“Mettere il gatto in cantina è un espediente assai saggio,
ma se invece del topo ti mangia il formaggio,
questa è la trappola per rimediar….”
“Metar al gat in cantina s’evitaria tanti guai
ma se invece dal soragh al t’magna al formai,
agh voel ‘na trapola par rimediar…..”
Ecco, in sostanza, la metafora in musica che anima e accompagna la vicenda de “Il gatto in cantina”, commedia musicale scritta in italiano nel 1930 da Nando Vitali e trascritta in dialetto mantovano nel 1946 da Luigi Zuccaro, che ne trasferì l’ambientazione dalla Toscana alla campagna mantovana, in quel di Gonzaga, regalando la coloritura del vernacolo anche al canto.
In questa più casalinga veste e con il titolo “Al gat in cantina”, la rappresentò sempre l’Accademia Campogalliani dal 1946, anno della sua fondazione, fino alle più recenti edizioni di circa vent’anni fa e a quella attuale.
Le parti cantate si fondono in modo naturale con il parlato per diventare un recitar cantando capace di restituire molti e diversi stati d’animo: la malinconia, gli stratagemmi furbeschi, l’ironia, i principi di vita casti o disinvolti e smaliziati, il patriottismo e molto altro ancora. E inoltre, sottolineano l’analogia gustosissima fra gatto, topo, formaggio e certi umani che giungono inattesi alla villa di Gonzaga disturbando la luna di miele di Toni e Carlota. Ed ecco presentarsi, assai poco gradite, zia Giudita e la figlia Grassia, sfollate a causa degli scontri fra liberali ed esercito austriaco e, poco dopo, l’amico di vecchia data Gianino, che, pur segretamente innamorato di Grassia di cui ignora la presenza e che lo ama a sua volta, si rivelerà un inguaribile seduttore di…donne maritate!
E per di più a lui s’ispira, sebbene più rozzamente, il suo aiutante Lisandar con la cameriera Marianina. Con l’aiuto del vicino e saggio Sior Procopio e dell’ignaro servitore Angil, Toni, temendo per la propria moglie e volendo liberarsi degli scomodi ospiti, ordirà un inganno di impareggiabile e scoppiettante acume che prevede scambi di ruoli con gatti, topi e formaggio.
Ci sono anche amore, scanzonato e strappalacrime, un po’ di romanticismo alla Gozzano, un po’ di spirito risorgimentale un pizzico di saggezza e di follia: i caratteri eterni della commedia teatrale ed umana.
Più che un’operetta “Il gatto in cantina” si direbbe allora un’opera di “mezzo carattere” ora buffa, ora più seria e molto patriottica.
La Campogalliani nel suo Settantacinquesimo, volendo riunire passato, presente e futuro, ha scelto di iniziare ritornando alle origini dell’Accademia con questa deliziosa commedia.
E ancora oggi, anzi più che mai oggi, c’è inoltre il piacere di ritrovare il valore del vernacolo, la sua vivacità, i suoi modi di dire, ormai quasi dimenticati. Gli interpreti provengono da luoghi diversi della provincia mantovana e le registe hanno scelto di non uniformarne il gergo: ne risulta uno straordinario mosaico di dialetti mantovani, tutti comprensibili e tutti di nostrana e pittoresca immediatezza espressiva.
Ecco dunque che “Al gat in cantina” mantiene ancora la freschezza, l’arguzia, il coinvolgimento, l’attrattiva, la capacità di divertire e di far riflettere su certi valori della vita decretando allo spettacolo un successo ancora vivissimo.
Il nuovo allestimento de “Al gat in cantina” è dedicato a Egisto Cantarelli, recentemente scomparso, che volle fortemente la ripresa di questo spettacolo e che fu per tanti anni presenza attiva, garbata e saggia per la Campogalliani e per il suo pubblico.
DOMENICA, 17 OTTOBRE 2021
MANTOVA - Tempo-Libero
AL GAT IN CANTINA
Per il 75esimo anniversario della Campogalliani, viene riesumata una commedia allestita per la prima volta nel 1946, un0operetta toscana di Nando Vitali del 1932, con musiche di Salvatore Allegra, ma tradotta in mantovano, con espressoni di Gazoldo, Quingentole e Marmirolo, da Luigi Zuccaro, celebre comico della Compagnia. Titolo, “Al gat in cantina”. Siamo all’indomani della “fatal Novara” (23 marzo 1849), dell’umiliante sconfitta inflitta da Radetzky all’esercito piemontese. Nella villa di campagna di Toni e Carlotta, sua fresca sposa, si pensa ai giochi d’amore sotto gli occhi della zia beghina, Giuditta, Presente è anche il vicino, Procopio, e con Toni riflette sui topi che in cantina hanno rosicchiato formaggi e salumi. Questo richiederebbe l’intervento di un gatto che però potrebbe approfittarne per mangiarsi qualcosa d’altro.
Di qui il titolo, che estende il simbolo a metafora d’insinuazione erotica. Perché in villa sopraggiunge il tenente Giovanni, che ha fama di seduttore di donne sposate, e Toni teme per la sua Carlotta. Il vecchio gioco degli equivoci e delle coincidenze è farraginoso, anche se i sospiri goldoniani risuonano sulle labbra degli innamorati, e l’impeto amoroso vince sulle ritrosie del pudore. Del resto, come da convenzione, nel sottotesto, anche i domestici danno il loro daffare. E quando l’azione latita soccorrono le canzoni a riprendere il teme, e ad amplificarlo oltre misura.
Prima dello spettacolo si è ricordato l’ironico e appassionatamente impegnato Egisto Cantarelli, consorte di Francesca Campogalliani, scomparso nel gennaio scorso. La coraggiosa Francesca ha accettato di interpretare la zia con la solita verve, al suo fianco il nipote Davide che interpreta Giovanni con sicura inclinazione attoriale. E poi le smorfie a commento di Adolfo Vaini, come Procopio, e due frenetici caratteristi, il burattinesco Gilberto Valle come Toni, e Martina Ginelli che scatti nervosi da commedia dell’arte. Direttore delle musiche e canto Nicola Martinelli. Regista con la Bettina, Roberta Vesentini (Crlotta nell’edizione del 1992).
A.C.
Venerdì, 8 ottobre 2021
di redazione
MANTOVA - Il gran giorno è arrivato. L’Accademia Teatrale Campogalliani è pronta per il debutto della rassegna invernale 2021-22 con cui celebra l’importante traguardo dei 75 anni di attività. Lo farà domani sera, sabato 9 ottobre alle ore 21, con “Al gat in cantina”, una brillante commedia dialettale, che come l’Accademia compie proprio 75 anni. È stata la terza rappresentazione messa in scena dall’Accademia nel 1946. Con “Al gat in cantina”, magistralmente interpretato dagli attori della Campogalliani, il divertimento è assicurato. Ma la commedia porta con sé anche il valore molto importante della riscoperta del dialetto mantovano come ben evidenziano sia la presidente dell’Accademia Francesca Campogalliani che il direttore artistico nonché regista Maria Grazia Bettini. Per la prima di domani sera e per la replica di domenica i posti, ancora contingentati, sono esauriti. Ma alla luce del nuovo decreto in vigore dall’11 ottobre con i teatri che tornano al 100% della capienza, pur con il rispetto di tutte le disposizioni anti-Covid, per gli spettacoli dal 15 ottobre è aumentata la disponibilità dei posti e quindi non resta che prenotare. Tutte le informazioni sugli spettacoli si possono recuperare sul sito internet dell’Accademia https://www.teatro-campogalliani.it/
Mercoledì, 23 giugno 2021
di redazione
MANTOVA – Un debutto in grande stile per “Sere d’Estate”, la rassegna estiva della Campogalliani al via ieri sera nel cortile di Palazzo D’Arco con il tutto esaurito, così come sarà per i quattro prossimi spettacoli in calendario, e come si avviano ad essere gli altri appuntamenti della stagione per i quali la richiesta è già altissima.
E con Sere d’Estate la Campogalliani festeggia anche i 75 anni di attività. Un debutto quello di ieri sera che acquisisce dunque un valore ancora più importante. “E non era scontato che riuscissimo a festeggiare in questo modo i 75 anni, viste le limitazioni rimaste fino a poco tempo fa” dichiara la presidente dell’Accademia Francesca Campogalliani per la quale quella di ieri era una serata molto particolare anche per un altro motivo: “Al gat in cantina”, lo spettacolo in dialetto del 1946 che è andato in scena, è stato dedicato a Egisto Cantarelli, suo marito, scomparso nei mesi scori, e per lunghi anni collaboratore instancabile della Compagnia.
Ma “Sere d’Estate” e il consenso che l’accompagna rappresenta anche la testimonianza di un altro importante successo: quello del connubio tra la Compagnia Campogalliani e il Museo di Palazzo D’Arco come ben ha spiegato prima del via della rappresentazione il conservatore del Museo di Palazzo D’Arco Italo Scaietta.
Vedi l’approfondimento sul debutto di “Sere d’Estate” nel video servizio con le interviste al direttore artistico Maria Grazia Bettini, alla presidente dell’Accademia “Campogalliani” Francesca Campogalliani e al conservatore del Museo di Palazzo D’Arco Italo Scaietta
97%
“ECCELLENTE”
Cast al solito al top. Bella commedia leggera e molto divertente.
buon livello artistico e commedia divertente
Bellissimo. Due ore di divertimento. Attori fantastici
Non conoscevo il testo ma é stata una piacevolissima sorpresa
Spassosissimo semplice ma efficace
Assolutamente perfetta
Seiete stati bravissimi
Molto curati e davvero splendidi
Ho rivissuto le sensazioni delle corti di campagna
Bravissimi tutti dai piu giovani alle ormai inossidabili Colonne
Piacevolissima e estremamente apprezzata