William Shakespeare: ammesso che sia realmente esistito (a tal riguardo le teorie si sprecano), nacque a Stratford – upon – Avon, nel 1564 e qui morì nel 1616, sposò Anne Hathaway più vecchia di lui di otto anni e da lei ebbe tre figli. Poco altro si sa della sua biografia, oltre al fatto che trascorse diversi anni nei teatri di Londra . Viene considerato il più grande e il più rappresentativo scrittore di lingua inglese e il più eminente drammaturgo della cultura occidentale.
Le sue opere giunte fino a noi sono una quarantina, più volte rielaborate nel tempo. Infatti, Shakespeare non pubblicò nessuna delle sue opere teatrali, la cui prima edizione risale all’in-folio del 1623 curato dai suoi amici che comprende trentasei testi, esclusi poemi e gli splendidi sonetti. La sua poetica spazia dalla commedia alla tragicommedia fino alla tragedia e al dramma storico. Ma “lo strano in Shakespeare è che egli non ha schema alcuno”. Romeo e Giulietta, Amleto, Otello, Re Lear, Macbeth, La bisbetica domata, Sogno di una notte di mezza estate, Il mercante di Venezia sono alcuni fra i titoli più famosi e rappresentati.
14 allievi/artisti eccentrici, ognuno con il suo particolare sapere scenico, intraprendono un viaggio nella magia di una tra le grandi macchine teatrali shakespeariane.
I preparativi per le nozze di Teseo e Ippolita sono turbati dai contrasti tra i quattro innamorati Lisandro, Ermia, Demetrio ed Elena, le cui inclinazioni non corrispondono ai matrimoni a cui sono destinati.
Nel frattempo, un’improbabile compagnia di dilettanti sta preparando una commedia da rappresentare in omaggio alle nozze dei nobili Teseo ed Ippolita. I contrasti fra gli amanti e la ricerca di tranquillità per le prove degli attori portano tutti i protagonisti a darsi appuntamento nel bosco al limitare della città.
Si tratta però di un bosco dove vive una comunità di Hippies, fgli dei fiori e amanti della libertà. Qui, in una notte dove nessuno riconosce più se stesso, i contrasti fra i due capi provocano un turbine di apparizioni e sorprese. Tra comici equivoci e magici eventi, la notte trascorre come in un sogno, al termine del quale sarà difficile distinguere le visioni dalla realtà.
Un grande racconto sulla realtà e l’illusione, in cui la leggerezza del gioco e i richiami ai desideri di pace e libertà dei giovani, di fuga dalle prepotenze e della ricerca del nuovo, fuori dagli schemi dei genitori e dei capi, farà riflettere gli spettatori sull’impossibilità di ingabbiare i sentimenti e la giovinezza e sull’importanza di non perdere i nostri sogni per nessun motivo.
Con gli allievi diplomati alla Scuola di Teatro di Mantova abbiamo lavorato sul testo del SOGNO per trovare un significato e un’ambientazione nuovi e diversi da quelli tradizionali. Gli artigiani pertanto si sono trasformati in un Fornaio (Chiappa), una Stilista (Tacchia), una Segretaria (Morsa), un Oste ubriaco (Stagna), un Parrucchiere (Cecco Sospiro), mentre gli abitanti del bosco, in origine fate e folletti, sono diventati una comunità di hippies degli anni ’60 dove trasgressione, desiderio di libertà, pace e amore hanno rivoluzionato i canoni del perbenismo e anche dell’Amore e dei sentimenti.
Gli amanti contrastati dai genitori trovano il vero Amore e, pur con qualche gioco d’illusione, si liberano dei falsi giudizi.
Gli artigiani, e in particolare Chiappa, vivono un’esperienza di Sogno, Amore e Libertà tra giovani hippies, fiori e canti, anche se poi tutto termina con una esilarante commedia recitata da un “Gruppo di rattoppati balordi”.
Dopo il lieto fine, ecco che la comunità “invade” la vita normale e, pur proclamando che tutto quanto è successo nella notte è un sogno, avvertirà il pubblico che i veri valori torneranno sempre, e sempre ci sarà qualcuno, in questo caso un hippy di nome Puck, che lo ricorderà a tutti!