Scritto dal Goldoni nel finire del 1764, costituisce la più importante e conosciuta commedia del periodo parigino.
Lo scrittore veneziano era stato invitato a Parigi, infatti, in veste di autore della Comedie Italienne. Si trovò però in un ambiente teatrale ancora legato alla commedia dell’arte, con le sue maschere e canovacci, estraneo quindi alla riforma teatrale sostenuta dal Goldoni, attraverso la quale si era introdotta la commedia di carattere, con personaggi minuziosamente tratteggiati e copioni ben definiti.
Pertanto il Goldoni fu costretto a scrivere un testo che segnasse il paesaggio tra un semplice canovaccio e una vera commedia di carattere.
A dimostrazione della difficoltà in cui versò l’autore, la stesura originaria del "Ventaglio" non ebbe il successo auspicato e ancora oggi non riesce a raggiungere i livelli delle commedie ad esso apparentemente simili quali "La baruffe Chiozzotte" o "Il Campiello".
Rimane infatti un’opera in cui il protagonista non è un personaggio particolare (come "La Locandiera") o una classe sociale (come il Popolino de "Il Campiello"), ma bensì un semplice oggetto inanimato: un ventaglio.
Il giovane Evaristo è innamorato di Candida che lo corrisponde, ma anche il nobile Barone ne è invaghito.
Giannina è contesa da Crespino e dall’oste Coronato, ma mentre il primo ha l’amore della fanciulla il secondo ha la promessa del fratello, Moracchio.
Il Conte, ormai in miseria, cerca di vendere la sua protezione Per riaffermare almeno un poco del suo antico lustro.
La trama appare fin dalle prime battute scontata.
Ma un oggetto complicherà la faccenda e darà consistenza al divertente intreccio della commedia.
I numerosi personaggi, dai rappresentanti di una fatiscente aristocrazia ai ricchi borghesi, dai simpatici servitori al popolino, non sono che ingranaggi di un meccanismo la cui chiave animatrice è proprio un Ventaglio.
La Commedia è pertanto affidata completamente al tempismo ed al ritmo degli attori che animano una piccola piazza, sulla quale si affacciano le botteghe più importanti del villaggio in una campagna nei pressi di Milano.
Alcune immagini dello spettacolo:
GIOVEDI’ SERA 26 LUGLIO ANDRA’ IN SCENA LA FRIZZANTE COMMEDIA DI CARLO GOLDONI
Secondo appuntamento con il teatro comico di Carlo Goldoni giovedì 26 luglio alle ore 21415 nella splendida cornice del giar¬dino di Palazzo D’Arco. Dopo lo strepitoso successo di pubbli¬co de «Gl’innamorati» con il cortile stracolmo (molti spetta¬tori rimasti senza biglietto sono stati costretti a restare fuori) ecco arrivare per la regia di Maria Grazia Bettini, «Il Venta¬glio», la più importante e cono¬sciuta commedia del periodo pa¬rigino, scritta dal grande autore veneziano nel 1764, anno in cui si trovava ospite nella capitale francese in veste di autore della «Comédie Italienne».
Goldoni, in Francia, si trovò di fronte ad un ambiente teatra¬le ancora legato alla Commedia dell’Arte (a quel tipo di inter¬pretazione, cioè, non tanto lega¬ta ad un copione quanto ad un semplice canovaccio sul quale gli attori improvvisavano con molta libertà, battute e situazioni) e che produceva quindi risultati di notevole spontaneità espressiva, ma anche di discontinuità quali¬tativa.
Questo modo di intendere il teatro era quindi estraneo allo spirito di quella riforma teatrale già in atto in Italia (e della quale il Goldoni stesso fu ispiratore) secondo cui i personaggi dove¬vano essere minuziosamente tratteggiati e i copioni ben defi¬niti a tutto vantaggio della misura e del ritmo dell’azione scenica.
Purtuttavia la necessità di me¬diare tra queste due opposte concezioni teatrali spinse Gol-doni a produrre un’opera quan¬to mai fresca e stimolante (oltre che, inutile dirlo, assai diverten¬te) come «Il ventaglio», comme¬dia nella quale il protagonista non è un personaggio particolare (come ne «La locandiera») o una classe sociale (è il caso del popolino de «Il campiello») ma un semplice oggetto inanimato (il ventaglio) intorno al quale ruota la consueta serie di gusto¬sissimi equivoci, gelosie, baruf¬fe, riappacificamenti.
«Il ventaglio», giova ricordar¬lo, è il penultimo appuntamento di un ciclo di quattro incontri col teatro brillante (l’ultimo sarà il 31 luglio con «30 secondi d’amo¬re») proposto dall’Accademia Campogalliani all’interno della rassegna «Musica e teatro in giardino» di Spazio Aperto 1984. I biglietti, come di consueto, sono in vendita presso la -segre¬teria dell’Ente Manifestazioni Mantovane in via Pescheria 19.
OPERA GOLDONIANA A PALAZZO D’ARCO
Un grande successo e platee sempre esaurite sta registrando in questi giorni al teatrino di Palazzo D’Arco «Il ventaglio» goldoniano, allestito con piglio sicuro e accattivante dai giovani dell’accademia Campogalliani.
La regia di Maria Grazia Bettini si avvale di un gruppo di affiatatissimi interpreti, Francesca Vaini, Elisabetta Fabbri, Diego Fusari, Mario Zolin, Grazia Bettini, Daniele Pizzoli, Adolfo Vaini, Giovanna Bertoli, Angelo Manzotti, Giovanni Riva Berni, Michele Romualdi, Davide Meneghetti e Claudia Benzi.
Per parlare dello spettacolo, le cui prossime repliche sono previste sabato sera 5 e domenica pomeriggio 6 dicembre, sono venuti ai microfoni di «Telegazzetta» Aldo Signoretti, direttore artistico della Campogalliani e Maria Grazia Bettini, regista dello spettacolo. L’intervista andrà in onda domani martedì 1 dicembre, alle ore 19,20.
LA «CAMPOGALLIANI» LANCIA I GIOVANI
di GABRIELLA PANIZZA
Gli antichi proverbi hanno sempre ragione «tale padre tale figlio» afferma un adagio latino e, sia pure con le debite eccezioni, i fatti danno ragione.
C’era quindi da aspettarsi che la compagnia «giovane» nata dalla Campogalliani, fosse una felice emanazione del valoroso complesso artistico che l’ha...figliata.
Pieni di entusiasmo e di amore per il teatro, i ragazzi della Campogalliani, si sono messi d’impegno per dar vita ad uno spettacolo tutto loro: hanno scelto il testo, un bellissimo te¬sto di Goldoni «Il ventaglio» si sono distribuite le parti, hanno ideato scene e costumi, poi hanno cominciato a provare. E lo hanno fatto per mesi sotto la guida della regista Maria Grazia Bettini, una vera promessa della nostra Accademia.
Poi finalmente, è venuto il gran giorno. O meglio la grande sera: quella del debutto che ha avuto luogo naturalmente, nel teatrino di Palazzo D’Arco sede dell’Accademia Campogalliani. Ed è stato un debutto felice, che ha coronato le ansie e le fatiche di questo gruppo di giovani forze del teatro mantovano e che i primi applausi del folto pubblico convenuto allo spettacolo, hanno battezzato calorosamente al successo. Molto ben preparati, attenti ai richiami di ciascun personaggio e seriamente intenzionati a ricrearne l’immagine più esatta, i ragazzi della Campogalliani che l’affettuosa vicinanza di Aldo Signoretti ha idealmente sorretto, hanno dato corso ad un gioco scenico vivace e senza cedimenti, in cui la misura della recitazione bene si miscelava con la ricerca dei giusti «ritmi», in cui la gustosa umoristà dei personaggi veniva colta e riprodotta, il cui l’arguzia e lo spirito del linguaggio goldoniano assumevano colorito rilievo, in cui la gestualità e l’espressione trovavano una loro precisa evidenza. Di questo già consapevole tracciato interpretativo, va ascritto merito sia a Maria Grazia Bettini che ai giovani attori, tra i quali ricordiamo in special modo Giovanna Bertoli, Elisabetta Fabbri, Adolfo Vaini, Francesca Vaini, Daniele Pizzoli, Diego Fusari e Giovanni Rivaberni, seppure tutti, lo ripetiamo, ci sono parsi degni di elogio. Così come ci pare inoltre giusto menzionare l’allestimento scenografico ed i costumi di Pizzoli, Fusari, Pasetto e Roberto. Lo spettacolo verrà replicato sino al 6 dicembre nelle sere di sabato e nei pomeriggi di domenica.
«IL VENTAGLIO» AL TEATRO D’ARCO
Riapre i battenti il teatrino di palazzo D’Arco per la consueta stagione teatrale dell’accademia con un attesissimo, nuovo spettacolo basato su uno dei testi più noti di Carlo Goldoni, «Il Ventaglio».
La prima rappresentazione avrà luogo domani sera, mentre le repliche, previste come d’abitudine al sabato sera e alla domenica pomeriggio, avranno inizio sabato 21 e proseguiranno sino a domenica 6 dicembre.
Sarà di grande interesse questo nuovo allestimento della Campogalliani, che vede impegnati i molti giovani che compongono il prestigioso gruppo mantovano e che danno corrispondente significato alla costante opera di diffusione e proselitismo al teatro sempre perseguita dai suoi dirigenti. Al suo debutto come regista dello spettacolo, Maria Grazia Bettini aggiunge un’altra nota di stimolo e di curiosità, così come le scenografie di Daniele Pizzoli e Diego Fusari, che ha pure curato i costumi insieme a Giovanna Pasetto.
Le acconciature e i trucchi sono di Roberto, il sonoro e le luci rispettivamente di Giorgio Eodognola e Aldo Pisano, la direzione scenica di Ermes Poli; suggeritore l’insostituibile Berto Bertagna.
Ed ora i nomi degli interpreti, tra i quali certo molti costituiranno motivo di lieta sorpresa: Francesca Vaini, Elisabetta Fabbri, Diego Fusari, Mario Zolin, Daniele Pizzoli, Giovanna Bertoli, Angelo Manzotti, Giovanni Riva Berni, Michele Romualdi, Davide Meneghetti, Adolfo Vaini e infine la stessa regista, Maria Grazia Bettini.
La trama del «Ventaglio», scritto da Goldoni a Parigi nel 1764, si può illustrare brevemente così: il giovane Evaristo è innamorato di Candida che lo corrisponde, ma anche il nobile Barone ne è invaghito. Giannina è contesa da Crespino e dall’oste Coronato, ma mentre il primo ha l’amore della fanciulla il secondo ha la promessa del fratello, Morachio.
Il Conte, ormai in miseria, cerca di vendere la sua protezione per riaffermare almeno un poco del suo antico lustro. La trama appare fin dalle prime battute scontata. Ma un oggetto complicherà la faccenda e darà consistenza al divertente intreccio della commedia.