro bellezza e importanza storiche. “Lo scopo è rendere fruibile il palazzo, preservandone l’autenticità” – ha esordito Italo Scaietta, conservatore del Museo di Palazzo d’Arco -“ad esempio alcuni ambienti come la quadreria di Giuseppe Bazzani non erano evidenziati ora invece, grazie alla collaborazione con l’arch. Lorenzo Sacchi, il piano nobile con i suoi appartamenti avrà di luce nuova”.
>Grazie al progetto illuminotecnico di Sacchi e alle nuove tecnologie, come il led (economico ed ecologico) alcuni ambienti della dimora godranno di un’illuminazione più significativa, come la fornitissima cucina dell’800 e il salone d’onore degli Antenati. A supporto del progetto in fase di realizzazione è intervenuto anche l’arch. Roberto Soggia.
“Lo studio progettuale è volto a rispettare la casa-museo, più luce c’è a disposizione, più l’occhio apprezza” – ha osservato l’arch. Sacchi intervenendo alla presentazione – “se avverrà un evento, come ad esempio una serata danzante, si aumenterà temporaneamente la potenza dell’illuminazione per poi tornare a fine serata ai parametri standard, rispettando i decori: insomma sarà un lavoro di sartoria”.
L’immagine più luminosa delle stanze del palazzo, infatti, preserva il ruolo dei candelieri, del cristallo e del vetro soffiato (ci sono meravigliosi vetri di Murano, ha osservato Scaietta) e sono complementi essenziali dei primi lampadari che dal Seicento si diffusero nelle regge e nelle residenze d’elite, come la testimonianza del cambiamento che la luce artificiale ha segnato nella vita collettiva, in ambito pubblico e privato.
“Palazzo d’Arco ha visto restauri e interventi significativi”, ha anche ricordato Scaietta, “per questo abbiamo pensato ad un mecenatismo adozionale: per l’anno prossimo abbiamo ideato un calendario eventi per il pubblico che con il biglietto di entrata potrà finanziare il completamento del progetto e i lavori di cui il palazzo necessita, come realizzare un impianto di riscaldamento. Gli eventi proposti saranno aggiornati e celebreranno la bellezza dei fiori e della natura” – ha proseguito Scaietta “ci saranno da gennaio visite guidate, salotto vittoriano e rito dell’afternoon tea, workshop, una Festa di Primavera, un flower market, e si ricorderà il Solstizio d’estate con le erbe magiche con l’Acqua di San Giovanni, un rito affascinante. L’obiettivo è creare interesse nei visitatori per raccogliere circa 100.000 euro utili per i restauri e la preservazione di questo storico tesoro cittadino”.
“Dovremmo evitare campanilismi e creare una sorta di Mantova circolare” – ha concluso Scaietta – “ovvero far uscire il visitatore dall’usuale Percorso del Principe, che va da Palazzo Ducale a Palazzo Te e inserire nel circuito anche questo palazzo; ci sentiamo figli di un Dio minore, per questo è necessario collaborare con il Comune per veicolare i turisti”. E sulla stessa linea di pensiero è Giovanni Buvoli, Vicesindaco, in rappresentanza delle istituzioni cittadine:
“A Mantova il turista mediamente soggiorna 1,7 notti, ma per aumentare la permanenza, che porta ricchezza, è necessario aumentare l’offerta; per questo appoggiamo il lavoro di realtà importanti come quella di palazzo d’Arco, facendo in modo di creare sinergia tra l’immenso patrimonio storico e il cittadino; cerchiamo anche di lavorare con i gemellaggi”– ha proseguito Buvoli –“come ad esempio con gli studenti di Brindisi che, in 400, hanno intenzione di venire a visitare i luoghi virgiliani; questo fa bene al nostro territorio” (facendo riferimento all’apertura del Museo Virgilio al Palazzo del Podestà che avverrà domani sabato 7 dicembre). A sostegno di Buvoli, anche il consigliere provinciale nonchè sindaco di Borgo Virgilio, Francesco Aporti:” è necessario che il turista si fermi di più a Mantova e provincia e che si crei rete; deve esserci collaborazione tra pubblico e privato e il progetto presentato oggi è fantastico”. Ad arricchire la serata, l’accensione di un magnifico albero di Natale ad opera di Benedetta Ombroni nella Sala degli Antenati e l’esibizione di alcuni emozionanti brani del Canto di Natale di Charles Dickens, grazie all’Accademia Teatrale Campogalliani.
Roberta Gueli
MANTOVA, 04 dic. - Dopo lo straordinario successo ottenuto per quattro stagioni nel corso degli ultimi 5 anni ritorna al Teatrino di Palazzo D’Arco a partire da Venerdì 6 alle 20,45 fino a Domenica 22 dicembre la ripresa dello spettacolo "Canto di Natale" di Charles Dickens nella traduzione e riduzione teatrale curata da Chiara Prezzavento, per la regia di Maria Grazia Bettini.
Poiché commedia ha riscosso talmente successo nelle passate stagioni la Campogalliani ha deciso di riproporla anche quest’anno nel periodo delle feste natalizie per soddisfare le numerose richieste di pubblico.
"Canto di Natale" è un classico della narrativa inglese, quasi una favola di rinascita morale dell’individuo, in una società come la nostra dove stiamo seppellendo l’amore verso il prossimo e mostrando i peggiori lati della nostra umanità.
Il Natale era una celebrazione religiosa piuttosto severa nell’Inghilterra del 1843, quando Charles Dickens, celebre scrittore in difficoltà finanziarie e creative, scrisse il romanzo breve "A Christmas Carol".
La storia del vecchio avaro Scrooge e dei tre Spiriti in una Londra fuligginosa e affollata, capace delle miserie più meschine come della più calorosa generosità, era destinata a diventare l’opera più celebre di Dickens – ma anche a forgiare una nuova immagine delle celebrazioni natalizie, fatta di legami familiari, di condivisione, di agrifogli e frutta candita, di calore umano, di gentilezza e gioia.
Dickens ha creato un Natale del cuore dalla solennità misteriosa, felice e attraente al di là del suo significato strettamente religioso, un appello universale alla fraternità e agli affetti. È questo spirito che la regia vuole restituire sulla scena in Canto di Natale, adattato e tradotto appositamente da Chiara Prezzavento.
Ebenezer Scrooge, il mite scrivano Cratchit e una piccola folla di spiriti, cantori, bambini e pessimi soggetti popolano una vivace, magica parabola moderna capace di commuovere e divertire al tempo stesso – nella migliore tradizione dickensiana.
"Tutto inizia in un vecchio ufficio, spoglio e freddo, con una finestra sulle strade di una Londra che si prepara con al Natale con canti e raccolta fondi per gli indigenti. Un avido e meschino personaggio – il vecchio Scrooge - che respinge ogni gesto di generosità o amore o amicizia anche in un giorno così speciale. Ma forse nel suo cuore si accende una scintilla alimentata dalle parole del vecchio socio morto con il cuore incatenato dall’avidità e da quelle dei Fantasmi del Passato, Presente e Futuro.
Le scene si susseguono veloci come pensieri o sogni, fino a farlo risvegliare una persona diversa e capace di rimediare agli errori fatti anche nel solo tempo che rimane.
Il "Canto di Natale" è un racconto fantastico che racchiude verità profonde: ripercorrere la propria vita, riflettere sugli errori commessi per avidità, egoismo, insensibilità, per poter diventare una persona migliore, con sé stessi e con gli altri.
Il romanzo è uno degli esempi di critica di Dickens alla società ed è anche una delle più famose e commoventi storie sul Natale nel mondo, unisce al gusto del racconto gotico l’impegno nella lotta alla povertà e allo sfruttamento minorile, attaccando l’analfabetismo: problemi esasperati apparentemente proprio dalla Poor Law (Legge contro la povertà); il successo fu tale che perdura tuttora negli anni, come dimostrano i numerosi adattamenti televisivi e cinematografici che ne sono stati ricavati.
La commedia porta in scena un numerosissimo cast di attori, alcuni dei quali saranno impegnati ad interpretare più ruoli: Adolfo Vaini, Giancarlo Santarello, Diego Fusari, Chiara Benazzi, Francesco Cantarelli, Michele Romualdi, Loredana Sartorello, Michele Gollini, Carlotta Priori, Giacomo Fincato, Alessia Sterpu, Arianna Cantarelli, Annalaura Melotti, Sergio Negri, Francesca Campogalliani, Donata Bosco, Alessandra Mattioli, Serena Zerbetto, Daniela Modena, Martina Ginelli, Francesca Savoia, Marco Federici e Chiara Prezzavento.
La regista Maria Grazia Bettini è stata coadiuvata nella direzione scenica da Lorenza Becchi, Daniela Modena e Chiara Prezzavento, per l’assistenza di palcoscenico da Barbara e Debora Pedrazzini, nella creazione della scenografia da Diego Fusari e Daniele Pizzoli, i costumi sono stati ideati da Francesca Campogalliani e Diego Fusari; la colonna sonora è frutto delle selezioni musicali di Nicola Martinelli che ha diretto pure le esecuzioni corali, la parte illuminotecnica e gli effetti speciali sono stati curati da Massimiliano Fiordaliso.
La prevendita dei biglietti per tutti gli spettacoli della stagione si può già effettuare, da quest’anno, anche online su www.mailticket.it o direttamente dal sito www.teatro-campogalliani.it , oppure dal giovedì al sabato dalle ore 17,30 alle ore 19,00 presso la biglietteria del Teatrino D’Arco tel. 0376/325363 – cell. 375 7384473.
Il racconto di Dickens sul palco del Teatrino d’Arco da venerdì, con l’Accademia “Francesco Campogalliani”
MANTOVA Dopo lo straordinario successo ottenuto per quattro stagioni nel corso degli ultimi 5 anni ritorna al Teatrino di Palazzo d’Arco a partire da Venerdì 6 alle 20,45 fino a Domenica 22 dicembre la ripresa dello spettacolo “Canto di Natale” di Charles Dickens nella traduzione e riduzione teatrale curata da Chiara Prezzavento, per la regia di Maria Grazia Bettini . “Canto di Natale” è un classico della narrativa inglese, quasi una favola di rinascita morale dell’individuo, in una società come la nostra dove stiamo seppellendo l’amore verso il prossimo e mostrando i peggiori lati della nostra umanità.
Il Nstale era una celebrazione religiosa piuttosto severa nell’Inghilterra del 1843, quando Charles Dickens, celebre scrittore in difficoltà finanziarie e creative, scrisse il romanzo breve A Christmas Carol.
L sotira del vecchio avaro Scrooge e dei tre Spiriti in una Londra fuligginosa e affollata, capace delle miserie più meschine come della più calorosa generosità, era destinata a diventare l’opera più celebre di Dickens - ma anche a forgiare una nuova immagine dele celebrazioni natalizie, fatta di legami familiari, di condivisione, di agrifogli e frutta candita, di calore umano, di gentilezza e gioia.
Dickens ha creato un Natale del cuore dalla solennità misteriosa, felice e attraente al di là del suo significato strettamente religioso, un appello univerale alla fraternità e agli affetti. È questo spirito che la regia vuole restituire sulla scena in Canto di Natale, adattato e tradotto appositamente da Chiara Prezzavento.
Il romanzo è uno degli esempi di critica di Dickens alla società ed è anche una delle più famose e commoventi storie sul Natale nel mondo, unisce al gusto del racconto gotico l’impegno nella lotta alla povertà e allo sfruttamento minorile, attaccando l’analfabetismo: problemi esasperati apparentemente proprio dalla Poor Law (Legge contro la povertà); il successo fu tale che perdura tuttora negli anni, come dimostrano i numerosi adattamenti televisivi e cinematografici che ne sono stati ricavati.
La commedia porta in scena un numerosissimo cast di attori, alcuni dei quali saranno impegnati ad interpretare più ruoli: Adolfo Vaini, Giancarlo Santarello, Diego Fusari, Chiara Benazzi, Francesco Cantarelli, Michele Romualdi, Loredana Sartorello, Michele Gollini, Carlotta Priori, Giacomo Fincato, Alessia Sterpu, Arianna Cantarelli, Annalaura Melotti, Sergio Negri, Francesca Campogalliani, Donata Bosco, Alessandra Mattioli, Serena Zerbetto, Daniela Modena, Martina Ginelli, Francesca Savoia, Marco Federici, Chiara PrezzaventoDavide Cantarelli.
La regista Maria Grazia Bettiniè stata coadiuvata nella direzione scenica da Lorenza Becchi, Daniela Modena e Chiara Prezzavento, per l’assistenza di palcoscenico da Barbara e Debora Pedrazzini, nella creazione della scenografia da Diego Fusari e Daniele Pizzoli, i costumi sono stati ideati da Francesca Campogalliani e Diego Fusari; la colonna sonora è frutto delle selezioni musicali di Nicola Martinelli che ha diretto pure le esecuzioni corali, la parte illuminotecnica e gli effetti speciali sono stati curati da Massimiliano Fiordaliso.
La preventita dei biglietti per tutti gli spettacoli della stagione si può già effettuare, da quest$rsquo;anno, anche online su www.mailticket.it o direttamente dal sito www.teatro-campogalliani.it, oppure dal giovedì al sabato dalle ore 17,39 alle ore 19,00 presso la biglietteria del Teatrino D’Arco telefono 0376 325363 - 375 7384473.
Martedì, 3 dicembre 2024
MANTOVA – Dopo lo straordinario successo ottenuto per quattro stagioni nel corso degli ultimi cinque anni, ritorna al Teatrino di Palazzo D’Arco a partire da venerdì 6 dicembre alle 20.45 fino a domenica 22 dicembre la ripresa dello spettacolo “Canto di Natale” di Charles Dickens nella traduzione e riduzione teatrale curata da Chiara Prezzavento, per la regia di Maria Grazia Bettini. Poiché la commedia ha riscosso un successo così grande nelle passate stagioni, la Campogalliani ha deciso di riproporla anche quest’anno nel periodo delle feste natalizie per soddisfare le numerose richieste di pubblico.
“Canto di Natale” è un classico della narrativa inglese, quasi una favola di rinascita morale dell’individuo in una società come la nostra in cui stiamo seppellendo l’amore verso il prossimo e mostrando i peggiori lati della nostra umanità. Il Natale era una celebrazione religiosa piuttosto severa nell’Inghilterra del 1843, quando Charles Dickens, celebre scrittore in difficoltà finanziarie e creative, scrisse il romanzo breve “A Christmas Carol”.
La storia del vecchio avaro Scrooge e dei tre Spiriti in una Londra fuligginosa e affollata, capace delle miserie più meschine come della più calorosa generosità, era destinata a diventare l’opera più celebre di Dickens – ma anche a forgiare una nuova immagine delle celebrazioni natalizie, fatta di legami familiari, di condivisione, di agrifogli e frutta candita, di calore umano, di gentilezza e gioia.
Dickens ha creato un Natale del cuore dalla solennità misteriosa, felice e attraente al di là del suo significato strettamente religioso, un appello universale alla fraternità e agli affetti. È questo spirito che la regia vuole restituire sulla scena in Canto di Natale, adattato e tradotto appositamente da Chiara Prezzavento. Ebenezer Scrooge, il mite scrivano Cratchit e una piccola folla di spiriti, cantori, bambini e pessimi soggetti popolano una vivace, magica parabola moderna capace di commuovere e divertire al tempo stesso – nella migliore tradizione dickensiana.
Tutto inizia in un vecchio ufficio, spoglio e freddo, con una finestra sulle strade di una Londra che si prepara al Natale con canti e raccolta fondi per gli indigenti. Un avido e meschino personaggio – il vecchio Scrooge – respinge ogni gesto di generosità o amore o amicizia anche in un giorno così speciale. Ma forse nel suo cuore si accende una scintilla alimentata dalle parole del vecchio socio morto con il cuore incatenato dall’avidità e da quelle dei Fantasmi del Passato, Presente e Futuro.
Le scene si susseguono veloci come pensieri o sogni, fino a farlo risvegliare una persona diversa e capace di rimediare agli errori fatti anche nel solo tempo che rimane. Il “Canto di Natale” è un racconto fantastico che racchiude verità profonde: ripercorrere la propria vita, riflettere sugli errori commessi per avidità, egoismo, insensibilità, per poter diventare una persona migliore, con sé stessi e con gli altri.
Il romanzo è uno degli esempi di critica di Dickens alla società ed è anche una delle più famose e commoventi storie sul Natale nel mondo, unisce al gusto del racconto gotico l’impegno nella lotta alla povertà e allo sfruttamento minorile, attaccando l’analfabetismo: problemi esasperati apparentemente proprio dalla Poor Law (Legge contro la povertà); il successo fu tale che perdura tuttora negli anni, come dimostrano i numerosi adattamenti televisivi e cinematografici che ne sono stati ricavati.
La commedia porta in scena un numerosissimo cast di attori, alcuni dei quali saranno impegnati a interpretare più ruoli: Adolfo Vaini, Giancarlo Santarello, Diego Fusari, Chiara Benazzi, Francesco Cantarelli, Michele Romualdi, Loredana Sartorello, Michele Gollini, Carlotta Priori, Giacomo Fincato, Alessia Sterpu, Arianna Cantarelli, Annalaura Melotti, Sergio Negri, Francesca Campogalliani, Donata Bosco, Alessandra Mattioli, Serena Zerbetto, Daniela Modena, Martina Ginelli, Francesca Savoia, Marco Federici, Davide Cantarelli e Chiara Prezzavento.
La regista Maria Grazia Bettini è stata coadiuvata nella direzione scenica da Lorenza Becchi, Daniela Modena e Chiara Prezzavento, per l’assistenza di palcoscenico da Barbara e Debora Pedrazzini, nella creazione della scenografia da Diego Fusari e Daniele Pizzoli, i costumi sono stati ideati da Francesca Campogalliani e Diego Fusari; la colonna sonora è frutto delle selezioni musicali di Nicola Martinelli che ha diretto pure le esecuzioni corali, la parte illuminotecnica e gli effetti speciali sono stati curati da Massimiliano Fiordaliso.
La prevendita dei biglietti per tutti gli spettacoli della stagione si può già effettuare, da quest’anno, anche online su www.mailticket.it o direttamente dal sito www.teatro-campogalliani.it, oppure dal giovedì al sabato dalle ore 17.30 alle ore 19 presso la biglietteria del Teatrino d’Arco, tel. 0376 325363 – 375 7384473.
3 dicembre 2024
L’Accademia Teatrale Francesco Campogalliani dal 6 al 22 DICEMBRE 2024 al TEATRINO D’ARCO di Mantova con la rappresentazione “CANTO DI NATALE” di Charles Dickens per la regia di Maria Grazia Bettini. APERTE LE PREVENDITE
MANTOVA – Dopo lo straordinario successo ottenuto per quattro stagioni nel corso degli ultimi 5 anni ritorna al Teatrino di Palazzo D’Arco a partire da Venerdì 6 alle 20:45 fino a Domenica 22 dicembre la ripresa dello spettacolo “Canto di Natale” di Charles Dickens nella traduzione e riduzione teatrale curata da Chiara Prezzavento, per la regia di Maria Grazia Bettini.
Poiché commedia ha riscosso talmente successo nelle passate stagioni la Campogalliani ha deciso di riproporla anche quest’anno nel periodo delle feste natalizie per soddisfare le numerose richieste di pubblico.
“Canto di Natale” è un classico della narrativa inglese, quasi una favola di rinascita morale dell’individuo, in una società come la nostra dove stiamo seppellendo l’amore verso il prossimo e mostrando i peggiori lati della nostra umanità.
Il Natale era una celebrazione religiosa piuttosto severa nell’Inghilterra del 1843, quando Charles Dickens, celebre scrittore in difficoltà finanziarie e creative, scrisse il romanzo breve “A Christmas Carol”.
La storia del vecchio avaro Scrooge e dei tre Spiriti in una Londra fuligginosa e affollata, capace delle miserie più meschine come della più calorosa generosità, era destinata a diventare l’opera più celebre di Dickens – ma anche a forgiare una nuova immagine delle celebrazioni natalizie, fatta di legami familiari, di condivisione, di agrifogli e frutta candita, di calore umano, di gentilezza e gioia.
Dickens ha creato un Natale del cuore dalla solennità misteriosa, felice e attraente al di là del suo significato strettamente religioso, un appello universale alla fraternità e agli affetti. È questo spirito che la regia vuole restituire sulla scena in Canto di Natale, adattato e tradotto appositamente da Chiara Prezzavento.
Un avido e meschino personaggio – il vecchio Scrooge – che respinge ogni gesto di generosità o amore o amicizia anche in un giorno così speciale.
Ma forse nel suo cuore si accende una scintilla alimentata dalle parole del vecchio socio morto con il cuore incatenato dall’avidità e da quelle dei Fantasmi del Passato, Presente e Futuro.
Le scene si susseguono veloci come pensieri o sogni, fino a farlo risvegliare una persona diversa e capace di rimediare agli errori fatti anche nel solo tempo che rimane.
Il “Canto di Natale” è un racconto fantastico che racchiude verità profonde: ripercorrere la propria vita, riflettere sugli errori commessi per avidità, egoismo, insensibilità, per poter diventare una persona migliore, con sé stessi e con gli altri.
Il romanzo è uno degli esempi di critica di Dickens alla società ed è anche una delle più famose e commoventi storie sul Natale nel mondo, unisce al gusto del racconto gotico l’impegno nella lotta alla povertà e allo sfruttamento minorile, attaccando l’analfabetismo: problemi esasperati apparentemente proprio dalla Poor Law (Legge contro la povertà); il successo fu tale che perdura tuttora negli anni, come dimostrano i numerosi adattamenti televisivi e cinematografici che ne sono stati ricavati.
La commedia porta in scena un numerosissimo cast di attori, alcuni dei quali saranno impegnati ad interpretare più ruoli:
Adolfo Vaini, Giancarlo Santarello, Diego Fusari, Chiara Benazzi, Francesco Cantarelli, Michele Romualdi, Loredana Sartorello, Michele Gollini, Carlotta Priori, Giacomo Fincato, Alessia Sterpu, Arianna Cantarelli, Annalaura Melotti, Sergio Negri, Francesca Campogalliani, Donata Bosco, Alessandra Mattioli, Serena Zerbetto, Daniela Modena, Martina Ginelli, Francesca Savoia, Marco Federici e Chiara Prezzavento.
La regista Maria Grazia Bettini è stata coadiuvata nella direzione scenica da Lorenza Becchi, Daniela Modena e Chiara Prezzavento, per l’assistenza di palcoscenico da Barbara e Debora Pedrazzini, nella creazione della scenografia da Diego Fusari e Daniele Pizzoli, i costumi sono stati ideati da Francesca Campogalliani e Diego Fusari; la colonna sonora è frutto delle selezioni musicali di Nicola Martinelli che ha diretto pure le esecuzioni corali, la parte illuminotecnica e gli effetti speciali sono stati curati da Massimiliano Fiordaliso.
La prevendita dei biglietti per tutti gli spettacoli della stagione si può già effettuare, da quest’anno, anche online su http://www.mailticket.it o direttamente dal sito www.teatro-campogalliani.it, oppure dal giovedì al sabato dalle ore 17,30 alle ore 19,00 presso la biglietteria del Teatrino D’Arco tel. 0376 325363 – 375 7384473.
Giovedì, 1 dicembre 2022
di redazione
MANTOVA – Dopo lo straordinario successo ottenuto da “il giro del mondo in 80 giorni” che ha portato al Teatrino di Palazzo D’Arco più di 1.300 spettatori, la stagione teatrale 2022-2023 dell’Accademia Francesco Campogalliani prosegue domani alle 20,45 con la ripresa dello spettacolo “Canto di Natale” di Charles Dickens nella traduzione e riduzione teatrale curata da Chiara Prezzavento, per la regia di Maria Grazia Bettini.
La Campogalliani ha deciso di riproporla anche quest’anno nel periodo delle feste natalizie per soddisfare le numerose richieste di pubblico, visto il successo riscosso nelle passate edizioni. “Canto di Natale” è un classico della narrativa inglese, quasi una favola di rinascita morale dell’individuo, in una società come la nostra dove stiamo seppellendo l’amore verso il prossimo e mostrando i peggiori lati della nostra umanità.
La storia dello spettacolo
Il Natale era una celebrazione religiosa piuttosto severa nell’Inghilterra del 1843, quando Charles Dickens, celebre scrittore in difficoltà finanziarie e creative, scrisse il romanzo breve “A Christmas Carol”.
La storia del vecchio avaro Scrooge e dei tre Spiriti in una Londra fuligginosa e affollata, capace delle miserie più meschine come della più calorosa generosità, era destinata a diventare l’opera più celebre di Dickens – ma anche a forgiare una nuova immagine delle celebrazioni natalizie, fatta di legami familiari, di condivisione, di agrifogli e frutta candita, di calore umano, di gentilezza e gioia.
Dickens ha creato un Natale del cuore dalla solennità misteriosa, felice e attraente al di là del suo significato strettamente religioso, un appello universale alla fraternità e agli affetti. È questo spirito che la regia vuole restituire sulla scena in Canto di Natale, adattato e tradotto appositamente da Chiara Prezzavento.
Ebenezer Scrooge, il mite scrivano Cratchit e una piccola folla di spiriti, cantori, bambini e pessimi soggetti popolano una vivace, magica parabola moderna capace di commuovere e divertire al tempo stesso – nella migliore tradizione dickensiana.
Tutto inizia in un vecchio ufficio, spoglio e freddo, con una finestra sulle strade di una Londra che si prepara con al Natale con canti e raccolta fondi per gli indigenti.
Un avido e meschino personaggio – il vecchio Scrooge – che respinge ogni gesto di generosità o amore o amicizia anche in un giorno così speciale.
Ma forse nel suo cuore si accende una scintilla alimentata dalle parole del vecchio socio morto con il cuore incatenato dall’avidità e da quelle dei Fantasmi del Passato, Presente e Futuro.
Le scene si susseguono veloci come pensieri o sogni, fino a farlo risvegliare una persona diversa e capace di rimediare agli errori fatti anche nel solo tempo che rimane.
Il “Canto di Natale” è un racconto fantastico che racchiude verità profonde: ripercorrere la propria vita, riflettere sugli errori commessi per avidità, egoismo, insensibilità, per poter diventare una persona migliore, con sé stessi e con gli altri .
Il romanzo è uno degli esempi di critica di Dickens alla società ed è anche una delle più famose e commoventi storie sul Natale nel mondo, unisce al gusto del racconto gotico l’impegno nella lotta alla povertà e allo sfruttamento minorile, attaccando l’analfabetismo: problemi esasperati apparentemente proprio dalla Poor Law (Legge contro la povertà); il successo fu tale che perdura tuttora negli anni, come dimostrano i numerosi adattamenti televisivi e cinematografici che ne sono stati ricavati.
Il cast
La commedia porta in scena un numerosissimo cast di attori, alcuni dei quali saranno impegnati ad interpretare più ruoli: Adolfo Vaini, Gilberto Valle, Diego Fusari, Chiara Benazzi, Francesco Cantarelli, Giovanni Rodelli, Michele Romualdi, Loredana Sartorello, Michele Gollini, Jacopo Lamberti, Mattia Morselli, Arianna Cantarelli, Eleonora Ghisi, Annalaura Melotti, Sergio Negri, Francesca Campogalliani, Donata Bosco, Alessandra Mattioli, Serena Zerbetto, Francesca Savoia, Marco Federici e Chiara Prezzavento.
La regista Maria Grazia Bettini è stata coadiuvata nella direzione scenica da Lorenza Becchi, Daniela Modena e Chiara Prezzavento, per l’assistenza di palcoscenico da Barbara e Debora Pedrazzini, nella creazione della scenografia da Diego Fusari e Daniele Pizzoli, i costumi sono stati ideati da Francesca Campogalliani e Diego Fusari; la colonna sonora è frutto delle selezioni musicali di Nicola Martinelli che ha diretto pure le esecuzioni corali, la parte illuminotecnica e gli effetti speciali sono stati curati da Massimiliano Fiordaliso.
Le prenotazioni per i biglietti dello spettacolo, che sarà replicato fino al 18 dicembre – con cadenza serale nei giorni di venerdì e sabato (ore 20,45) e pomeridiana le domeniche e giovedì 8 dicembre (ore 16,00), si possono già effettuare presso la biglietteria del Teatrino di Palazzo D’Arco dal giovedì al sabato dalle ore 17,30 alle ore 19,00 (tel. 0376 325363 – email: biglietteria@teatro-campogalliani.it).
GIOVEDÌ, 1 DICEMBRE 2022
Mantova - tempo libero
La stagione dell’Accademia Francesco Campogalliani prosegue il 2 dicembre alle 20.45 al con la ripresa dello spettacolo “Canto di Natale” di Charles Dickens nella traduzione e riduzione teatrale curata da Chiara Prezzavento, per la regia di Maria Grazia Bettini.
La commedia ha riscosso talmente successo nelle passate stagioni che la Campogalliani ha deciso di riproporla anche quest’anno nel periodo delle feste natalizie, per soddisfare le numerose richieste di pubblico.
Le prenotazioni per lo spettacolo, che sarà replicato fino al 18 dicembre – la sera nei giorni di venerdì e sabato (ore 20.45), al pomeriggio le domeniche e giovedì 8 dicembre (ore 16) – si possono già effettuare alla biglietteria del Teatrino D’Arco dal giovedì al sabato dalle 17,30 alle 19 (0376-325363 biglietteria@teatro-campogalliani.it).
MERCOLEDÌ, 23 DICEMBRE 2020
Mantova - tempo libero
MANTOVA. La pandemia ha interrotto solo in parte quella che è ormai una tradizione consolidata. Il 25 e il 26, con inizio alle 17, si potrà assistere sulla piattaforma Zoom alla trasmissione registrata di Canto di Natale di Dickens, uno dei cavalli di battaglia della Campogalliani che per due anni ha tenuto la scena nel periodo natalizio con grande successo.
Lo spettacolo andrà in scena dunque per il terzo anno di fila, anche se a distanza. Niente appuntamento al teatrino di Palazzo D’Arco, ma il pubblico potrà seguire l’evento online. E lo potrà fare gratuitamente, visto che l’Accademia Teatrale Campogalliani ha deciso di fare questo regalo alla città. «Si tratta di uno spettacolo particolarmente importante del nostro repertorio - spiega la presidente Francesca Campogalliani -.Ritrovarsi al teatrino era un modo speciale per festeggiare il Natale con i nostri spettatori. Quest’anno sarà diverso, ma abbiamo trovato lo stesso il modo di festeggiare e restare insieme, anche se a distanza».
Lo spettacolo è tra i più amati. «Quando Canto di Natale andava in scena al teatrino sembrava davvero di tornare nella Londra di metà Ottocento. Anche se online, credo possa permettere agli spettatori di abbandonare per qualche minuto i pensieri tristi ed essere catapultati in un mondo di favola. Speriamo di tornare presto in presenza. Noi ci atteniamo scrupolosamente alle regole, ma mi sembra che il mondo della cultura al momento sia abbastanza ignorato».
Riduzione e adattamento teatrale sono di Chiara Prezzavento, la regia di Maria Grazia Bettini. Al centro la storia del vecchio avaro Scrooge e dei tre spiriti del passato, presente e futuro. in una Londra fuligginosa e affollata, capace delle miserie più meschine come della più calorosa generosità. L’opera più celebre di Dickens, capace di forgiare una nuova immagine delle celebrazioni natalizie, fatta di legami familiari, condivisione, agrifogli e frutta candita, calore umano e gioia.
Dickens ha creato un Natale del cuore dalla solennità misteriosa, felice e attraente al di là del suo significato strettamente religioso, un appello universale alla fraternità e agli affetti.
Altro appuntamento targato Campogalliani, fissato per i giorni 5 e 6 gennaio, sempre alle 17, la registrazione di un altro spettacolo amatissimo della compagnia, Il fantasma di Canterville. Le coordinate per accedere gratuitamente a Zoom vengono comunicate il giorno precedente allo spettacolo sulle rispettive pagine Facebook degli eventi. Ulteriori informazioni su www.teatro-campogalliani.it.
MATTEO SBARBADA
MANTOVA – L’affetto e le richieste del pubblico hanno portato l’Accademia Teatrale Campogalliani ad attivare una ulteriore iniziativa, che si aggiunge ai tre spettacoli già in programma on line, dal 21 al 23 dicembre, come spiegato dalla direttrice artistica Maria Grazia Bettini.
Si tratta della visione gratuita del “Canto di Natale”, dal romanzo di Charles Dickens, classico successo della compagnia, il 25 e 26 dicembre.
Una registrazione della rappresentazione teatrale è stata appositamente rielaborata per la piattaforma zoom e dal 24 sarà possibile vedere sui social il link cui collegarsi per godere della performance, dalle 17.
Dal 20 dicembre, invece, sarà disponibile il link per gli altri spettacoli, per i quali la piattaforma zoom è già stata aumentata, in modo da consentire l’accesso a un numero maggiore di spettatori.
Il “Canto di Natale”, nei programmi dell’Accademia, sarebbe dovuto diventare una sorta di appuntamento festivo fisso con il pubblico: per quest’anno semplicemente si muta la formula di approccio, sperando che dal 2021 si possa ripartire con la magia del racconto sul palco, in presenza.
La storia è portata in scena dalla Campogalliani tramite un ampliamento dello spazio teatrale, costruito su più livelli grazie ad una serie di proiezioni, giochi di luce ed effetti speciali, per poter mostrare i vari ambienti, aspetti, personaggi della favola.
E rendere il tutto più suggestivo e misterioso. Si tratta pur sempre di un incontro con dei fantasmi.
Anche i costumi, realizzati per l’occasione, contribuiscono a rendere tutto più fascinoso. L’Accademia, infatti, annovera nel suo patrimonio anche una sartoria teatrale e il magazzino dei capi ammonta a circa 2000 meravigliosi esemplari, custoditi nel tempo. Per i giorni del 5 e 6 gennaio invece online andrà Il Fantasma di Canterville. La compagnia ha in serbo un’altra sorpresa: lo spettacolo “L’aviatore”, tratto da un lavoro di Frederick Forsyth , con traduzione e riduzione teatrale di Chiara Prezzavento, debutterà on line, solo per i circoli aeronautici. La produzione, che faceva parte del cartellone 2020/2021 sospeso dal provvedimento governativo, sarà proposta nella versione arricchita anche da un racconto sulla vita dell’aviatrice Amelia Earhart. Auspicando che in periodi migliori la pièce possa essere portata ai circoli, e pure al pubblico mantovano, durante un tour reale anziché virtuale.
Intanto, il prossimo appuntamento sul web con gli eventi realizzati dall’Accademia teatrale è fissato per il 21 dicembre, con “Donne da palcoscenico”. A seguire “Natale con delitto”, il 22 dicembre e “Un Natale da favola” il 23.
MERCOLEDÌ, 9 DICEMBRE 2020
Mantova - tempo libero
MANTOVA. Un ricco programma di spettacoli in calendario nei giorni delle festività natalizie. L’Accademia Teatrale Campogalliani sarà anche quest’anno vicina al suo pubblico. Proposte di generi diversi, la cui realizzazione è possibile grazie all’impegno degli allievi dei corsi di teatro e degli insegnanti della scuola che da anni la Campogalliani gestisce con grande successo di partecipazione. L’iniziativa gode del contributo del Comune di Mantova.
Il via lunedì 21 dicembre alle 20.30 con Donne da palcoscenico per la regia di Maria Grazia Bettini. Costumi, trucchi e musiche di Francesca Campogalliani, Loredana Sartorello e Nicola Martinelli. Lo spettacolo, che coinvolge le allieve attrici del corso avanzato della Scuola di Teatro della Campogalliani, consiste in una prova aperta del corso di “Studio e costruzione del personaggio”. Gli spettatori potranno assistere su Zoom ad una passerella di personaggi femminili di commedie e tragedie.
Il giorno seguente, sempre alle 20.30, toccherà a Natale con delitto, reading degli allievi del secondo anno. Al centro, un Natale un po’ insolito in cui un omicidio e un fantasma saranno i protagonisti dei racconti ambientati nel giorno di Natale. Regia di Maria Grazia Bettini, musiche e luci di Nicola Martinelli.
Mercoledì 23 alle 18 toccherà agli allievi più piccoli, partecipanti al corso degli alunni delle elementari. Con il titolo Un Natale da favola, sono raggruppati due racconti, “Babbo Natale” e “Allarme nel presepe” di Gianni Rodari. La regia e l’ideazione dello spettacolo sono di Nicola Martinelli e Serena Zerbetto. Le letture e gli spettacoli saranno recitati sul palco del teatro D’Arco e tutti potranno collegarsi sulla piattaforma Zoom per seguirli in diretta gratuitamente.
Nei giorni di Natale e Santo Stefano, alle 17, sempre su Zoom, si potrà assistere alla trasmissione registrata di Canto di Natale di Dickens, uno dei cavalli di battaglia della Campogalliani che per due anni ha tenuto la scena nel periodo natalizio con grande successo.
Il 30 gennaio, sempre dal teatrino di palazzo D’Arco, la Campogalliani riserverà ai circoli aeronautici il collegamento per assistere al debutto de L’aviatore di Frederick Forsyth, il nuovo spettacolo in preparazione per la regia di Maria Grazia Bettini che verrà rappresentato per il pubblico non appena si potranno riaprire le sale teatrali. In arrivo anche una collaborazione con la Fondazione D’Arco nell’ambito dei progetti per la realizzazione di un video ambientato nelle sale del palazzo.
Le coordinate per accedere gratuitamente a Zoom verranno comunicate il giorno precedente allo spettacolo a chi cliccherà sulla pagina Facebook della Campogalliani sull’evento alle voci “Mi interessa” o “Parteciperò” e a chi chiederà via mail di assistere allo spettacolo all’indirizzo info@teatro-campogalliani.it. Informazioni su www.teatro-campogalliani.it.
«Gli spettacoli - commenta Maria Grazia Bettini, direttore artistico e regista della compagnia - sono un regalo che la Campogalliani offre, pur con sacrifici e grande dispendio di energie, a una vasta platea di spettatori che potrà seguirli comodamente da casa».
MATTEO SBARBADA
Giovedì, 9 gennaio 2020
di redazione
MANTOVA – Non è Natale senza il tradizionale spettacolo al Teatrino di Palazzo D’Arco: un appuntamento che anche quest’anno ha registrato un grande successo, complice un spettacolo evergreen come “Canto di Natale” di Charles Dickens nella traduzione e riduzione teatrale curata da Chiara Prezzavento per la regia di Maria Grazia Bettini.
Uno show riproposto dalla Campogalliani – le repliche si sono chiuse il 6 gennaio – viste le tante richieste giunte lo scorso anno da parte di chi non era riuscito ad assistere alla rappresentazione nata nel 1843, quando Charles Dickens scrisse appunto il romanzo breve “A Christmas Carol”, una storia che dipinge un perfetto quadro della società ambientato in uno dei periodi più magici dell’anno.
A salire sul palco sono stati: Adolfo Vaini, Luca Genovesi, Diego Fusari, Chiara Benazzi, Roberta Tognoli, Italo Scaietta, Michele Romualdi, Loredana Sartorello, Federico, Davide e Simone Cantarelli, Annalaura Melotti, Sergio Negri, Francesca Campogalliani, Roberta Vesentini, Donata Bosco, Alessandra Mattioli, Serena Zerbetto, Martina Ginelli, Maria Sole Tartari, Tommaso Iacopo Lamberti e Marco Federici.
GIOVEDÌ, 2 GENNAIO 2020
Mantova - cultura e spettacoli
Un piccolo gioiello capace di commuovere e risvegliare i buoni sentimenti. Uno strepitoso successo sta accompagnando l’Accademia Campogalliani, in scena anche nell’ultima sera del 2019 con Canto di Natale, pièce proposta per il secondo anno nella traduzione e riduzione teatrale curata da Chiara Prezzavento, per l’ottima regia di Maria Grazia Bettini. E da subito si è proiettati nell’Ottocento con i cantori che intonano The first Noel per raccogliere fondi per i poveri nelle vie di Londra. Oltre agli apprezzamenti di chi lo aveva visto nel 2018 e al lusinghiero passaparola, lo spettacolo con un convincente Adolfo Vaini nei panni del taccagno Ebenezer Scrooge, in queste settimane ha conquistato e scaldato il cuore di un pubblico diverso e sempre coinvolto. Adulti, ragazzi, anziani e famiglie hanno affollato il Teatrino d’Arco immergendosi nell’atmosfera della gelida vigilia di Natale dipinta da Dickens. Le repliche dello spettacolo, dal 2018 al 6 gennaio 2020, ultima data, saranno ben 47 e tutte all’insegna del sold out (con gente in coda anche nella speranza di qualche rinuncia dell’ultimo minuto). Particolare che ha convinto la compagnia a riproporre l’opera anche quest’anno. Il numeroso cast di attori sul palco ha tenuto vivo il messaggio dickensiano con una rappresentazione coinvolgente in grado di toccare corde profonde e rendere attuale l’appello alla fraternità e alla condivisione. In scena Adolfo Vaini, Luca Genovesi, Diego Fusari, Chiara Benazzi, Roberta Tognoli, Italo Scaietta, Michele Romualdi, Loredana Sartorello, Federico, Davide e Simone Cantarelli, Annalaura Melotti, Sergio Negri, Francesca Campogalliani, Roberta Vesentini, Donata Bosco, Alessandra Mattioli, Serena Zerbetto, Martina Ginelli, Maria Sole Tartari, Tommaso Iacopo Lamberti e Marco Federici.La regista Maria Grazia Bettini era coadiuvata nella direzione scenica da Lorenza Becchi, Daniela Modena e Chiara Prezzavento, per l’assistenza di palco da Barbara e Debora Pedrazzini, nella creazione della scenografia da Diego Fusari e Daniele Pizzoli. I costumi sono stati ideati da Francesca Campogalliani e Diego Fusari; la colonna sonora è frutto delle selezioni musicali di Nicola Martinelli che ha diretto anche le esecuzioni corali. La parte illuminotecnica è seguita da Giorgio Codognola che ha curato anche la realizzazione di effetti speciali con Massimiliano Fiordaliso. --
Venerdì, 6 dicembre 2019
di Monica Bottura
MANTOVA - È una storia senza tempo che continua ad affascinare grandi e piccoli, forse perchè continua ad avere anche molto da insegnarci. È il celebre “Canto di Natale” di Charles Dickens, un racconto che unisce passato e presente e che incarna la vera magia del Natale.
E così la storia dell’avaro Scrooge e della sua redenzione passa di Natale in Natale da tante generazioni, non perdendo mai il suo fascino.
Ne è testimonianza proprio lo spettacolo “Il Canto di Natale” che la Compagnia Campogalliani porta in scena al Teatrino D’Arco da stasera al 6 gennaio, praticamente già quasi tutto esaurito in ogni rappresentazione
MANTOVA Stasera al Teatrino di Palazzo d’Arco la stagione teatrale 2019-2020 del 73º anno di attività dell’Accademia Francesco Campogalliani prosegue in grande stile con la ripresa della spettacolo “Canto di Natalw” di Charles Dickens nella traduzione e riduzione teatrale curata da Chiara Prezzavento, per la regia di Maria Grazia Bettini. Poichè la commedia ha riscosso talmente successo nella passata stagione la Campogalliani ha deciso di riproporla anche quest’anno nel periodo delle feste natalizie per soddisfare le numerose richieste di pubblico che lo scorso anno non ha potuto assistere allo spettacolo. La commedia porta in scena un numerosissimo cast di attori, alcuni dei quali saranno impegnati ad interpretare più ruoli: Adolfo Vaini, Luca Genovesi, Diego Fusari, Chiara Benazzi, Roberta Tognoli, Italo Scaietta, Michele Romualdi, Loredana Sartorello, Federico, Davide e Simone Cantarelli, Annalaura Melotti, Sergio Negri, Francesca campogalliani, Roberta Vesentini, Donata Bosco, Alessandro Mattioli, Serena Zerbetto, Martina Ginelli, Maria Sole Tartari, Tommaso Dalzoppo, Jacopo Lamberti, Marco Federici.
La registra Maria Grazia Bettini è stata coadiuvata nella direzione scenica da Lorenza Becchi, Daniela Modena e Chiara Prezzavento, per l’assistenza di palcoscenico da Barbara e Debora Pedrazzini, nella creazione delle scene da Diego Fusari e Daniele Pizzoli, i costumi sono stati ideati da Francesca Campogalliani e Diego Fusari; la colonna sonara è frutto delle selezioni musicali di Nicola Martinelli che ha diretto pure le esecuzioni corali, la parte illuminotecnica è stata curata da Giorgio Codognola che ha seguito anche la realizzazione degli effetti speciali insieme a Massimiliano Fiordaliso. Le prenotazioni per i biglietti dello spettacolo, che sarà replicato fino al 6 gennaio 2020 - compreso la sera del 31 dicembre - con cadenza serale nei gironi di venerdì e sabato (ore 20,45) e pomeridiana la domenica ed il 6 gennaio 2020 (ore 16), si possono già effettuare presso la biglietteria del teatrino di Palazzo d’Arco dal mercoledì al sabato dalle ore 17 alle ore 18,30 (tel. 0376 325363 email: biglietteria@teatro-campogalliani.it) oppure direttamente online sul sito www.teatro-campogalliani.it.
MERCOLEDÌ, 4 DICEMBRE 2019
Mantova - tempo libero
MANTOVA. Tuffo nell’atmosfera natalizia. Venerdì 6 dicembre alle 20,45 al Teatrino di Palazzo D’Arco la stagione del 73° anno di attività dell’Accademia Campogalliani prosegue infatti in grande stile con la ripresa dello spettacolo Canto di Natale di Charles Dickens nella traduzione e riduzione teatrale curata da Chiara Prezzavento, per la regia di Maria Grazia Bettini. Dopo il successo della passata stagione, la Campogalliani ha deciso di riproporre la pièce anche quest’anno nel periodo delle festività, per soddisfare le numerose richieste del pubblico che lo scorso anno non aveva potuto assistere allo spettacolo.
Il Natale era una celebrazione religiosa piuttosto severa nell’Inghilterra del 1843, quando Charles Dickens, celebre scrittore in difficoltà finanziarie e creative, scrisse il romanzo breve A Christmas Carol. Il romanzo è uno degli esempi di critica di Dickens alla società ed è anche una delle più famose e commoventi storie sul Natale nel mondo. L’opera è un racconto fantastico che racchiude verità profonde: ripercorrere la propria vita, riflettere sugli errori commessi per avidità, egoismo, insensibilità, per poter diventare una persona migliore, con sé stessi e con gli altri.
La commedia vedrà in scena un numerosissimo cast di attori, alcuni dei quali saranno impegnati ad interpretare più ruoli: Adolfo Vaini, Luca Genovesi, Diego Fusari, Chiara Benazzi, Roberta Tognoli, Italo Scaietta, Michele Romualdi, Loredana Sartorello, Federico, Davide e Simone Cantarelli, Annalaura Melotti, Sergio Negri, Francesca Campogalliani, Roberta Vesentini, Donata Bosco, Alessandra Mattioli, Serena Zerbetto, Martina Ginelli, Maria Sole Tartari, Tommaso Iacopo Lamberti e Marco Federici. La regista Maria Grazia Bettini è stato coadiuvata nella direzione scenica da Lorenza Becchi, Daniela Modena e Chiara Prezzavento, per l’assistenza di palcoscenico da Barbara e Debora Pedrazzini, nella creazione della scenografia da Diego Fusari e Daniele Pizzoli.
I costumi sono stati ideati da Francesca Campogalliani e Diego Fusari; la colonna sonora è frutto delle selezioni musicali di Nicola Martinelli che ha diretto pure le esecuzioni corali, la parte illuminotecnica è stata curata da Giorgio Codognola che ha seguito anche la realizzazione di effetti speciali insieme a Massimiliano Fiordaliso.
Repliche fino al 6 gennaio (anche il 31 dicembre) nei giorni di venerdì e sabato (ore 20,45) e pomeridiana la domenica e il 6 gennaio (ore 16). Prenotazioni al Teatrino d’Arco dal mercoledì al sabato dalle 17 alle 18,30 (tel. 0376 325363, biglietteria@teatro-campogalliani.it) oppure online sul sito www.teatro-campogalliani.it.
Un altro spettacolo di Natale da non perdere al Teatrino d’Arco: Canto di Natale di Charles Dickens segue il Fantasma di Canterville dell’anno scorso (ne potete leggere una recensione qui). Là una farsa nello stile tutto inglese degli spettacoli delle feste, oggi invece il racconto natalizio per antonomasia, quello che vede Scrooge passare dall’avversione al Natale alla pienezza dello spirito natalizio grazie all’intervento di un fantasma e dei natali passati, presenti e futuri.
Se la versione del Fantasma di Canterville era incantevole, questo Canto di Natale è davvero magico come solo i classici sanno essere e in una versione, interpretazione, allestimento e regia davvero splendidi*. Tutti abbiamo letto la storia di Scrooge e l’abbiamo vista in miriadi di versioni: dal cinema ai cartoni, dai pupazzi ai fumetti**. Tuttavia questa versione teatrale ha davvero qualcosa in più: ti fa entrare davvero nello studio di Scrooge, ti porta nella Londra dell’Ottocento, in uno di quei quadretti natalizi che sembrano presi dalle figurine dei carillon o dalle illustrazioni di Natale.
Ma come quelli rimangono solo belli da vedere, il Canto di Natale dell’Accademia Campogalliani è tutto da vivere.
Quando ho avuto la fortuna di assistere ad una delle rappresentazioni (purtroppo, o per fortuna, lo spettacolo è esaurito fino alla fine delle repliche) ho vissuto davvero la magia del teatro, la sospensione dell’incredulità: i fantasmi del Natale per me erano davvero lì e ti facevano riflettere e pensare che c’è sempre modo di cambiare le cose. Quando i cantori entrano in scena sembra davvero di essere in una via di Londra con l’Esercito della Salvezza a raccogliere fondi per i poveri. Quando suonano i rintocchi della mezzanotte vivi l’attesa di vedere gli spiriti dei Natali: lo sai che arriveranno ma ogni volta è una sorpresa. Perfetta anche la scelta di non prevedere intervalli ma di far crescere l’emozione del pubblico che alla fine si scioglie nella scena finale che vede tutti gli attori sulla scena (e sono ben venti) interpretare concretamente il titolo cantando una carola natalizia. Che altro dire se non che sarebbe un peccato perdersi questo spettacolo che regala momenti di assoluta felicità (l’anno prossimo tornerà in calendario***).
*La regia davvero perfetta è di Maria Grazia Bettini. La riduzione che non perde assolutamente l’incanto della storia originale ma anzi ne fa cogliere tutti gli elementi magici è di Chiara Prezzavento. Bravi tutti gli attori con un Adolfo Vaini che fa uno Scrooge davvero efficace e uno splendido cameo di Francesca Campogalliani nella parte della domestica dell’avaro, Mrs Gamp. Una menzione particolare alle luci di Giorgio Codognola che trasformano il palcoscenico del Teatrino in una serie di quadri luminosi che regalano atmosfera e magia e accompagnano e assecondano le emozioni del pubblico.
**Tra le più recenti versioni cinematografiche ricordiamo “L’uomo che inventò il Natale” (2017) e “A Christmas Carol” di Robert Zemeckis (2009). Per i cartoni dobbiamo far riferimento a Il Canto di Natale di Topolino (1983) con Topolino nella parte dell’impiegato Cratchit, Paperon de’ Paperoni nella parte di Scrooge e Paperino di Fred, il nipote dell’avaro. Molto efficace anche la versione a pupazzi dei Muppet dal titolo The Muppet Christmas Carol (1992) con Michael Caine nei panni di Scrooge. Per i fumetti ricordiamo ancora i personaggi Disney con un volume dal titolo Canto di Natale che presenta varie storie e alcune differenze rispetto a quella a cartoni animati.
***Un’idea potrebbe essere quella di fare almeno una rappresentazione all’anno di Canto di Natale per renderla tradizione come nel caso di Trappola per topi di Agatha Christie.
Mantova
L’avvicinarsi delle feste di Natale porta con sè una delle storie più note legate a questo periodo dell’anno, ovvero “Canto di Natale” di Charles Dickens. Una storia che risulta essere ancora più bella se vista a teatro. Questo fine settimana, da venerdì a domenica, sarà possibile vedere le vicende di Ebenezer Scrooge e dei tre spiriti del Natale, portate in scena al Teatrino d’Arco dagli attori dell’Accademia Campogalliani. Il palco si presenterà come un ufficio spoglio e freddo con una finestra sulle strade di Londra che si prepara al Natale con canti e raccolta fondi per gli indigenti. Le scene si susseguono veloci come pensieri o sogni, nel viaggio tanto interiore quanto esteriore di Scrooge, il quale si risveglia come una persona diversa e capace di rimediare agli errori fatti anche nel solo tempo che rimane. Il Canto è un racconto fantastico ma che racchiude verità profonde: ripercorrere la propria vita, riflettere sugli errori commessi per avidità, egoismo, insensibilità, per poter diventare una persona migliore, con sé stessi e con gli altri. La storia del vecchio avaro Scrooge e dei tre Spiriti in una Londra fuligginosa e affollata, capace delle miserie più meschine come della più calorosa generosità, era destinata a diventare l’opera più celebre di Dickens, ma anche a forgiare una nuova immagine delle celebrazioni natalizie, fatta di legami familiari, di condivisione, di agrifogli e frutta candita, di calore umano, di gentilezza e gioia. Dickens ha creato un Natale del cuore dalla solennità misteriosa, felice e attraente al di là del suo significato strettamente religioso, un appello universale alla fraternità e agli affetti. È questo spirito che la regia vuole restituire sulla scena in Canto di Natale, adattato e tradotto appositamente da Chiara Prezzavento. Ebenezer Scrooge, il mite scrivano Cratchit e una piccola folla di spiriti, cantori, bambini e pessimi soggetti popolano una vivace, magica parabola moderna capace di commuovere e divertire al tempo stesso, nella migliore tradizione dickensiana.
Gli auguri di un Natale ricco nello spirito dagli attori dell’Accademia «Campogalliani»
Il celebre romanzo di Charles Dickens Canto di Natale accompagna grandi e piccini fino al 6 gennaio con il suo carico di buoni sentimenti, dei quali l’Accademia teatrale "CampogalIiani" si fa ambasciatrice. Il romanzo - scritto a meta Ottocento, quando in Inghilterra vigeva lo sfruttamento del lavoro e l’infanzia era negate - è un inno alla rinascita morale dell’uomo, un invito a pensare al prossimo e a riscoprire il valore della socialità. Sul palcoscenico del teatrino d’Arco, che la trasparenza del fondale (scene di Fusari e Pizzoli) e le proiezioni laterali riescono ad ampliare visivamente, sono schierati una ventina di interpreti impegnati in più ruoli. La valenza collettiva è l’elemento caratterizzante sia della riduzione e traduzione del testo di Chiara Prezzavento, che della regia di Maria Grazia Bettini. La quale, pur amante del genere, addolcisce i tratti gotici. I tre fantasmi, affidati alle due attrici Loredana Sartorello e Serena Zerbetto, non sono creature terrificanti ma emissari dell’aldilà avvolti di luci colorate (effeti di Codognola e Fiordaliso, colonna sonora di Martinelli) apparsi per insegnare che gli errori del passato non sono cancellabili ma, prendendone coscienza, si può mutare il corso del presente e del futuro. La trama narra di Ebenezer Scrooge, avaro con gli altri e anche con se stesso, che vive solitario pensando ad accumulare ricchezze, senza goderne. Adolfo Vaini tratteggia con encomiabile indole arcigna il personaggio che, guidato dagli spettri e dall’ex socio defunto, Michele Romualdi, piano piano riscopre la gioia adolescenziale: il viso severo si distende e cede al sorriso, rivolto innanzitutto al vessato impiegato impersonato da Luca Genovesi e al nipote cui Diego Fusari conferisce un inscalfibile ottimismo. Il valore della messa in scena si attesta su standard elevati. I personaggi sono convincenti, reali e caratterialmente ben delineati: alcuni risultano divertenti, altri commoventi, altri ancora forniscono l’indispensabile "colore" come Francesca Campogalliani, esilarante predatrice di cadaveri che declina al femminile l’avidità di Scrooge, e, nei panni dei più giovani, i bravi Simone, Federico e Davide Cantarelli. Tuttavia l’Accademia pane in secondo piano l’aspetto strettamente artistico, di indiscutibile qualità, per privilegiare l’importanza del messaggio dickensiano che esorta a una vita ricca nello spirito. Ne è prova il finale in cui la compagnia, con genuina sincerità, porge gli auguri al pubblico sotto una nevicata di fiocchi luminosi.
Maria Luisa Abate
LA FOTONOTIZIA
MANTOVA
Sono stati ospiti dell’Accademia Campogalliani al Teatrino D’Arco, in occasione di una replica di anto di Natale di Charles Dickens, due costumisti di fama mondiale: Gabriella Pescucci e Massimo Cantini Parrini. Le due personalità del mondo del costume sono state protagoniste del secondo incontro organizzato da Abito nella Sala dei Cavalli di Palazzo Te.
IL RACCONTO DI DICKENS PROPOSTO DALLA CAMPOGALLIANI CON LA REGIA DI GRAZIA BETTINI E INTERPRETAZIONI VALIDE DI VAINI, SARTORELLO E ZERBETTO
Grazia Bettini, nota per la spiccata propensione al gotico, non poteva mancare l’appuntamento con Charles Dickens che con le ghost stories talora si cimentava, pervadendo di uno spirito compiaciutamente macabro anche romanzi di travolgente umorismo come il “Pickwick Club”. Canto di Natale, novella scritta nel 1843, nasce dal titolo ricordato, sei sette anni dopo la sua pubblicazione. Apparentemente sono agli antipodi Mr. Pickwick, che stando seduto dentro una carriola lancia paciosi motti ai cacciatori che sparano a casaccio, mentre Ebenezer Scrooge, banchiere avido e avaro, dal suo gelido ufficio lancia strali gracchianti contro chi osa porgli auguri natalizi. Entrambi raccontano storie di fantasmi o ne sono visitati.
Nel caso di Scrooge, la vigilia di Natale gli si presenta il socio morto sette anni prima, con tanto di catene che sferragliano in strada e in casa. Dickens gioca ogniqualvolta con le aggettivazioni di situazione, rivelando una singolare ambiguità, secondo l’adagio “non ci credo ma”. Nella circostanza deve smentire l’acido vecchio che non volendo prestare fede al defunto, cerca di attribuire l’apparizione a un boccone rancido della cena. Di qui la necessità di portare a supporto del soprannaturale, spiritelli fatati, figure del Natale, di passato presente e futuro.
Adolfo Vaini interpreta Scrooge con sicura misura di posture da vecchio anchilosato, di smorfie scettiche, di toni eufemizzanti. Ma ogni difesa deve essere smantellata, e liberato dal bozzolo che lo opprime risvegliare il ragazzo, di prima che si alienasse nel denaro. Per Bettini sono come fate le ausiliarie della rinascita: la fata del passato, in una ampia veste bianco e la soave gentilezza di Loredana Sartorello, gli rammenta il fatale silenzio d’amore giovanile per cui si raggelò; la fata del presente, in una tuta verde, e la leggerezza danzata di Serena Zerbetto, gli rivela la crudeltà mentale nei confronti della povera famiglia dell’impiegato, per cui scopre adesso il rimorso; ancora la Sartorello sotto un mantello nero da strega gli mostra il funerale senza un amico, per cui il proposito di rimediare agli errori. Vaini e le due signore sono il clou, l’eccellenza dello spettacolo condotto da Bettini con “soprannaturale” scioltezza, e colorita persuasione, sotto gli occhi straniti e sgomenti del banchiere. Non mancano i quadretti sociali, aspro quello della lavandaia di Francesca Campogalliani che si ritaglia un memorabile cammeo di cinismo sottoproletario, oppure il pre-chapliniano compassionevole della famigliola di Luca Genovesi, o ancora il piccolo borghese buonista del nipote di Diego Fusari e della moglie Alessandra Mattioli.
Il pubblico ha festeggiato con particolare calore i diciannove attori sul palco, le scene adeguate di Fusari e Pizzoli e le luci di Codognola, la colonna sonora di Martinelli, e l’estrosità della regia. —
A. C.
MANTOVA
MANTOVA. Sabato 10 novembre alle 20,45 debutta al Teatrino D’Arco il nuovo spettacolo della Campogalliani, Canto di Natale di Charles Dickens. La stagione teatrale dell’Accademia prosegue dunque in grande stile con questo debutto nella traduzione e riduzione teatrale curata da Chiara Prezzavento, per la regia di Maria Grazia Bettini. «Quest’anno - spiega la compagnia - la scelta è caduta su un classico della narrativa inglese con l’intento di mettere in scena una favola di rinascita morale dell’individuo, in una società come la nostra dove stiamo seppellendo l’amore verso il prossimo e mostrando i peggiori lati della nostra umanità».
Il Natale era una celebrazione religiosa piuttosto severa nell’Inghilterra del 1843, quando Charles Dickens, celebre scrittore in difficoltà finanziarie e creative, scrisse il romanzo breve “A Christmas Carol”. «Dickens ha creato un Natale del cuore dalla solennità misteriosa, felice e attraente al di là del suo significato strettamente religioso, un appello universale alla fraternità e agli affetti. È questo spirito che la regia vuole restituire sulla scena in Canto di Natale, adattato e tradotto appositamente da Chiara Prezzavento».
In scena molti attori, alcuni dei quali impegnati ad interpretare più ruoli: Adolfo Vaini, Luca Genovesi, Diego Fusari, Chiara Benazzi, Italo Scaietta, Michele Romualdi, Loredana Sartorello, Federico, Davide e Simone Cantarelli, Annalaura Melotti, Sergio Negri, Francesca Campogalliani, Donata Bosco, Alessandra Mattioli, Serena Zerbetto, Martina Ginelli, Costanza Fontana e Marco Federici.
La regista Maria Grazia Bettini è stato coadiuvata nella direzione scenica da Lorenza Becchi, Daniela Modena e Chiara Prezzavento, nella creazione della scenografia da Diego Fusari e Daniele Pizzoli, i costumi sono stati ideati da Francesca Campogalliani e Diego Fusari; la colonna sonora è frutto delle selezioni musicali di Nicola Martinelli che ha diretto pure le esecuzioni corali, la parte illuminotecnica è stata curata da Giorgio Codognola che ha seguito anche la realizzazione di effetti speciali insieme a Massimiliano Fiordaliso.
Le prenotazioni per lo spettacolo, che sarà replicato fino al 6 gennaio (compreso il 31 dicembre) con cadenza serale nei giorni di venerdì e sabato (ore 20,45) e la domenica alle 16, si possono già effettuare al Teatrino D’Arco dal mercoledì al sabato dalle 17 alle 18.30 (tel. 0376 325363 email: biglietteria@teatro-campogalliani.it).
9 novembre 2018
Sabato 10 novembre alle 20,45 al Teatrino di Palazzo D’Arco la stagione teatrale 2018-2019 del 72º anno di attività dell’Accademia Francesco Campogalliani prosegue in grande stile con il debutto dello spettacolo “Canto di Natale” di Charles Dickens nella traduzione e riduzione teatrale curata da Chiara Prezzavento, per la regia di Maria Grazia Bettini.
Quest’anno la scelta è caduta su un classico della narrativa inglese con l’intento di mettere in scena una favola di rinascita morale dell’individuo, in una società come la nostra dove stiamo seppellendo l’amore verso il prossimo e mostrando i peggiori lati della nostra umanità.
Il Natale era una celebrazione religiosa piuttosto severa nell’Inghilterra del 1843, quando Charles Dickens, celebre Il Natale era una celebrazione religiosa piuttosto severa nell’Inghilterra del 1843, quando Charles Dickens, celebre scrittore in difficoltà finanziarie e creative, scrisse il romanzo breve “A Christmas Carol”.
La storia del vecchio avaro Scrooge e dei tre Spiriti in una Londra fuligginosa e affollata, capace delle miserie più meschine come della più calorosa generosità, era destinata a diventare l’opera più celebre di Dickens – ma anche a forgiare una nuova immagine delle celebrazioni natalizie, fatta di legami familiari, di condivisione, di agrifogli e frutta candita, di calore umano, di gentilezza e gioia.
Dickens ha creato un Natale del cuore dalla solennità misteriosa, felice e attraente al di là del suo significato strettamente religioso, un appello universale alla fraternità e agli affetti. È questo spirito che la regia vuole restituire sulla scena in Canto di Natale, adattato e tradotto appositamente da Chiara Prezzavento.
Ebenezer Scrooge, il mite scrivano Cratchit e una piccola folla di spiriti, cantori, bambini e pessimi soggetti popolano una vivace, magica parabola moderna capace di commuovere e divertire al tempo stesso – nella migliore tradizione dickensiana.
Tutto inizia in un vecchio ufficio, spoglio e freddo, con una finestra sulle strade di una Londra che si prepara con al Natale con canti e raccolta fondi per gli indigenti.
Un avido e meschino personaggio – il vecchio Scrooge – che respinge ogni gesto di generosità o amore o amicizia anche in un giorno così speciale.
Ma forse nel suo cuore si accende una scintilla alimentata dalle parole del vecchio socio morto con il cuore incatenato dall’avidità e da quelle dei Fantasmi del Passato, Presente e Futuro.
Le scene si susseguono veloci come pensieri o sogni, fino a farlo risvegliare una persona diversa e capace di rimediare agli errori fatti anche nel solo tempo che rimane.
Il romanzo è uno degli esempi di critica di Dickens alla società ed è anche una delle più famose e commoventi storie sul Natale nel mondo, unisce al gusto del racconto gotico l’impegno nella lotta alla povertà e allo sfruttamento minorile, attaccando l’analfabetismo: problemi esasperati apparentemente proprio dalla Poor Law (Legge contro la povertà); il successo fu tale che perdura tuttora negli anni, come dimostrano i numerosi adattamenti televisivi e cinematografici che ne sono stati ricavati.
La commedia porta in scena un numerosissimo cast di attori, alcuni dei quali saranno impegnati ad interpretare più ruoli: Adolfo Vaini, Luca Genovesi, Diego Fusari, Chiara Benazzi, Italo Scaietta, Michele Romualdi, Loredana Sartorello, Federico, Davide e Simone Cantarelli, Annalaura Melotti, Sergio Negri, Francesca Campogalliani, Donata Bosco, Alessandra Mattioli, Serena Zerbetto, Martina Ginelli, Costanza Fontana, Marco Federici.
La regista Maria Grazia Bettini è stato coadiuvato nella direzione scenica da Lorenza Becchi, Daniela Modena e Chiara Prezzavento, nella creazione della scenografia da Diego Fusari e Daniele Pizzoli, i costumi sono stati ideati da Francesca Campogalliani e Diego Fusari; la colonna sonora è frutto delle selezioni musicali di Nicola Martinelli che ha diretto pure le esecuzioni corali, la parte illuminotecnica è stata curata da Giorgio Codognola che ha seguito anche la realizzazione di effetti speciali insieme a Massimiliano Fiordaliso.
Le prenotazioni per i biglietti dello spettacolo, che sarà replicato fino al 6 gennaio 2019 – compreso la sera del 31 dicembre – con cadenza serale nei giorni di venerdì e sabato (ore 20,45) e pomeridiana la domenica (ore 16,00), si possono già effettuare presso la biglietteria del Teatrino di Palazzo D’Arco dal mercoledì al sabato dalle ore 17 alle ore 18,30 (tel. 0376 325363 email: biglietteria@teatro-campogalliani.it)
99%
“ECCELLENTE”
Abbiamo atteso oggi a recensire lo spettacolo visto il 20 dicembre, Canto di Natale, poiché le vicende di Scrooge si svolgono la Vigilia di Natale. Questo è il nostro regalo per Scrooge!!! Siamo un gruppo di studenti e Canto di Natale a teatro, non lo avevamo mai visto. La scenografia, è stata efficace nel ricreare l’atmosfera , con l’uso di luci e ombre per sottolineare i momenti più importanti. I costumi, curati nei dettagli, hanno contribuito a immergere, noi spettatori, nell’epoca e nella vicenda. Apprezzatissimi i canti natalizi eseguiti dal vivo, che hanno aggiunto un tocco di magia e coinvolgimento emotivo. La recitazione ha saputo trasmettere il messaggio centrale di Dickens: l’importanza dell’altruismo e della generosità. Grazie a tutti, in particolare al nostro eroe, Scrooge.
Molto coinvolgente e ben interpretata. Il cast, come al solito, ha dato il massimo.
Adatto a tutta la famiglia, una bella storia non solo per il Natale
Interpreti eccezionali raccontano in modo coinvolgente la tradizionale storia
Tutto con misura ed eleganza ma nel finale ...pelle d’oca !!! canti ed effetti speciali commoventi !
Si vede nei costumi un accurato studio dei dettagli e una conoscenza della storia del costume
Tutti gli interpreti favolosi ma un plauso particolare al protagonista il vecchio Scrooge
Un po’ di nostalgia della mia gioventù mantovana nel vedere su Zoom le mitiche colonne del teatro d’arco... Spettacolo coinvolgente, con un ottimo ritmo scenico, una scenografia che - pur nei ristretti spazi - riesce a portare lo spettatore nei diversi luoghi dell’opera. Un testo che arriva, senza fronzoli, al cuore del messaggio di Dickens.
Da tanto tempo non entravo al Teatrino. Emozione fortissima nel vedere la grandezza delle interpretazioni, i costumi e le scene curatissime , un testo attento e mai banale , l’atmosfera da pelle d’oca. Scrooge da 10 e tutto il cast straordinario . La perfezione è nei dettagli . Grande applauso
Divertimento grande al teatrino grazie a questa rappresentazione. Che estrema cura e passione mettete nella regia, nella scenografia, nei costumi. Nelle musiche. Molto fedele al testo di Dickens. Un tuffo nella Londra dell’800.
Traduzione e adattamento teatrale accurato e fedele
Scene perfettamente dickensiane
Canti popolari inglesi riuscitissimi. Musica ghost appropriata.
Sono perfetti. Mai visti costumi così curati e numerosi
Ottima. Le immagini proiettate sul muro molto efficaci. Il cimitero è l’esatta riproduzione Dei cimiteri inglesi delle parrocchie.
Un omaggio di vera commozione per i giovani Cantarelli. Commovente il loro impegno. Tutti gli attori e le attrici contribuiscono alla riuscita. Adolfo intenso. Memorabile il pezzo recitato al cimitero. Francesca la domestica irresistibile. Ma poi Michele Diego Loredana e tutti gli altri generosi.
Ritmo. Scene che si succedono rapidamente ed efficacemente. Fedeltà al grande Dickens. Parabola sempre attuale rappresentata con grande intelligenza.
Il racconto natalizio per antonomasia, “Canto di Natale” della Campogalliani, per la magnifica regia di Maria Grazia Bettini, è molto molto di più! Sembra di entrare in una di quelle scene natalizie miniaturizzate e custodite sotto la sfera di vetro di un prezioso carillon e qui la magia si compie: la luce fioca nella nebbia di Londra, i cantori, l’Esercito della salvezza che raccoglie fondi per i bisognosi... anche noi spettatori siamo lí con loro, nello studio di Scrooge, interpretato in modo ineccepibile da Adolfo Vaini, in scena dall’inizio alla fine senza interruzioni, e, in un crescendo di emozioni, partecipiamo alla sua trasformazione, mentre gli spiriti del Natale, tra sospensione e stupore, portano messaggi di speranza. Il messaggio è che c’è sempre la possibilità di cambiare le cose, la possibilità di migliorare, di migliorarsi. Semplice ma potente, questo messaggio commuove e delizia: nella scena finale, tutti gli attori intonano il Canto di Natale, mentre la neve scende, come in ogni carillon di vetro che si rispetti; una carola natalizia, un balsamo per l’anima, uno splendido augurio e un buon auspicio perché possa essere Natale ogni giorno.
Tutto bellissimo, mi sono commossa con la reazione di Scrooge durante le tre notti. Efficace la scelta noir della regista.
Lo sapevo, lo sapevo !!!
Divini come sempre ... anzi no ... stasera di più !!!
Emozione, coinvolgimento, ritornare bambini con la classicità di un racconto intramontabile interpretato divinamente, con delicatezza e tanta dolcezza.
Il risultato è una serata indimenticabile.
Grazie Compagnia Teatrale Campogalliani per le emozioni che ci regalate e applausi ininterrotti per dieci minuti dicono tutto.
Buon Natale
Volevo ringraziarvi per la splendida serata di ieri. Il fantasma era incantevole ma questo Canto di Natale è davvero magico come solo i classici sanno fare e in una versione, interpretazione, allestimento e regia davvero splendidi. Tutti abbiamo letto Dickens e visto mille versioni, dal cinema ai cartoni, ma il vostro portarlo a teatro ha dato qualcosa in più: ti fa entrare davvero nello studio di Scrooge, nella Londra dell’800, in quei quadretti che sembrano presi dalle figurine dei carillon o dalle illustrazioni natalizie. Ma come quelli rimangono solo belli da vedere, il vostro Canto di Natale è invece da vivere. Ieri ho vissuto davvero la sospensione dell’incredulità e i fantasmi del Natale per me erano davvero lì e ti facevano pensare che c’è sempre modo di cambiare le cose. Ma non voglio dilungarmi e quindi grazie ancora per questa splendida esperienza e complimenti per quello che fate per il teatro a Mantova e per questo spettacolo che regala momenti di assoluta felicità.
UNO SPETTACOLO MOLTO BELLO. INTERPRETI BRAVISSIMI. MI SONO EMOZIONATA!!!!!!!!!! CREDO CHE SE RIUSCIRO’,ANDRO’ A VEDERLO UNA SECONDA VOLTA!!!
Volevamo esprimere con gratitudine la nostra approvazione per la rappresentazione “Canto di Natale” del giorno 11 novembre 2018. Interpretazione magistrale, dai più giovani ai veterani, scenografia, costumi, tecnica e regia eccellenti. Il racconto tocca le corde dell’emozione, aiuta a riflettere. Un plauso a tutti Voi.