Una storia, tre voci che s’intrecciano, sospese in un luogo fuori dallo spazio e dal tempo:
la prima voce, quella di Mathilda; la seconda, quella di Matilde; la terza, fuori campo,
quella della Storia, con la S maiuscola.
Mathilda Attoni, meglio conosciuta dai posteri come Mathilda di Canossa, è una
nobildonna colta e raffinata, ma anche dritta e fiera, “educata come un uomo” a principi
come coraggio e lealtà, una donna lucida e determinata, costretta ad essere forte per
proteggere la sua vita e la sua dignità; ma è anche il ritratto di una donna con un grande
senso della lealtà e del dovere, capace di sacrificarsi, quando necessario, sull’altare
della spietata ragion di stato dei suoi uomini: il Papa e l’Imperatore.
Matilde, meglio conosciuta come “la Tilde”, è La Donna del nostro tempo, vittima di
una cultura di massa che la vorrebbe ridotta ad una bambola smarrita. Portatrice di un
nome “senza storia” e che ha “perso tutto il suo significato”. È una donna fragile, che
aspetta un improbabile principe azzurro e un matrimonio fiabesco, con tanto di vestito
alla Barbie”.
La voce fuori campo della Storia ripercorre cronologicamente i momenti salienti della
vita della Grancontessa.