Lo spettacolo è diviso in due tempi e quattro quadri con un solo intervallo.
Ci sono varie cose divertenti che potrebbero essere dette sulla genesi e sulla «fortuna» di questa commedia, ma il dirle non è opportuno: qualcuno potrebbe adontarsene, e a me non sembra il caso di farmi dei nemici. Le racconterà a suo tempo - magari in una nuova commedia - lasciando per ora il curioso alla sua curiosità.
Tre sull’altalena nasce un po’ per caso: il titolo aggancia e riecheggia - come è mio costume - un titolo noto, tentando di scavalcare a livello subliminare la diffidenza del pubblico italiano per le cose nuove e mai sentite. Come commedia - a parte l’abilità tecnica che sempre e generosamente mi riconosco - non mi sembrava gran cosa: e devo un cero e un inno a Franco Graziosi, che per primo si è calorosamente divertito leggendola e che mi ha aperto gli occhi, diciamo, sulle sue possibilità. Ho constatato poi che la commedia piace molto agli attori, e mi sono ricordato del Goldoni, che nel suo Teatro comico fa dire a un attore: «Perché una commedia diverta il pubblico bisogna che prima diverta me». Che diverta e piaccia agli attori è dunque un buon auspicio. Poi, rileggendola, mi sono divertito anch’io: e autoanalizzandomi un poco, ho scoperto quanto segue: la commedia - al di là del piccolo mistero di cui ne circonfondo la nascita - e nata comunque senza alcuno scopo preciso, come è per chi dia inizio a un discorso improvvisato, senza una traccia e senza una scaletta dettagliata: è stata condotta con totale libertà, come è per chi passeggi senza meta e senza scopo, per il puro gusto di passeggiare: il risultato è che nel totale disimpegno, nella mancanza di ogni progetto particolare, sono liberamente confluiti in queste pagine temi, episodi, convinzioni, speranze, paure, manie che appartengono più che a me uomo di teatro o intellettuale o scrittore, a me uomo in quanto tale, Luigi Lunari e basta. E - sempre in questa disimpegnata libertà, non dissimile da quella sciolta tranquillità che a volte negli sport procura i record - la commedia si è disposta «naturalmente» secondo un ordine e un significato, che diventano addirittura esistenzialfilosofici.
Al punto che avrei potuto scrivere - del tutto diversamente da quanto ho scritto - «… Questa commedia tratta dai vari atteggiamenti che l’Uomo assume di fronte al grande Problema della Morte.
I tre protagonisti, e la quarta persona che sopraggiunge alla fine, rappresentano - secondo una tipologia che attraverso le quattro maschere della commedia dell’arte e le carte dei tarocchi risale addirittura all’antico Egitto - il Potere Economico, la Sapienza Filosofica e Razionale, la Forza delle Armi e da ultimo il Popolo Lavoratore (Pantalone, il Dottore, il Capitano, lo Zanni, ovvero i segni di danari, di coppe, di spade e di bastoni). Di fronte all’eterno problema della Vita e della Morte reagiscono secondo la propria intima struttura psicologica e culturale, cedendo alla paura, trovando rifugio nella razionalità, alzando le spalle nel cachinno derisivo e strafottente, sortendo un dibattito che nello scontro e nel confronto… »
eccetera eccetera.
Luigi Lunari
… È difficile prendere sul serio una commedia che pone il problema dell’incomprensibilità delle sue premesse, le quali dopo tutto sono state decise dal drammaturgo, soprattutto se, come è evidente in questo caso, egli non ci chiede di credere alla sua invenzione come fosse una metafora decisiva della condizione umana, non ci sorride sopra. E però, proprio per via di questo suo disimpegno e della scanzonata superficialità con cui sono trattati i grandi temi e i grandi nomi della filosofia dell’esistenza da Leibniz a Nietzsche, Tre sull’altalena diverte molto il pubblico e riesce a funzionare egregiamente nel gioco sofisticato dell’autoparodia…
(Ugo Volli, «La Repubblica»)
… Una commedia così, fosse firmata Neil Simon o Andrè Roussin, scatenerebbe una gara fra gli impresari nostrani per accaparrarsela …
(Ugo Ronfani, «Il Giorno»)
… In Tre sull’altalena si parla dunque di morte con divertita intelligenza: un tema serio affrontato con il sorriso e l’ironia.., il foltissimo pubblico della prima si è sciolto alla fine dello spettacolo in lunghi e trionfali applausi…
(Magda Poli, «Corriere della Sera»)
… Con Tre sull’altalena Lunari ha dato via libera alla propria spontaneità creativa senza equilibrismi intellettuali, solo usando il filtro di una naturale musicalità sintattica. Ne è sortita forse la sua più bella commedia…
(Paolo Paganini, «La Notte»)
… Mettiamoci Sartre e Beckett e Kafka, magari anche Feydeau per via di quelle porte che s’aprono e si chiudono… mettiamoci quel che volete, ma Lunari non gioca tutte carte sue, lasciando - sullo scivolo di una incalzante comicità - larghi spazi a un impegno carico di significati morali …
(Carlo Maria Pensa, «Famiglia Cristiana»)
Dopo l’edizione del debutto (1990 - Teatro dei Filodrammatici di Milano - regia di Silvano Piccardi) "Tre sull’altalena" è stata portata in scena in Italia dalla Compagnia Pambieri-Tanzi-Beruschi (1996-Teatro Carcano - Milano), sempre per la regia di Silvano Piccardi. Tradotta a tutt’oggi in 15 lingue, pubblicata - oltre che in italiano nella BUR - in francese, inglese, spagnolo e russo. Rappresentata in Francia, Portogallo, Germania, Svizzera, Belgio, Olanda, Svezia, Finlandia, Estonia, Cecoslovacchia, Russia, Canadà, Messico e Colombia, prossimamente a Coburg (Germania), Atlanta (USA) luglio 2000; Khabarovsk (Siberia) stagione 2000, etc.
Piccola considerazione: rappresentata in otto capitali della CEE dal teatro professionistico, ma a Roma solamente dalla Campogalliani.
"TRE SULL’ALTALENA", allestito dalla Campogalliani nel 1993, è tuttora nel repertorio della compagnia. Rappresentato, oltre che a Mantova e nelle città indicata nella sezione "Rassegne e Concorsi", anche in diverse altre sedi, tra cui quelle prestigiose del Teatro Manzoni di Milano, del Teatro alla Cometa di Roma, Vicenza, Trento, Brescia, ecc.
Mercoledì 25 giugno ore 20.45
Teatrino di Palazzo D’Arco
Giovedì 26 giugno
ore 20.45
Teatrino di Palazzo D’Arco
Di Luigi Lunari
Con Francesca Campogalliani, Diego Fusari, Silvano Palmierini e Adolfo Vaini
Regia e scena Aldo Signoretti
Quando, da un incontro con l’autore Luigi Lunari nel 1992, l’Accademia Campogalliani entrò in possesso del testo non ancora pubblicato di 3 sull’altalena, iniziò una lunga storia di rappresentazioni di successo, che ha portato questo lavoro a diventare uno dei pezzi forti del repertorio della compagnia, nonché uno dei suoi spettacoli più premiati. Merito del successo internazionale ottenuto dalla commedia è, quindi, in parte anche della Campogalliani, che, con la sua rappresentazione ha inanellato, dal 1994 ad oggi, una nutrita serie di premi e riconoscimenti in festival e rassegne teatrali di tutta Italia.
Tre uomini - un commendatore, un capitano dell’esercito ed un professore - si trovano nello stesso luogo per tre ragioni diverse: il commendatore per un incontro galante, il capitano per trattare un acquisto di materiale bellico, il professore per ritirare le bozze di stampa di un libro. Ma non è chiaro dove si trovino esattamente: un albergo, una casa editrice, un luogo d’affari o addirittura un luogo totalmente estraneo agli interessi di tutti i personaggi, dove sarebbero approdati per errore. Rimasti bloccati per un caso della sorte i tre sono costretti a passare la notte insieme, dando vita ad una serie di situazioni comiche, che spesso strizzano l’occhio al Teatro dell’assurdo, con i suoi labirinti linguistici, la simbologia del luogo che rappresenta una sala d’attesa della vita stessa, il senso di minaccia proveniente dall’esterno.
Commedia degli equivoci dalla comicità trascinante - una <>, come la definisce il regista Aldo Signoretti - 3 sull’altalena si costruisce sul divertente incontro-scontro tra quattro personaggi (con l’arrivo del personaggio della umile serva alla fine) di diversa estrazione sociale e culturale che, secondo una tradizione della commedia dell’arte, corrispondono a Potere Economico, Sapienza Filosofica e Razionale, Forza delle Armi, Popolo Lavoratore.
Questo spettacolo è realizzato con il patrocinio della Fondazione Mantova Capitale Europea dello Spettacolo.
Prenotazioni e informazioni solo presso la biglietteria del Teatrino di Palazzo D’Arco, a partire dal 18 giugno, da lunedì a venerdì dalle 17 alle 18.30.
Biglietti di platea numerata: 12 euro (ridotto: 10 euro).
Info presso Accademia Teatrale “Francesco Campogalliani”: tel. 0376/325363, teatro.campogalliani@libero.it