Jean Baptiste Poquelin (in arte Molière) era figlio di un ricco commerciante che avrebbe voluto farne un avvocato. Molière, invece, era irresistibilmente attratto dal teatro.
Nel 1643 lasciò la famiglia, fondò la compagnia dell’Illustre Theatre e girò la provincia francese con alterna fortuna. Il successo arrivò dal 1658 in poi, dopo essersi attirato la simpatia e la protezione di Luigi XIV, che apprezzava molto la sua arte. Di tale favore si fece forza per attaccare dalla scena gli aspetti più detestabili della società a lui contemporanea: la trionfante ipocrisia, la falsa pietà religiosa, i vuoti snobismi intellettuali.
Naturalmente si attirò l’odio di nemici potenti, ma non abbandonò mai il suo teatro e morì in scena nel 1673 durante la rappresentazione del Malato Immaginario.
Anche se nelle sue opere non è evidente un intento moraleggiante, il giudizio di Molière sulla società del tempo è negativo e da qui nasce la sua comicità, che lascia sempre trasparire un velo d’amarezza. In Molière la risata è anche la chiave per scoprire tante verità.
“L’Ecole des Femmes” (La scuola delle mogli) andò in scena la prima volta il 26 dicembre 1662 al Palais Rojale di Parigi.
“Se sposo un’oca è per non essere fatto becco”, dice Arnolfo a Crisalda, la voce della ragione.
Arnolfo è un uomo celibe, benestante, che incarna la vanità del borghese che vuole apparire nobile. Per lui la disgrazia peggiore per un uomo è quella di essere tradito dalla propria moglie. Avendo deciso di sposarsi, è dunque ossessionato dall’idea che possa capitare anche a lui. È convinto che solo la donna educata, istruita, economicamente indipendente sia in grado di tradire e per questo vuole sposare una giovane semplice e ingenua, allevata in un convento.
La sua tranquillità e la sua sicurezza sono però destinate a sgretolarsi pian piano…
L’amore va oltre ogni ragionamento e l’istinto insegna ciò che non è stato insegnato.
Questa è la scuola delle mogli o, più genericamente, delle donne!
La commedia è una critica dell’alta società francese del XVII sec., dove la donna, soprattutto nel matrimonio governato dall’autorità del capo famiglia, era completamente soggetta all’uomo, ma spesso si concedeva delle “evasioni”.
Ma siamo sicuri che questo lavoro sia solo un quadro d’epoca?
Anche oggi il tradimento è uno dei fantasmi che agitano la mente maschile e anche oggi è collegato all’emancipazione femminile e alla gelosia dovuta alla concezione dell’amore come possesso della donna.
Non se ne discute più liberamente come nei salotti parigini del XVII sec., ma piuttosto si sceglie la via del gossip o del silenzio che porta alla violenza e molto spesso alla tragedia.
Si può dunque dire che, come tutti i classici, “La scuola delle donne” trascende il tempo della sua scrittura e può avere ancora qualcosa da dire.
MANTOVA A partire da Venerdì 7 febbraio alle ore 20,45 al Teatrino di Palazzo D’Arco andrà in scena il quarto spettacolo della stagione teatrale dell’Accademia Campogalliani giunta al suo 74° anno di attività.
Dopo il successo di “Processo a Dio” di Stefano Massini che per soddisfare le numerose richieste del pubblico ha portato l’ìorganizzazzione ad inserire due ulteriori repliche, ora si cambia registro proponendo un grande classico del teatro francese: “La scuola delle mogli” di Molière per la regia di Mario Zolin.
Opera del Molière più maturo, ruota attorno a un’idea fissa: le corna. Il non più giovane Arnolfo, ricco, borghese, ossessionato dall’idea dell’onore e feroce sbeffeggiatore dei suoi concittadini cornuti e felici, si prepara a sposare la giovane Agnese, che lui stesso si è preoccupato di far crescere in un convento, educandola sin da bambina nella più completa ignoranza. “Sposo una deficiente che dipenda da me completamente”, proclama a gran voce, e spera, conservando l’innocenza e l’ingenuità della ragazza, di godersi il matrimonio senza il consueto corollario di corna. Ma è sufficiente che l’inesperta Agnese incontri un giovane sveglio che le fa la corte, per cambiare completamente il destino della storia immaginata da Arnolfo.
Il tema di fondo è il contrasto tra l’irrazionalità di un uomo di mezza età (Arnolfo), succube della sua gelosia, e la ragione, espressa dall’amica Crisalda, che cerca di riportarlo alla realtà delle cose.
L’opera, che con arguzia attacca la morale dell’epoca , seppur molto divertente, provocò tuttavia scandalo nella Parigi dell’epoca, tanto da rendere difficile per Molière la pubblicazione dei lavori successivi , nonostante la protezione di cui godeva presso Luigi XIV. La commedia avrebbe anche una vena autobiografica di fondo, infatti l’anno precedente Molière aveva sposato la giovane Armande Béjart, sorella (ma quasi sicuramente figlia) di Madelaine, l’attrice con la quale aveva intessuto una importante relazione.
Le scenografie portano la firma di Diego Fusari e Mario Zolin, e sono state realizzate dal laboratorio di falegnameria Busoli, i costumi di Francesca Campogalliani e Diego Fusari e confezionati dalla sartoria Costapereira, la scelta musicale è stata curata da Nicola Martinelli, le luci da Giorgio Codognola, la direzione di scena è di Marina Alberini.
Gli interpreti sono: Giancarlo Braglia (Arnolfo), Penelope Molinari (Agnese), Luca Genovesi (Orazio), Gilberto Valle e Marco Federici (che si alterneranno del ruolo di Alano), Annalaura Melotti (Giorgina), Serena Zerbetto (Crisalda), Sergio Negri (Oronte) e Daniele Pizzoli (il Notaio).
La realizzazione della commedia come di tutte le altre produzioni della stagione teatrale dell’Accademia Campogalliani è stata resa possibile grazie al generoso sostegno della Fondazione della Comunità Mantovana onlus.
Le prenotazioni, come per tutti gli spettacoli, sono già aperte e si possono effettuare alla biglietteria del Teatrino D’Arco dal mercoledì al sabato dalle 17:00 alle 18,30 (tel. 0376 325363) oppure on-line direttamente dal sito: www.teatro-campogalliani.it.
Cultura e Arte
L’Accademia Teatrale “Francesco Campogalliani”, torna ad organizzare nel Cortile d’Onore di Palazzo d’Arco una Stagione Estiva
MANTOVA – L’Accademia Teatrale “Francesco Campogalliani”, giunta all’eccezionale traguardo del 73° anno di attività, visto il successo dello scorso anno, torna ad organizzare nel Cortile d’Onore di Palazzo d’Arco una Stagione Estiva, desiderata e attesa dal pubblico mantovano, coinvolgendo altre realtà teatrali mantovane che, insieme, hanno composto un cartellone di ben 16 serate di prosa, danza e musica. Il progetto è stato accolto con entusiasmo dal Comune di Mantova che generosamente ha offerto un contributo all’allestimento dell’arena estiva e ha concesso il proprio patrocinio.
Dal 7 giugno al 25 luglio, uno spazio scenico perfettamente attrezzato accoglierà dunque eventi stimolanti, quanto mai varii e tutti di qualità. Così pure la Fondazione D’Arco ha accolto favorevolmente il ritorno della stagione mettendo a disposizione la prestigiosa area adibita ad arena estiva capace di contenere fino a 260 posti a sedere, oltre agli spazi per gli artisti. Il pubblico avrà così la possibilità di assistere in un luogo importante del centro, accogliente e di straordinario impatto visivo, all’avvicendarsi di proposte diverse frutto di una collaborazione utile e opportuna, felice e fruttuosa.
Venerdì 7 giugno alle ore 21,15 toccherà all’Accademia Campogalliani inaugurare la stagione con lo spettacolo “La scuola delle mogli” di Moliére per la regia di Mario Zolin e con un cast del tutto rinnovato.
Opera del Molière più maturo, ruota attorno a un’idea fissa: le corna. Il non più giovane Arnolfo, ricco, borghese, ossessionato dall’idea dell’onore e feroce sbeffeggiatore dei suoi concittadini cornuti e felici, si prepara a sposare la giovane Agnese, che lui stesso si è preoccupato di far crescere in un convento, educandola sin da bambina nella più completa ignoranza. “Sposo una deficiente che dipenda da me completamente”, proclama a gran voce, e spera, conservando l’innocenza e l’ingenuità della ragazza, di godersi il matrimonio senza il consueto corollario di corna. Ma è sufficiente che l’inesperta Agnese incontri un giovane sveglio che le fa la corte, per cambiare completamente il destino della storia immaginata da Arnolfo. Il tema di fondo è il contrasto tra l’irrazionalità di un uomo di mezza età (Arnolfo), succube della sua gelosia, e la ragione, espressa dall’amica Crisalda, che cerca di riportarlo alla realtà delle cose.
L’opera, che con arguzia attacca la morale dell’epoca, seppur molto divertente, provocò tuttavia scandalo nella Parigi dell’epoca, tanto da rendere difficile per Molière la pubblicazione dei lavori successivi, nonostante la protezione di cui godeva presso Luigi XIV. La commedia avrebbe anche una vena autobiografica di fondo, infatti l’anno precedente Molière aveva sposato la giovane Armande Béjart, sorella (ma quasi sicuramente figlia) di Madelaine, l’attrice con la quale aveva intessuto una importante relazione. Le scenografie portano la firma di Diego Fusari e Mario Zolin, e sono state realizzate dal laboratorio Busoli, i costumi di Francesca Campogalliani e Diego Fusari e confezionati dalla sartoria Costapereira, la scelta musicale è stata curata da Nicola Martinelli, le luci da Giorgio Codognola, la direzione di scena è di Marina Alberini e Roberta Bonifiglio. Gli interpreti sono: Giancarlo Braglia (Arnolfo), Penelope Molinari (Agnese), Luca Genovesi (Orazio), Gilberto Valle (Alano), Annalaura Melotti (Giorgina), Serena Zerbetto (Crisalda), Sergio Negri (Oronte) e Daniele Pizzoli (il Notaio).
I posti non sono numerati e i biglietti verranno messi in vendita la sera dello spettacolo a partire dalle ore 20. In caso di pioggia, lo spettacolo sarà rimandato alla sera successiva. Quest’anno la Fondazione D’Arco offre al pubblico presente la possibilità di partecipare, nella sera stessa di ogni evento nel cartellone delle “Sere d’Estate a Palazzo d’Arco”, ad una visita speciale alla affascinante mostra “Lo spirito delle cose. Argenti e preziosi dei conti d’Arco“, allestita in alcune sale di Palazzo d’Arco, con biglietto di ingresso ridotto del 50%. Questa visita, che si svolge dalle 20.30 alle 21.15, in tempo quindi per assistere per intero allo spettacolo, può essere riservata ovviamente ad un numero limitato di 25 partecipanti e deve obbligatoriamente, a differenza dello spettacolo, essere prenotata. L’iter da seguire per cogliere questa opportunità è dunque il seguente: prenotare la visita serale alla mostra al Museo di Palazzo d’Arco al numero 0376/322242 e arrivare alle 20 circa a Palazzo d’Arco per acquistare il biglietto intero per lo spettacolo, che va poi obbligatoriamente esibito alla biglietteria di Palazzo d’Arco per usufruire dell’ingresso scontato alla mostra. Informazioni sul sito www.teatro-campogalliani.it
AL SOCIALE
MANTOVA. Giovedì 27 alle 21 al Teatro Sociale di Mantova andrà in scena il quarto spettacolo classico che conclude la stagione che l&RSquo;Accademia Campogalliani ha organizzato nel "Massimo" cittadino per celebrare i 70 anni di ininterrotta attività teatrale. Dopo i successi riscossi dalle rappresentazioni precedenti ora è la volta di un grande classico del teatro francese, Jean Baptiste Poquelin (in arte Molière), con la rappresentazione de La Scuola delle Mogli per la regia di Mario Zolin. «Opera del Molière più maturo - evidenziano gli organizzatori - ruota attorno a un’idea fissa: le corna. Il non più giovane Arnolfo, ricco, borghese, ossessionato dall’idea dell’onore e feroce sbeffeggiatore dei suoi concittadini cornuti e felici, si prepara a sposare la giovane Agnese, che lui stesso si è preoccupato di far crescere in un convento, educandola sin da bambina nella più completa ignoranza. “Sposo una deficiente che dipenda da me completamente”, proclama a gran voce, e spera, conservando l’innocenza e l’ingenuità della ragazza, di godersi il matrimonio senza il consueto corollario di corna». Ma è sufficiente che l’inesperta Agnese incontri un giovane sveglio che le fa la corte, per cambiare completamente il destino della storia immaginata da Arnolfo. Il tema di fondo è il contrasto tra l’irrazionalità di un uomo di mezza età (Arnolfo), succube della sua gelosia, e la ragione, espressa dall’amica Crisalda, che cerca di riportarlo alla realtà delle cose. «L’opera, che con arguzia attacca la morale dell’epoca - continuano - seppur molto divertente, provocò tuttavia scandalo nella Parigi dell’epoca, tanto da rendere difficile per Molière la pubblicazione dei lavori successivi, nonostante la protezione di cui godeva presso Luigi XIV». La commedia avrebbe anche una vena autobiografica di fondo.
Le scenografie portano la firma di Diego Fusari e Mario Zolin, e sono state realizzate dal laboratorio Busoli, i costumi di Francesca Campogalliani e Diego Fusari e confezionati dalla sartoria Costapereira, la scelta musicale è stata curata da Nicola Martinelli, le luci da Giorgio Codognola, la direzione di scena è di Marina Alberini e Roberta Bonifiglio. Gli interpreti sono: Claudio Madoglio (Arnolfo), Valentina Durantini (Agnese), Riccardo Fornoni (Orazio), Gilberto Valle (Alano), Annalaura Melotti (Giorgina), Serena Zerbetto (Crisalda), Sergio Negri (Oronte) e Daniele Pizzoli (il Notaio). La realizzazione della commedia come di tutte le altre produzioni della stagione teatrale dell’Accademia Campogalliani è stata resa possibile grazie al generoso sostegno della Fondazione della Comunità Mantovana onlus.
Le prenotazioni sono in corso e si possono effettuare solo alla biglietteria del Teatro Sociale nelle giornate di martedì e giovedì dalle 10.30 alle 12.30, mentre il mercoledì e venerdì dalle 17 alle 19. Per informazioni: tel. 0376 1974836 oppure on-line dal sito www.teatrosocialemantova.it
L’Accademia Teatrale “Francesco Campogalliani”, nell’ambito dei festeggiamenti per il 70º anno di attività, porta sulle tavole del Teatro Sociale “La scuola delle mogli” di Molière, nella splendida traduzione del grande Luigi Lunari per la regia di Mario Zolin. L’appuntamento è giovedì 27 ottobre alle ore 21.
Jean Baptiste Poquelin, in arte Molière, era figlio di un ricco commerciante che avrebbe voluto farne un avvocato. Molière, invece, era irresistibilmente attratto dal teatro. Nel 1643 lasciò la famiglia, fondò la compagnia dell’Illustre Theatre e girò la provincia francese con alterna fortuna. Il successo arrivò dal 1658 in poi, dopo essersi attirato la simpatia e la protezione di Luigi XIV, che apprezzava molto la sua arte. Di tale favore si fece forza per attaccare dalla scena gli aspetti più detestabili della società a lui contemporanea: la trionfante ipocrisia, la falsa pietà religiosa, i vuoti snobismi intellettuali. Naturalmente si attirò l’odio di nemici potenti, ma non abbandonò mai il suo teatro e morì in scena nel 1673 durante la rappresentazione del “Malato Immaginario”.
Anche se nelle sue opere non è evidente un intento moraleggiante, il giudizio di Molière sulla società del tempo è negativo e da qui nasce la sua comicità, che lascia sempre trasparire un velo d’amarezza. In Molière la risata è anche la chiave per scoprire tante verità.
“L’Ecole des Femmes” (La scuola delle mogli) andò in scena la prima volta il 26 dicembre 1662 al Palais Rojale di Parigi. «Se sposo un’oca è per non essere fatto becco» dice Arnolfo a Crisalda, la voce della ragione. Arnolfo è un uomo celibe, benestante, che incarna la vanità del borghese che vuole apparire nobile. Per lui la disgrazia peggiore per un uomo è quella di essere tradito dalla propria moglie. Avendo deciso di sposarsi, è dunque ossessionato dall’idea che possa capitare anche a lui. È convinto che solo la donna educata, istruita, economicamente indipendente sia in grado di tradire e per questo vuole sposare una giovane semplice e ingenua, allevata in un convento. La sua tranquillità e la sua sicurezza sono però destinate a sgretolarsi pian piano.Â
L’amore va oltre ogni ragionamento e l’istinto insegna ciò che non è stato insegnato. Questa è la scuola delle mogli o, più genericamente, delle donne! La commedia è una critica dell’alta società francese del XVII sec., dove la donna, soprattutto nel matrimonio governato dall’autorità del capo famiglia, era completamente soggetta all’uomo, ma spesso si concedeva delle “evasioni”. Ma siamo sicuri che questo lavoro sia solo un quadro d’epoca?
Anche oggi il tradimento è uno dei fantasmi che agitano la mente maschile e anche oggi è collegato all’emancipazione femminile e alla gelosia dovuta alla concezione dell’amore come possesso della donna. Non se ne discute più liberamente come nei salotti parigini del XVII sec., ma piuttosto si sceglie la via del gossip o del silenzio che porta alla violenza e molto spesso alla tragedia. Si può dunque dire che, come tutti i classici, “La scuola delle mogli” trascende il tempo della sua scrittura e può avere ancora qualcosa da dire.
Personaggi e interpreti: Arnolfo, altrimenti detto signor Del Ceppo,Claudio Madoglio; Agnese, fanciulla innocente, allevata da Arnolfo,Valentina Durantini; Orazio, innamorato di Agnese, Riccardo Fornoni; Alano, campagnolo, servitore di Arnolfo, Matteo Bertoni; Giorgina, Campagnola, cameriera di Arnolfo, Anna Laura Melotti; Crisalda, cognata di Arnolfo, Serena Zerbetto; Oronte, padre di Orazio e grande amico di Arnolfo, Sergio Negri; il Notaio, Daniele Pizzoli.
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“ECCELLENTE”
Complimenti a tutti gli attori. menzione speciale per Arnolfo, Crisalda e Oronte (grande Sergio!)!