Commedia salace, svincolata da tematiche legate alla corte e al potere, ma segnata da riflessioni che l’autore sviluppò liberamente, indagando su situazioni che minavano dall’interno la società francese, specie di quella classe borghese che doveva costituire la struttura portante della società e tendeva invece a un disfacimento dettato da false ambizioni, malintese finalità culturali, degrado di rapporti parentali.
Il tipo di critica che Molière pone a segno la ritroviamo in parte oggi. Ma la materia è sempre quella, e la modernità del testo emerge nell’interpretazione registica che ha impresso nei ruoli la caratterizzazione dei vizi tanti e delle poche virtù che animano la drammaturgia molieriana.
Ho lavorato con gli attori tenendo conto delle qualità di ognuno attingendo dalla loro fantasia e incanalando ogni interpretazione nel suo progetto espressivo, lavorando sulla traduzione di Cesare Garboli, dal linguaggio schietto, che a tratti lascia intravedere i versi dell’originale, ma privilegiando una parlata in prosa, nella quale far emergere poi i momenti di leziosa letteratura che costituiscono uno dei temi dell’opera su cui si appunta la critica dell’autore. La caratterizzazione spinta dei personaggi “intellettuali” mette in risalto la critica dell’autore ad un falso mondo culturale, anche oggi rintracciabile nella società moderna.
Filaminta, donna colta e raffinata, moglie dispotica del mite Crisalo, ha una sola aspirazione: dimostrare la superiorità intellettuale e mentale delle donne. Forte di questa convinzione, ha trasformato la propria casa in un “salotto filosofico e letterario” e, insieme alla cognata Belisa e alla figlia maggiore Armanda, la mette a disposizione di un poetastro affarista: Trissottani, il quale desidera solo arrivare a possedere le ricchezze della famiglia; a lui vuol dare in moglie la figlia minore Enrichetta, che però non ha aspirazioni intellettuali e ama, riamata, il giovane Clitandro, come lei poco incline alle esagerazioni culturali.
Dopo varie vicissitudini, sarà il saggio Aristo a far ragionare il fratello Crisalo e ad escogitare un innocuo tranello che porterà la pace e l’ordine in famiglia.
* * *
Les femmes savantes fu rappresentata per la prima volta a Parigi, al Palais Royal l’11 marzo 1672: Molière vi recitava la parte di Crisalo. La pièce piacque e fu replicata per dieci volte con ottimi incassi. Protagonista delle Intellettuali è il teatro: il teatro che non sta mai fermo, dove ad ogni parola è concesso di litigare e di contraddirsi. La prima impressione è di movimento, una conversazione dove tutti non fanno che togliersi la parola di bocca lasciando parlare gli altri con molta civiltà. Il ritmo da saloon si accompagna ad uno scompiglio di ricchi, il reddito cospicuo ad una fiera di nevrosi privilegiate, esaltante e raffinato concerto finale dove Molière riassume tutti i connotati del suo teatro irriducibile avversario degli snobismi culturali e mode del momento. Molière non è forse mai stato così acuto scienziato della società come ne Le Intellettuali, una pièce che si alza come un polverone in attesa di una bufera che non scoppia o esplode solo per passare via ripristinando un nuovo ordine. Les femmes savantes è una girandola di idee, un fuoco d’artificio fatto di temi quali la condizione e istruzione femminile, il problema della coppia e quello sessuale, l’antagonismo maschio-femmina, il rapporto tra cultura e stato, l’impegno e il disimpegno.
Cesare Garboli
Finita la stagione al Teatrino d’Arco con “Il fantasma di Canterville” di Oscar Wilde, non può dirsi conclusa l’attività della Campogalliani che, anzi, sta proseguendo il proprio impegno in altre prestigiose sedi teatrali fuori Mantova. In un contesto originale ed inconsueto di recente la Campogalliani ha proposto con successo “Destinatario sconosciuto”, lo spettacolo realizzato in occasione della Giornata della Memoria tratto dal libro di Katherine Kressman Taylor, a Provaglio d’Iseo (Brescia) nella splendida cornice del Monastero di San Pietro in Lamosa. Diego Fusari, Michele Romualdi e Serena Zerbetto, hanno ricevuto un grande apprezzamento dal numeroso pubblico. A Canneto invece è andata in scena la scorsa settimana “La dodicesima notte"” di Shakespeare per la regia di Maria Grazia Bettini, accolto con successo dal pubblico. In attesa degli appuntamenti estivi che si prevedono numerosi, sabato 27 maggio, la Campogalliani avrà il privilegio di recitare al teatro Olimpico di Vicenza con “Le intellettuali” di Molière . Il tanto atteso evento è il risultato del premio ricevuto a Vicenza come miglior Compagnia al Festival Nazionale “Maschera d’oro 2017” riconosciuto a “Il Trigamo” di Piero Chiara con la regia di Maria Grazia Bettini.
TEATRINO D’ARCO
Prosegue la stagione “impegnata” della Campogalliani. A seguire Dostoevskij giunge Molière con Le intellettuali, un capolavoro satirico del 1672, messo in scena come il...
LE INTELLETTUALI di Molière
Prosegue la stagione “impegnata” della Campogalliani. A seguire Dostoevskij giunge Molière con Le intellettuali, un capolavoro satirico del 1672, messo in scena come il precedente lavoro da Grazia Bettini. In originale s’intitola Les Femmes savantes, e sono tre le donne, e della stessa famiglia, che si concedono alla moda della cultura con furore e fanatismo. Prima la madre autoritaria (L. Sartorello) che con il suo piglio fa tremare l’imbelle marito, e la cameriera licenzia per il gergo cacofonico, poi la figlia primogenita (M. Ginelli) che in nome del primato del femminile rifiuta con il matrimonio anche la sensualità, e quindi la zia paterna (R. Bonfiglio) che al contrario freme per una miriade di corteggiatori platonici e inesistenti. Le tre solidarizzano e velleitarie delirano per i sonetti di Trissottani (R. Vaini), che fuor di casa loro nessun considera (è sparito il confronto con Vadio, l’erudito). Ma a tanta infatuazione per il tizio giunge la madre da volergli dare in moglie la figlia cadetta (V. Durantini), che per niente intellettuale, opta invece per i piaceri domestici che le offre l’onesto Clitandro (L. Genovesi).
Strutturalmente la pièce si organizza intorno al tema delle nozze contrastate, ma più delle trame nascoste e palesi, è necessario ricordare che nel “duello” verbale che si scatena all’inizio della seconda parte dello spettacolo tra i due pretendenti, Trissottani (che fa rima con cani, e tali sono i suoi sonetti, che pur fan sbellicare) e il giovane innamorato, Molière pone la sostanza del discorso. Che la cultura (nella traduzione di Garboli) “corrompe” le tre donne, spinte a manipolare concetti senza un minimo di giudizio. Per il senso comune di Clitandro, “uno sciocco sapiente è più sciocco di uno sciocco ignorante”. E tale opinione prevarrà, anche se il poetastro viene smascherato come un’appendice di Tartuffe. Ma si sa che per Molière scoperchiare la mistificazione è sempre un bene, e fa cadere il velo dagli occhi della madre. Bettini lo conferma spingendo gli attori a battere il piede su una pedana.
Tra satira e farsa, gli attori sono trascinati dalla sapienza professionale di Sartorello e Vaini, e tra i giovani convincono maggiormente i due innamorati, Durantini e Genovesi: lo spettacolo conquista risate ed applausi.
Alberto Cattini
Le intellettuali
La commedia di Molière è in scena al Teatrino D’Arco
02/01/2017
di Maria Luisa Abate
Ha debuttato nella notte di Capodanno e rimarrà in scena al Teatrino D’Arco fino al 5 febbraio, “Le intellettuali” di Molière, nella traduzione di Cesare Garboli. L’allestimento dell’Accademia Teatrale “Francesco Campogalliani” è diretto da Maria Grazia Bettini, che così spiega nella note di regia.
«Commedia salace, svincolata da tematiche legate alla corte e al potere, ma segnata da riflessioni che l’autore sviluppò liberamente, indagando su situazioni che minavano dall’interno la società francese, specie di quella classe borghese che doveva costituire la struttura portante della società e tendeva invece a un disfacimento dettato da false ambizioni, malintese finalità culturali, degrado di rapporti parentali. Il tipo di critica che Molière pone a segno la ritroviamo in parte oggi. Ma la materia è sempre quella, e la modernità del testo emerge nell’interpretazione registica che ha impresso nei ruoli la caratterizzazione dei vizi tanti e delle poche virtù che animano la drammaturgia molieriana.
Ho lavorato con gli attori tenendo conto delle qualità di ognuno attingendo dalla loro fantasia e incanalando ogni interpretazione nel suo progetto espressivo, lavorando sulla traduzione di Cesare Garboli, dal linguaggio schietto, che a tratti lascia intravedere i versi dell’originale, ma privilegiando una parlata in prosa, nella quale far emergere poi i momenti di leziosa letteratura che costituiscono uno dei temi dell’opera su cui si appunta la critica dell’autore. La caratterizzazione spinta dei personaggi “intellettuali” mette in risalto la critica dell’autore ad un falso mondo culturale, anche oggi rintracciabile nella società moderna».
Questa la trama. Filaminta, donna colta e raffinata, moglie dispotica del mite Crisalo, ha una sola aspirazione: dimostrare la superiorità intellettuale e mentale delle donne. Forte di questa convinzione, ha trasformato la propria casa in un “salotto filosofico e letterario” e, insieme alla cognata Belisa e alla figlia maggiore Armanda, la mette a disposizione di un poetastro affarista, Trissottani, il quale desidera solo arrivare a possedere le ricchezze della famiglia; a lui vuol dare in moglie la figlia minore Enrichetta, che però non ha aspirazioni intellettuali e ama, riamata, il giovane Clitandro, come lei poco incline alle esagerazioni culturali. Dopo varie vicissitudini, sarà il saggio Aristo a far ragionare il fratello Crisalo e ad escogitare un innocuo tranello che porterà la pace e l’ordine in famiglia.
Cesare Garboli spiega che “Les femmes savantes” fu rappresentata per la prima volta a Parigi, al Palais Royal l’11 marzo 1672 e Molière vi recitava la parte di Crisalo. La pièce piacque e fu replicata per dieci volte con ottimi incassi. Protagonista de “Le intellettuali” è il teatro: il teatro che non sta mai fermo, dove ad ogni parola è concesso di litigare e di contraddirsi. La prima impressione è di movimento, una conversazione dove tutti non fanno che togliersi la parola di bocca lasciando parlare gli altri con molta civiltà. Il ritmo da saloon si accompagna ad uno scompiglio di ricchi, il reddito cospicuo ad una fiera di nevrosi privilegiate, esaltante e raffinato concerto finale dove Molière riassume tutti i connotati del suo teatro irriducibile avversario degli snobismi culturali e mode del momento. Molière non è forse mai stato così acuto scienziato della società come ne “Le intellettuali”, una pièce che si alza come un polverone in attesa di una bufera che non scoppia o esplode solo per passare via ripristinando un nuovo ordine. “Les femmes savantes” è una girandola di idee, un fuoco d’artificio fatto di temi quali la condizione e istruzione femminile, il problema della coppia e quello sessuale, l’antagonismo maschio-femmina, il rapporto tra cultura e stato, l’impegno e il disimpegno.
Personaggi e interpreti: Crisalo, Giancarlo Braglia; Filaminta, Loredana Sartorello; Belisa, Roberta Bonfiglio; Armanda, Martina Ginelli; Enrichetta, Valentina Durantini; Trissottani, Adolfo Vaini; Clitandro, Luca Genovesi; Martina, Annalaura Melotti; Aristo, Sergio Negri; Il Notaio, Daniele Pizzoli
MANTOVA
Da sabato il nuovo allestimento dell’opera di Molière per la compagnia mantovana
MANTOVA. Una fine d’anno a teatro, con l’Accademia Campogalliani: dopo il grande successo di Delitto e Castigo di Doestoevskij con cui si è inaugurata la stagione teatrale 2016-17, la compagnia festeggia l’arrivo del 2017 da sabato con il nuovo allestimento de Le Intellettuali di Molière nella divertente e moderna traduzione di Cesare Garboli, per la regia di Maria Grazia Bettini. Les femmes savantes, questo il titolo originale, fu rappresentata per la prima volta a Parigi, al Palais Royal l’11 marzo 1672: Molière vi recitava la parte di Crisalo. La pièce piacque e fu replicata per 10 volte con ottimi incassi.
Filaminta, donna colta e raffinata, moglie dispotica del mite Crisalo, ha una sola aspirazione: dimostrare la superiorità intellettuale e mentale delle donne. Forte di questa convinzione, ha trasformato la propria casa in un “salotto filosofico e letterario” e, con la cognata Belisa e la figlia maggiore Armanda, la mette a disposizione di un poetastro affarista: Trissottani, che desidera solo arrivare a possedere le ricchezze della famiglia; a lui vuol dare in moglie la figlia minore Enrichetta, che però non ha aspirazioni intellettuali e ama, riamata, il giovane Clitandro, come lei poco incline alle esagerazioni culturali. Dopo varie vicissitudini, sarà il saggio Aristo a far ragionare il fratello Crisalo e ad escogitare un innocuo tranello che porterà la pace e l’ordine in famiglia.
Protagonista de Le Intellettuali è il teatro: il teatro che non sta mai fermo, dove ad ogni parola è concesso di litigare e contraddirsi. Il tipo di critica che Molière pone a segno la ritroviamo in parte oggi. Ma la materia è sempre quella, e la modernità del testo emerge nell’interpretazione registica di Maria Grazia Bettini che ha impresso nei ruoli la caratterizzazione di vizi (tanti) e virtù (poche) che animano la drammaturgia molieriana.
Gli interpreti dello spettacolo sono: Giancarlo Braglia (Crisalo), Loredana Sartorello (Filaminta), Roberta Bonfiglio (Belisa), Martina Ginelli (Armanda), Valentina Durantini (Enrichetta), Adolfo Vaini (Trissottani), Luca Genovesi (Clitandro), Annalaura Melotti (Martina), Daniele Pizzoli (il Notaio), Sergio Negri(Aristo).
Le scenografie sono state ideate da Diego Fusari, i costumi da Francesca Campogalliani e Diego Fusari e realizzati dalla sartoria Costapereira, le musiche da Nicola Martinelli, le luci da Giorgio Codognola, il sonoro da Massimiliano Fiordaliso e Chiara Benazzi mentre la direzione scenica compete a Lorenza Becchi, Alessandra Mattioli, Chiara Benazzi e Donata Bosco. Repliche fino al 5 febbraio ogni venerdì e sabato alle 20.45 e le domeniche alle 16. Le prenotazioni per tutte le rappresentazioni si possono già effettuare alla biglietteria del teatrino di Palazzo d’Arco dal mercoledì al sabato dalle 17 alle 18.30 (0376 325363 o biglietteria@teatro-campogalliani.it).
Dopo il grande successo riscosso da “Delitto e Castigo” di Doestoevskij con cui si è inaugurata la stagione teatrale 2016 – 2017, l’Accademia Teatrale Campogalliani festeggia l’arrivo del nuovo anno, a partire da sabato 31 dicembre, con il nuovo allestimento de “Le Intellettuali” di Molière nella divertente e moderna traduzione di Cesare Garboli, per la regia di Maria Grazia Bettini. “Les femmes savantes”, questo è il titolo originale, fu rappresentata per la prima volta a Parigi, al Palais Royal l’11 marzo 1672: Molière vi recitava la parte di Crisalo. La pièce piacque e fu replicata per dieci volte con ottimi incassi.
Sergio Negri e Loredana Sartorello in Aristo e Filaminta
Filaminta, donna colta e raffinata, moglie dispotica del mite Crisalo, ha una sola aspirazione: dimostrare la superiorità intellettuale e mentale delle donne. Forte di questa convinzione, ha trasformato la propria casa in un “salotto filosofico e letterario” e, insieme alla cognata Belisa e alla figlia maggiore Armanda, la mette a disposizione di un poetastro affarista: Trissottani, il quale desidera solo arrivare a possedere le ricchezze della famiglia; a lui vuol dare in moglie la figlia minore Enrichetta, che però non ha aspirazioni intellettuali ed ama, riamata, il giovane Clitandro, come lei poco incline alle esagerazioni culturali.
Dopo varie vicissitudini, sarà il saggio Aristo a far ragionare il fratello Crisalo e ad escogitare un innocuo tranello che porterà la pace e l’ordine in famiglia.
Roberta Bonfiglio e Daniele Pizzoli in Belisa e il notaio
Protagonista de “Le Intellettuali” è il teatro: il teatro che non sta mai fermo, dove ad ogni parola è concesso di litigare e di contraddirsi. La prima impressione è di movimento, una conversazione dove tutti non fanno che togliersi la parola di bocca lasciando parlare gli altri con molta civiltà. Il ritmo da saloon si accompagna ad uno scompiglio di ricchi, il reddito cospicuo ad una fiera di nevrosi privilegiate, esaltante e raffinato concerto finale dove Molière riassume tutti i connotati del suo teatro irriducibile avversario degli snobismi culturali e mode del momento. Molière non è forse mai stato così acuto scienziato della società come ne Le Intellettuali, una pièce che si alza come un polverone in attesa di una bufera che non scoppia o esplode solo per passare via ripristinando un nuovo ordine. Les femmes savantes è un girandola di idee, un fuoco d’artificio fatto di temi quali la condizione ed istruzione femminile, il problema della coppia e quello sessuale, l’antagonismo maschio-femmina, il rapporto tra cultura e stato, l’impegno e il disimpegno.
Commedia salace, svincolata da tematiche legate alla corte e al potere, ma segnata da riflessioni che l’autore sviluppò liberamente, indagando su situazioni che minavano dall’interno la società francese, specie di quella classe borghese che doveva costituire la struttura portante della società e tendeva invece a un disfacimento dettato da false ambizioni, malintese finalità culturali, degrado di rapporti parentali.
Il tipo di critica che Molière pone a segno la ritroviamo in parte oggi . Ma la materia è sempre quella, e la modernità del testo emerge nell’interpretazione registica di Maria Grazia Bettini che ha impresso nei ruoli la caratterizzazione dei vizi (tanti) e delle virtù (poche) che animano la drammaturgia molieriana. Si è lavorato con gli attori tenendo conto delle qualità di ognuno attingendo dalla loro fantasia e incanalando ogni interpretazione nel suo progetto espressivo, lavorando sulla traduzione di Cesare Garboli, dal linguaggio schietto, che a tratti lascia intravedere i versi dell’originale, ma privilegiando una parlata in prosa, nella quale far emergere poi i momenti di leziosa letteratura che costituiscono uno dei temi dell’opera. La caratterizzazione spinta dei personaggi “intellettuali” mette in risalto la critica dell’autore ad un falso mondo culturale, anche oggi rintracciabile nella società moderna.
Valentina Durantini in Enrichetta
Gli interpreti dello spettacolo sono: Giancarlo Braglia (Crisalo), Loredana Sartorello (Filaminta), Roberta Bonfiglio (Belisa), Martina Ginelli (Armanda), Valentina Durantini (Enrichetta), Adolfo Vaini (Trissottani), Luca Genovesi (Clitandro), Annalaura Melotti (Martina), Sergio Negri (Aristo) e Daniele Pizzoli (il Notaio).
Le scenogradie sono state ideate da Diego Fusari, i costumi da Francesca Campogalliani e Diego Fusari e realizzati dalla sartoria Costapereira, le musiche da Nicola Martinelli, le luci da Giorgio Codognola, il sonoro da Massimiliano Fiordaliso e Chiara Benazzi mentre la direzione scenica compete a Lorenza Becchi, Alessandra Mattioli, Chiara Benazzi e Donata Bosco.
Le repliche dello spettacolo proseguiranno sino al 5 febbraio 2017 ogni venerdì e sabato sera alle ore 20,45 e le domeniche alle ore 16.
Le prenotazioni per tutte le rappresentazioni si possono già effettuare presso la biglietteria del teatrino di Palazzo D’Arco dal mercoledì al sabato dalle ore 17 alle ore 18,30 (tel. 0376 325363 o via mail a : biglietteria@teatro-campogalliani.it).