Due atti unici con un filo conduttore comune : il rapporto con il cane.
Non il cane come amico fedele e generoso, bensì l’animale che l’uomo ha creato a sua immagine e somiglianza con difetti, manie, vizi, passioni, egoismi.
Nel primo atto unico i cani della sig.ra Carponi vengono nutriti con filetto, massaggiati da un’esperta fisioterapista, lavati e profumati con i migliori saponi e creme,tanto che un uomo, senza fissa dimora, istruito ma disoccupato chiede di poter avere le medesime possibilità dei due animali.
Ho ambientato questa storia surreale,con risvolti socio-politici, in un ambiente anni ’70, seguendo l’autore in un percorso dapprima misterioso a tinte gialle e poi grottesco e a tratti comico.
Gli attori si trasformano così da personaggi con background diversi ma riconoscibili, a caricature prodotte da una società divisa in classi estremamente diverse.
Nel secondo la lettura è più leggera, più farsesca e i personaggi sono caricature, che lottano contro le "bramosie e passioni" di Romolo, il cane del portiere.
I condomini sotto sequestro del cane non hanno un nome, bensì sono un carattere: il ragioniere, Il professore, il generale, la signorina, la peripatetica, il disoccupato, il meccanico e la vecchietta.
Anche qui classi sociali contrapposte, ma che si coalizzano contro un nemico comune ed esprimono divisioni e solidarietà.
La lettura registica punta, in questo caso, più all’aspetto farsesco, ma l’autore ci lascia comunque con un’idea amara dell’uomo che si specchia nelle voglie grottesche di un povero animale.
Ho cambiato il finale de "Il Babau" e spero che l’autore mi perdoni, ma non potevo permettere che Romolo uscisse di scena a favore della felicità dei condomini ed ho preferito lasciarli sotto scacco del mio animale preferito!
La lunga e intensa attività teatrale, didattica, letteraria e artistica di Giuliano Parenti è contrassegnata da un folto numero di pubblicazioni, esposizioni, rappresentazioni e laboratori.
Tra i molti suoi libri si ricordano Facciamo teatro (Paravia 1971), Giochiamo davvero con Patrizio Roversi (Emme, 1976), L’educazione tecnica nella società degli oggetti (La scuola, 1983). Sul versante letterariomeritano segnalazione un singolare racconto ’aperto’, per ragazzi, mezzo scritto e mezzo da scrivere, Il Plasmotronico (Paravia, 1973) e un divertito romanzo ’giallo’, Uliess, lettore di immondizie (Jaka Book, 2001).
Drammaturgo di ironica inventiva ha ottenuto numerosi riconoscimenti tra i quali spiccano i premi teatrali nazionali "Ruggero Ruggeri" (1957, 1961, 1964), "Vallecorsi" (1961,1968) e, nel Canton Ticino, il premio "Amici del Teatro di Locarno" (1998). Tra le molte commedie rappresentate in Italia e all’estero si segnalano La Draghignazza e Un cappello soltanto, radiotrasmesse dalla RAI per la regia, rispettivamente, di Ruggero Jacobbi e Andrea Camilleri. Nel 2007 è tornato alla narrativa con Racconti col fiato corto (Tre Lune) e il romanzo pop Per amore o per finta (Mauro Pagliai Editore, 2008).
Fiorentino di nascita, Giuliano Parenti, dopo un trentennio trascorso a Mantova, ora risiede a Pieve San Paolo (Lucca) dove, in un piccolo laboratorio fra i pomodori e i radicchi dell’orto, realizza con l’abilità di un raffinato artigiano le sue minuscole Edizioni del Trito e Ritrito fuori commercio.
TEATRINO D’ARCO
Terzo spettacolo dell’Accademia Teatrale Campogalliani oggi alle 21,15 al Teatrino di Palazzo D’Arco nell’ambito delle manifetazioni di "E...State a Mantova 2011". "Una vita da cani" costituito da...
Terzo spettacolo dell’Accademia Teatrale Campogalliani oggi alle 21,15 al Teatrino di Palazzo D’Arco nell’ambito delle manifestazioni di "E...State a Mantova 2011". "Una vita da cani" costituito da due atti unici di Giuliano Parenti "Pelone" e "il Babau"che portano la firma registica di Maria Grazia Bettini . Si tratta di un remake a distanza di più di quarant’anni dalla loro prima rappresentazione che all’epoca portava la regia di Aldo Signoretti. Un unico filo conduttore: il rapporto dell’uomo con il cane, visto non come amico fedele e generoso, ma come l’animale che l’uomo stesso ha creato a sua immagine e somiglianza evidenziando così vizi, difetti, manie, egoismi e passioni che, nella finzione teatrale creano motivo di divertimento, ma anche di riflessione ed amara autocritica. Il cast: Andrea Flora, Cristina Debiasi, Valentina Durantini, Adolfo Vaini, Italo Scaietta, Martina Ginelli, Damiano Scaini, Isabella Bertolini, Roberta Bonfiglio, Matteo Bertoni, Giancarlo Braglia. La prevendita dei biglietti si apre oggi alle ore 19.30 al Teatrino D’Arco (tel. 0376 325363).
Riaprono i battenti del Teatrino di Palazzo d’Arco con un nuovo spettacolo messo in scena dall’Accademia teatrale Francesco Campogalliani dal titoloUna vita da cani che comprende i due atti unici di Giuliano ParentiPelone eIl Babau per la regia di Maria Grazia Bettini. I due lavori furono messi in scena sempre dalla Campogalliani, con regia di Aldo Signoretti, verso la fine degli anni 60.
Era l’epoca della loro prima scrittura. Oggi il titolo che li accomuna allude in modo molto esplicito a un unico filo conduttore: il rapporto dell’uomo col cane, ma non il cane come amico fedele e generoso, bensi come l’animale che l’uomo stesso ha creato a sua immagine e somiglianza. Vengono cosi evidenziati vizi, difetti, manie, egoismi e passioni che sulla scena danno motivo di divertimento, ma anche di riflessione e amara autocritica. Gli attori si trasformano cosi da personaggi con background diversi, ma riconoscibili, a caricature prodotte da una società divisa in classi estremamente diverse, nel primo atto, fino a coalizzarsi contro un nemico comune (il babau) esprimendo divisioni e solidarietà, nel secondo. Il cast è alquanto numeroso: Andrea Flora, Cristina Debiasi, Valentina Durantini, Adolfo Vaini, Italo Scaietta, Martina Ginelli, Damiano Scaini, Isabella Bertolini, Roberta Bonfiglio, Matteo Bertoni, Giancarlo Braglia. Le scenografie portano la firma di Diego Fusari, i costumi di Loredana Sartorello e Serena Zerbetto, le luci di Giorgio Codognola e la colonna sonora di Nicola Martinelli. La direzione scenica è affidata a Valentina Durantini e Annalaura Melotti. Si replica fino al 20 febbraio. Le prenotazioni sono già aperte alla biglietteria del Teatrino di Palazzo d’Arco (0376 325363) dal mercoledi al sabato dalle 17 alle 18.30.