La regina e il suo giullare…
Racconto o metafora che esce dal particolare storico e universalizza, fuori dal tempo e dalla Storia, la lotta tra potere, satira e arte.
La regina sente, o vorrebbe sentire, il dominio sul suo giullare.
Il giullare lusinga la sua regina, ma con un sottile gioco psicologico o con smaccate provocazioni, nonostante le aperte dichiarazioni di sottomissione, riesce ad incrinare le certezze della sovrana.
La regina domina il suo giullare o viceversa?
Forse la domanda non è pertinente… È il potere o, meglio, il desiderio del potere che domina su tutti: è in gioco il potere della regina, ma anche quello del giullare e il potere spesso sfugge dal controllo di chi, con troppo accanimento o in modo illusorio, cerca di tenerlo nelle proprie mani.
Il potere, nell’illusione che crea, arriva a generare una dipendenza di amore-odio: la regina ama il suo giullare, ma sogna di tagliargli la testa, il giullare, da parte sua, ama la sua regina, ma sogna di congiurare contro di lei.
La pièces teatrale vuole mettere in scena il rapporto intercorrente tra l’artista e il potere politico.
Qui, l’artista viene rappresentato da CALABACILLAS, buffone alla corte di Filippo di Spagna e il potere politico viene incarnato da Elisabetta I d’Inghilterra. Il connubio relazionale è, ovviamente, metastorico e assolutamente simbolico. La relazione di queste due dimensioni sociali è caratterizzata da un’incessante dialettica che, se a volte può assumere toni più farseschi che drammatici, altre sconfina nel comico o nel grottesco. E’ la rappresentazione di una interdipendenza indissolubile, sottesa da interessi, equivoci, sfide, rivalità, comunanze o contrasti di intenti, che fanno della pièce un caledeoscopio vivace e variopinto del sempre e costante rapporto che lega l’Artista al Potere, sia in termini di sottomissione che di ribellione.
Fausto Bertolini, nativo di Pegognaga (Mantova)
Laureato in filosofia estetica presso l’Ateneo di Bologna. Master triennale in spicologia del profondo presso l’Università degli Studi Statale di Milano.
Ha seguito corsi di regia presso l’Accademia del "Piccolo Teatro" di Milano e presso il Centro Sperimentale di Cinematrografia di Roma.
Come programmista regista ha diretto diversi servizi e documentari per la RAI.
È stato assistente di Federico Fellini (Il Casanova) e di Bernardo Bertolucci (Novecento). Autore di diversi romanzi, tra cui "L’Angelo sulla credenza", Ed. Mursia, Milano 2007.
Per il 66º anno di attività, l’ACCADEMIA “FRANCESCO CAMPOGALLIANI” presenta, al Teatro di Palazzo D’Arco di
Mantova, la stagione 2011-2012 offrendo al pubblico un programma particolarmente eclettico.
Il sipario si apre il 6 settembre con “La stanza delle donne”,
per la regia di Maria Grazia Bettini e Diego Fusari, crudele trasposizione teatrale di Gabriella Schina del romanzo
Come se io non ci fossi di Slavenka Drakulic, sugli efferati crimini compiuti ai danni delle donne musulmane
durante la guerra in Kossovo. Uno squarcio atroce sulla barbarie umana, narrato splendidamente con note di delicata poesia. Lo spettacolo costituisce un evento collaterale
di Festivaletteratura 2011 di Mantova.
Seguirà, in un’unica serata, l’8 ottobre, “La regina e il suo
giullare” di Fausto Bertolini, regia di Mario Zolin. Duetto
satirico tra una immaginaria regina Elisabetta ed il suo
giullare, su un tema sempre intrigante e ricco di stimoli
intellettuali quale quello tra il potere dominante e la sua
messa alla berlina dalla cultura, in un gioco di specchi rovesciati:
ironia, dileggio, satira per palati fini.
Dal 20 ottobre fino al 20 dicembre, “Il berretto a sonagli”,
di Luigi Pirandello, con regia di Mario Zolin, uno sguardo
sulle contraddizioni dell’uomo, la sua incapacità di dare un
diverso destino alle proprie aspirazioni, soffocate dal ben
pensare di una società bigotta e conformista. Paradosso
travestito di comicità.
Il 31 dicembre andrà in scena “Ogni gallina ha il suo perché”,
tre atti unici di Achille Campanile: “150 la gallina canta”,
“Povero Piero” e “Delitto a Villa Rowng”, per la regia di
Maria Grazia Bettini. Un ultimo dell’anno in allegria con
farse surreali ai confini del teatro dell’assurdo. Repliche
fino al 21 gennaio.
Il 28 gennaio riapparirà uno dei testi più riusciti ed intensi
di Luigi Lunari: “Nel nome del padre”. Due attori di grande
spessore gareggiano in bravura per dar vita a due personaggi
tormentati ed introversi, vittime della grandezza
e dell’arroganza dei loro padri (Togliatti e Kennedy). La
regia è di Aldo Signoretti.
Dal 9 febbraio, la mente raffinata e geniale della scrittrice
mantovana Chiara Prezzavento ci regala questa novità assoluta:
“Di uomini e di poeti”, scritta per le celebrazioni virgiliane
con debutto, nel settecentesco Teatro Bibiena di Mantova,
il 14 ottobre 2011 per la regia di Maria Grazia Bettini.
Dal 1º marzo “Il clan delle vedove” di Ginette Beauvais
Garcin, regia di Maria Grazia Bettini. Due ore se ne volano
via tra mordaci slanci di sincerità ed ironia, illusioni che si
frantumano contro realtà inaspettate, gags irresistibili!
Dal 12 aprile “Vita da cani” di Franco Parenti, autore
mordace e satirico che ha saputo rispecchiare i limiti della
nostra società nelle debolezze umane. Il primo dei due atti
unici (“Pelone”) gioca sull’ineludibile desiderio di socialità
insito nell’uomo e che qui si estrinseca in una duplice via
alla vita. Il secondo atto unico (“Babau”), apparentemente
farsesco, nasconde una arguta e spietata analisi della società
moderna. La regia di entrambi gli atti porta la firma di
Maria Grazia Bettini.
Nei mesi di ottobre, novembre e dicembre 2011, l’ACCADEMIA
“FRANCESCO CAMPOGALLIANI” riproporrà al pubblico
I LUNEDÌ DEL D’ARCO, un ciclo di incontri letterari
che quest’anno sono dedicati alla celebrazione del 150º
dell’Unità d’Italia: sei serate di letture drammatizzate dedicate
al Risorgimento riunite sotto il titolo accattivante “Va
pensiero... verso l’Italia Unita”.
ACCADEMIA TEATRALE “FRANCESCO CAMPOGALLIANI”
Teatrino di Palazzo D’Arco
Piazza D’Arco, 2 - 46100 Mantova
tel. e fax 0376.325363
teatro.campogalliani@libero.it
www.teatro-campogalliani.it
Prosegue la stagione dell’Accademia Campogalliani al Teatrino d’Arco: subito dopo le ultime repliche straordinarie di Vita da Cani di Giuliano Parenti andrà in scena La Regina e il suo Giullare di Fausto Bertolini nella versione rielaborata da Mario Zolin che ne è anche regista. La piéce teatrale vuole mettere in scena il rapporto che intercorre tra artista e potere politico; in questo contesto l’artista è rappresentato da Calabacillas, il buffone di corte di Filippo II di Spagna, mentre il potere politico è quello simboleggiato dalla regina Elisabetta I d’Inghilterra. Tale connubio relazionale è senza dubbio metastorico e del tutto simbolico, ma assume, a seconda dei momenti scenici toni dialettici che spaziano dalla farsa al dramma, dal grottesco al comico. L’autore dell’opera è il mantovano Fausto Bertolini, nativo di Pegognaga, che vanta un nutrito curriculum sia in campo cinematografico che teatrale. La Campogalliani ha scelto questa sua opera proprio per valorizzare gi autori mantovani di nascita, come è stato per Giuliano Parenti, nell’ambito di un programma che vedrà in autunno la versione in vernacolo de Le Baruffe Chiozzotte di Goldoni elaborata dalla compianta Ada Magri. La Regina e il suo Giullare vedrà in scena gli attori Francesca Caprari (la grande Regina) e Claudio Soldà (Calabacillas); Mario Zolin, regista, ha curato scene e costumi; completano il cast Giorgio Codognola per la direzione luci, Nicola Martinelli per la colonna sonora ed Ermanno Balestrieri per il mixage audio. Repliche da venerdi 12 marzo a domenica 18 aprile, anche se un’anteprima si terrà sabato 6 marzo al teatro Soms di Castellucchio (ore 21). Prenotazioni aperte presso la biglietteria del Teatrino d’Arco, mercoledi-sabato ore 17-18.30 (0376 325363).