La violenza perpetrata contro le donne è la violenza basata sul genere ed è perciò ritenuta una violazione dei diritti umani.
Donne uccise da uomini, perché sono donne. Questo è il femminicidio. L’omicidio basato sul genere, che vede come vittima la donna "in quanto donna" è un fenomeno mondiale, ma in Italia ha assunto da ormai molti anni le dimensioni di un vero massacro. I lunghi mesi di lockdown, posto in atto in Italia per contrastare la pandemia da COVID-19, con la conseguente forzata coabitazione nelle case, hanno allungato la lista nera dei femminicidi nel nostro Paese. Il dato ha trovato conferma in un report dell’Istat dedicato agli omicidi: nei primi 6 mesi 2020 la situazione si è infatti ulteriormente aggravata, con un numero di vittime femminile pari al 45% del totale degli omicidi, contro il 35% dei primi sei mesi del 2019. La percentuale è addirittura schizzata al 50% durante il lockdown nei mesi di marzo e aprile. Una scia di sangue proseguita senza soluzione di continuità, visto che nel 2019 il numero dei femminicidi aveva raggiunto quota 101 e nel 2018 la percentuale di uomini imputati di omicidio era stata del 93%. Secondo l’Istituto di statistica le donne sono state uccise all’interno delle mura domestiche - quindi in un ambito
affettivo/familiare - nel 90% dei casi nel primo semestre 2020 per mano di partner o ex partner (61%).
CONFESSIONI DI UN FEMMINCIDA
Adolfo Vaini
DEFINIRE LA VIOLENZA CONTRO LE DONNE
Giovanna Bertoli
NON NE USCIAMO VIVE
Martina Ginelli
IL CICLO DELLA VIOLENZA
Anna Bianchi, Annalisa Giovanelli
L’AUTOBUS
Chiara Benazzi, Donata Bosco, Giancarlo Santarello
LA COSTRUZIONE DELLA VIOLENZA
Roberta Tognoli, Chiara Benazzi
AMOREVOLMENTE
Giovanna Bertoli, Annalisa Giovanelli
L’ESPLOSIONE DELLA VIOLENZA
Roberta Vesentini
IN RICORDO DI FRANCESCA
Anna Bianchi
LA FALSA RIAPPACIFICAZIONE
Roberta Bonfiglio, Francesca Savoia
CANTO DELLE DONNE
Loredana Sartorello
ALICE NEL PAESE DELLE BRUTTE MERAVIGLIE
Francesca Savoia
LO SCARICO DELLA RESPONSABILITÀ
Loredana Sartorello
"SE AVVENISSE TRA PAESI LA CHIAMEREMMO GUERRA"
Roberta Bonfiglio
RICONOSCERE LA VIOLENZA
Donata Bosco
"LO SAPEVO FIN DALL’INIZIO CHE ERI COSÌ"
Roberta Tognoli
RICONOSCERE LA VIOLENZA
Paola Diva Polidori
CANZONE
Roberta Vesentini
Mercoledì, 24 novembre 2021
di redazione
MANTOVA – E’ uno spettacolo composito quello che l’Accademia Campogalliani proporrà domani sera, 25 novembre, in occasione della Giornata contro la violenza sulle donne. A firmare la regia di “E non chiamarlo amore” è il direttore artistico della Campogalliani Maria Grazia Bettini che spiega come i diversi attori che si alterneranno sul palco proporranno alcuni brani tratti da una tesi di laurea sull’argomento della violenza alle donne, altri dei propri testi.
Il tutto per uno spettacolo profondo, di grande riflessione su un tema sempre più attuale che “in Italia ha assunto da ormai molti anni le dimensioni di un vero massacro”.
Una serata nel segno della sensibilizzazione dunque su un drammatico fenomeno che, se si vuole sconfiggere, deve essere sempre ben presente e di cui bisogna continuare a parlare.
E il teatro in tal senso diventa un importante alleato.
Lo spettacolo di domani ha già in ogni caso registrato un successo di pubblico visto che i posti sono andati esauriti. Ecco gli attori che si susseguiranno sul palco del teatrino D’Arco:
CONFESSIONI DI UN FEMMINCIDA
Adolfo Vaini
DEFINIRE LA VIOLENZA CONTRO LE DONNE
Giovanna Bertoli
NON NE USCIAMO VIVE
Martina Ginelli
IL CICLO DELLA VIOLENZA
Anna Bianchi, Annalisa Giovanelli
L’AUTOBUS
Chiara Benazzi, Donata Bosco, Giancarlo Santarello
LA COSTRUZIONE DELLA VIOLENZA
Roberta Tognoli, Chiara Benazzi
AMOREVOLMENTE
Giovanna Bertoli, Annalisa Giovanelli
L’ESPLOSIONE DELLA VIOLENZA
Roberta Vesentini
IN RICORDO DI FRANCESCA
Anna Bianchi
LA FALSA RIAPPACIFICAZIONE
Roberta Bonfiglio, Francesca Savoia
CANTO DELLE DONNE
Loredana Sartorello
ALICE NEL PAESE DELLE BRUTTE MERAVIGLIE
Francesca Savoia
LO SCARICO DELLA RESPONSABILITÀ
Loredana Sartorello
“SE AVVENISSE TRA PAESI LA CHIAMEREMMO GUERRA”
Roberta Bonfiglio
RICONOSCERE LA VIOLENZA
Donata Bosco
“LO SAPEVO FIN DALL’INIZIO CHE ERI COSÌ”
Roberta Tognoli
RICONOSCERE LA VIOLENZA
Paola Diva Polidori
CANZONE
Roberta Vesentini
Venerdì 19 novembre 2021Palcoscenico
Dario Anzola
“E non chimarlo amore”: questo il titolo della pièce teatrale che verrà messa in scena giovedì 25 novembre sul palco del teatrino di Palazzo D’Arco a Mantova. A organizzare il tutto, in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, è l’Accademia teatrale “Francesco Campogalliani”.
“Donne uccise da uomini - così lo staff motiva la scelta di questo spettacolo - perchè sono donnw. Questo è femminicidio. L’omicidio basato sul genere, che vede come vittima la donna in quanto donna, è un fenomeno mondiale, ma in Italia ha assunto le dimensioni di un vero massacro”. Un’indagine Istat del 2020 dice che nei primi sei mesi dell’anno il 45% delle vittime di omicidio è donna, contro il 39% dei primi sei mesi dell’anno precedente.
La regista, Maria Grazia Bettini (foto), vanta una lunga carriera artistica alle spalle. Ha iniziato come attrice nel 1975 nella Compagnia Teatrale “il Palcaccio” e nel 1981 è passata alla Compagnia Teatrale “Campogalliani”. Attualmente regista e direttore artistico sia dell’Accademia che della Scuola di Teatro nonché insegnate di regia e recitazione nelle Scuole Superiori e Scuole di Teatro.
“Capita di dedicare spettacoli a ricorrenze particolari - afferma Maria Grazia - in cui normalmente si citano, purtroppo, storie finite male. In questo copione invece c’è una parte scientifica che descrive i vari stadi della violenza alle donne. A seguire la parte dedicata alla speranza, dove le donne trovano il coraggio di dire basta”. Prosegue la regista spiegando la mission dell’opera, che non è solo quella di sensibilizzare.
“Vorrebbe essere un invito a capire cosa sia la violenza, pertanto ho deciso di partire da informazioni, ricavate da un convegno WHO, che permettono di comprendere anche quale grande aiuto possa giungere alle donne, da altre donne.”
I titoli dei brani con gli interpreti sono: Confessioni di un femminicida (Adolfo Vaini); Definire la violenza contro le donne (Giovanna Bertoli); Non ne usciamo vive (Martina Ginelli); Il ciclo della violenza (Anna Bianchi, Annalisa Giovanelli); L’autobus (Chiara Benazzi, Donata Bosco, Giancarlo Santarello); La costruzione della violenza (Roberta Tognoli, Chiara Benazzi); Amorevolmente (Giovanna Bertoli, Annalisa Giovanelli); L’esplosione della violenza (Roberta Vesentini); In ricordo di Francesca (Anna Bianchi); La falsa riappacificazione (Roberta Bonfiglio, Francesca Saviola); Canto delle donne (Roberta Vesentini); Alice nel paese delle brutte meraviglie (Francesca Saviola); Lo scarico della responsabilità (Loredana Sartorello); Se avvenisse tra paesi la chiameremmo guerra (Roberta Bonfiglio); Riconoscere la violenza (Donata Bosco); Lo sapevo fin dall’inizio che eri così (Roberta Tognoli); Riconoscere la violenza (Paola Diva Polidori).
Al termine dello spettacolo, Robeta Vesentini, canterà “La fata” di Edoardo Bennato, canzone il cui testo parla della difficile condizione della donna. Uno spettacolo che indubbiamente promette di lasciare un segno. La maestria degli attori e la profondità dei testi non potranno che guidare alla riflessione, anche attraverso immagini tremendamente vere. Come quella della ragazza spinta a terra dal compagno mentre aspettava l’autobus e poi soccorsa da altre donne che l’hanno aiutata a uscire da un incubo troppo lungo. Il teatro è questo: corpo, anima e sentimento. Un sentimento vero, profondo, reale, non sempre quello che a volte viene confuso con l’amore.