Lo spettacolo viene eseguito senza intervalli.
Aldo e Rosemary sono due personaggi tratti dalla vita reale ma la loro vera identità viene sapientemente fatta emergere solo a poco a poco. S’incontrano qui, in un luogo misterioso, una specie di limbo, una sala d’aspetto per l’Aldilà. Sono probabilmente morti, ma per raggiungere la pace eterna devono prima liberarsi del passato. Per far ciò, devono ripercorrere le loro vite attraverso il racconto reciproco delle proprie esperienze, fornendo una sorta di resoconto completo dei propri problemi. Ciò che colpisce in queste storie è l’analogia della loro situazione di "figli": entrambi sono stati schiacciati dalla personalità e dagli ideali dei rispettivi padri, sono stati entrambi sacrificati sugli altari delle rispettive ambizioni paterne. L’ambizione del padre di Rosemary (John Kennedy, padre di Jack e
Robert) era quella di condurre i propri figli a governare il mondo. Il padre di Aldo (un comunista europeo perseguitato dal nazifascismo) sognava, invece, di costruire un mondo più libero e più giusto.
Il testo non è né tragico né opprimente. L’autore lo definisce una commedia sentimentale ed ottimista. Il suo impatto sul pubblico è fortemente emotivo e tutte le sue rappresentazioni hanno riscosso grande successo ed applausi.
Come spesso accade nelle commedie di Lunari, sono presenti due livelli d’interpretazione del testo: il primo livello, immediato, avvincente e toccante, è quello degli eventi visti in un’ottica personale; il secondo livello interpreta gli stessi eventi nell’ottica del rapporto padre/figlio, rapporto che è sottilmente descritto in tutte le sue implicazioni ed, al tempo stesso, dà luogo a più profonde considerazioni sul mondo in cui viviamo.
(Milano 1934) si laurea in legge, studia composizione e direzione d’orchestra all’Accademia Chigiana di Siena con Franco Ferrara. È stato giudice di pace, si occupa di teatro in varie direzioni, dedicandosi per periodi di diversa durata all’insegnamento universitario, alla saggistica, alla critica; Per quasi vent’anni collabora con Grassi e Strehler al Piccolo Teatro, dal quale si allontana per dissensi nel 1982. Autore di notevole eclettismo, scrive fortunati originali televisivi ("Dedicato a un bambino", "Accadde a Lisbona", "Le cinque giornate di Milano") e una serie di commedie di deciso impegno civile o d’altro tono. Tra queste, "Tre sull’altalena" (1990) si è imposta sulla scena internazionale ed è correntemente rappresentata in tutto il mondo. Analogo successo sta accompagnando altre sue commedie quali "Il Senatore Fox" (1979) e "Nel nome del Padre" (1994).
Tra le altre sue opere un originale saggio su "Maria di Nazareth" (Mondadori, 1988), un roman comique sul Piccolo Teatro ("Il maestro e gli altri", Ed. Costa e & Nolan, 1990), una storia del teatro italiano, considerata sotto il profilo tematico ("Cento trame del teatro italiano", BUR 1994), una "Breve storia del teatro" (Ed. FITA, 1999), u’antologia di monologhi ("Essere o non essere", Bompiani, 1999), un romanzo storico su "Hernan Cortes e la conquista del Messico" (Rizzoli 1998) e una recentissima storia del "Teatro Veneto" (Ed. FITA 2004).
88%
“ECCELLENTE”
Spettacolo coinvolgente interpretato in modo ottimo. Il testo non è semplice e va seguito con attenzione ma gli interpreti ci hanno guidato in modo magistrale. La regia asciutta è pulita ha permesso la giusta concentrazione. Grazie.