Achille Campanile nasce a Roma il 28 sett. 1899 da Gaetano Campanile soggettista napoletano , regista di film muti e capo redattore de "La Tribuna", e da Clotilde Fiore. Grazie alla cultura letteraria assorbita in famiglia , della quale si impregna, e alle sue naturali doti di scrittore umorista, sarà presto anche lui scrittore , drammaturgo, sceneggiatore e giornalista italiano . La sua scrittura sarà sempre pregna della sua abilità nel giocare con le parole e di un suo umorismo surreale; il suo stile si compone di una prosa curata, precisa e ricca di impeccabilità linguistica. Tra i suoi estimatori troviamo Pirandello e Montale, Umberto Eco e Carlo Bo che gli riconosce di essere uno dei rarissimi inventori di un nuovo genere letterario. Come tutti gli umoristi fu sottovalutato per anni dalla critica letteraria, finché negli anni settanta i tempi maturarono per rendergli alfine giustizia. Muore a Lariano il 4 gennaio 1977.
Perché la scelta di Campanile per far debuttare sulla scena sette giovani promesse del teatro? Innanzitutto per la volontà di far conoscere loro l’autore, di far riscoprire l’importanza delle parole; in secondo luogo dare loro la possibilità di giocare con battute veloci e sintetiche che non danno scampo: bisogna velocemente cambiare espressione mimica e impostazione della voce, per adattarla alle nuove situazioni che via via si vengono a creare. Da qui la scelta di non usare complicate scenografie e costumi elaborati, solo l’attore, la sua voce, la sua mimica e le parole che vengono supportate, talvolta, da un accompagnamento musicale.
È una palestra per i giovani attori, un’arena dove cimentarsi quasi a punta di spada.